IL LEGAME TRA ENEL E L’AMIANTO RAPPRESENTA UN CAPITOLO OSCURO NELLA STORIA DELLA PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DELL’ENERGIA ELETTRICA. QUESTO PERICOLOSO MINERALE, NOTO PER LE SUE ECCEZIONALI PROPRIETÀ ISOLANTI E RESISTENTI AL CALORE, È STATO UTILIZZATO PER ANNI NEGLI IMPIANTI ELETTRICI, COMPRESE LE TURBINE GEOTERMICHE E I CONDOTTI DI VAPORE. NONOSTANTE LA SUA MESSA AL BANDO CON LA LEGGE 257/92, IL KILLER SILENTE HA CONTINUATO A MIETERE VITTIME TRA I LAVORATORI ESPOSTI. UNO DI QUESTI È FRANCO BERTI, MALATO DI ASBESTOSI, LA CUI STORIA RAPPRESENTA UN DRAMMATICO ESEMPIO DELLE CONSEGUENZE DELL’ESPOSIZIONE AL PERICOLOSO PATOGENO. ORA, LA CORTE D’APPELLO DI FIRENZE HA CONDANNATO ENEL S.P.A. A RISARCIRE L’UOMO CON UN IMPORTO DI CIRCA 118.000 EURO. RICOSTRUIAMO I FATTI
La vicenda di Franco Berti: ex dipendente ENEL
Franco Berti, oggi ottantacinquenne, residente a Pomarance in provincia di Pisa, ha lavorato dal 1958 al 1967 per la Società Cooperativa Nuova Liberlavoro. Questa forniva manodopera alla Chimica Larderello S.p.A. e successivamente all’Enel S.p.A. Durante il suo impiego, il lavoratore è stato regolarmente esposto all’amianto senza adeguate protezioni. Circostanza che ha inevitabilmente compromesso la sua salute, conducendolo alla diagnosi di asbestosi.
L’iter legale
Nel 2015, Franco Berti ha avviato un’azione legale per ottenere il risarcimento dei danni subiti. La patologia professionale di Berti, riconosciuta dall’INAIL, era stata inizialmente valutata con un grado di invalidità del 30%, in seguito aumentato al 40% a causa di un aggravamento. Nonostante una sentenza di risarcimento emessa dal Tribunale di Pisa nel 2020, Enel ha prontamente impugnato la decisione. Nel 2021, la questione è giunta alla Corte d’Appello di Firenze, la quale ha riesaminato i fatti. Tenuto conto delle reali compromissioni della salute di Berti, ha quindi confermato la diagnosi dell’INAIL e riconosciuto un grado di invalidità del 40%.
La Corte ha stabilito che Enel, quale effettivo datore di lavoro, non aveva adottato le necessarie misure di protezione per i suoi lavoratori, condannandola al risarcimento.
A difendere Berti, l’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto «La sentenza della Corte d’Appello di Firenze rappresenta una vittoria importante per Franco Berti e un monito significativo per le aziende sull’importanza della sicurezza sul lavoro», afferma il legale, sottolineando l’importanza del riconoscimento dei diritti dei lavoratori esposti a sostanze nocive.
Il ruolo dell’ONA
L’ONA continua a lavorare per garantire che le vittime dell’amianto ricevano il giusto risarcimento e il supporto necessario per affrontare le malattie legate all’esposizione a questo pericoloso minerale. Le informazioni sul servizio gratuito sono disponibili sul sito, e/o con il numero verde 800 034 294.