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mercoledì, Settembre 11, 2024

Amianto nelle tubature dell’acqua, focus sull’Emilia Romagna

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Grande successo per il convegno che si è tenuto sabato 22 ottobre a San Cesario sul Panaro, in provincia di Modena, durante il quale sono stati affrontati temi importanti come quello delle fibre di amianto nelle tubature dell’acqua in Emilia Romagna. In molti hanno spesso sottaciuto il problema, nonostante anche gli ultimi studi scientifici dimostrino che anche le fibre ingerite possono causare tumori.

Amianto: dalla prevenzione primaria al risarcimento vittime

Ha moderato l’evento, organizzato dall’Osservatorio Nazionale Amianto e dalla sezione di Carpi, “#Amianto: dalla prevenzione primaria al risarcimento delle vittime”, il giornalista Giovanni Galeotti.

Nella sala grande di Villa Boschetti sono stati diffusi tutti i dati relativi all’incidenza del mesotelioma nel comune e nella regione. Dati aggiornati rispetto a quelli forniti dal VII Rapporto ReNaM che registra i casi di mesotelioma fino al 2018. “A Modena nel 2021 ci sono stati 23 casi di mesotelioma mentre in Emilia Romagna lo stesso anno sono stati 161 (a Bologna 41)” – ha spiegato il presidente Ona, l’avvocato Ezio Bonanni –.

Emilia Romagna, mesotelioma: medie quinquennali in salita

“Nella Regione le medie quinquennali sono in aumento: poco meno di 82 casi all’anno tra il 1997-2001; una media di 113 dal 2002 al 2006; quasi 131 tra il 2007 e il 2011; oltre 150 dal 2012 al 2016; poco più di 151 casi all’anno tra il 2017 e il 2021. Nel complesso, dal 1996 a oggi in Emilia-Romagna si contano 3.274 casi di mesotelioma da amianto”.

Sempre secondo i dati diffusi dall’Ona, l’incidenza epidemiologica in Emilia Romagna è molto alta. Oltre ai casi già citati di mesotelioma (indice di mortalità del 93% nei 5 anni, con un totale di circa 3045 decessi), sono dal 1996 si contano 6548 i casi di tumore del polmone (indice di mortalità dell’88% nei 5 anni, con un totale di circa 5762 decessi). A questi vanno aggiunti 1200 casi di asbestosi (indice di mortalità del 90% nei 5 anni, con un totale di 1080 decessi). Infine almeno altri 1000 decessi.

In totale quindi in Emilia Romagna le vittime dell’amianto sono state 10.887 in totale. Vanno aggiunte tutte le altre malattie asbesto correlate, come il tumore della laringe, della faringe, dell’esofago, dello stomaco, del colon retto, delle ovaie e del fegato (tra cui il colangiocarcinoma), per cui, si va ben oltre 11022 casi.

L’amianto, purtroppo, è stato utilizzato in maniera esponenziale dal 1950 fino agli anni ’80 e poi ancora fino al 1992, anno della sua messa al bando. Per approfondire i motivi e la storia dei tanti lavorato che, inconsapevoli, si sono ammalati a causa di questo minerale, potete leggere l’ultima pubblicazione dell’avvocato Bonanni: “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022“.

Emilia Romagna, amianto nelle tubature dell’acqua

Il coordinatore dell’Ona Carpi Rossi, ha quindi posto l’attenzione sulle tubature dell’acqua, ancora per larga parte in amianto. In Emilia Romagna sono 28 gli acquedotti con amianto che servono 134 comuni, e su 453 campioni analizzati 41 sono risultati positivi per la presenza della fibra killer.

Anche grazie alle denunce dell’ONA, già nel 2014, venne segnalato il rischio amianto per la dispersione di fibre nell’acqua potabile in acquedotti costruiti prima dell’entrata in vigore della L. 257/92. Sono state già eseguite delle bonifiche sia sulle condotte dell’acquedotto di Bologna, che su quelle di Carpi. Qui, in particolare, dopo la denuncia dell’Osservatorio sono state sostituite le due conduttrici principali che erano in cemento amianto (15 km di condutture). I lavori sono terminati nel 2021.

“C’è ancora molto da bonificare – ha dichiarato Bonanni – prima di tutto nelle scuole, negli ospedali e nella rete idrica, ed è per questo motivo che è necessario attuare l’obbligo di protezione dei lavoratori (compresi quelli che lavorano nella ristrutturazione degli acquedotti)”.

L’amianto causa il colangiocarcinoma, nuovi studi lo confermano

Il professor Giovanni Brandi ha quindi delineato tutte le novità relative agli ultimi studi sul colangiocarcinoma, tumore delle vie biliari. Le ricerche confermano quello che l’Ona denuncia da tempo. Vale a dire che le fibre di amianto ingerite sono lo stesso molto pericolose per la salute.

“Rispetto al passato abbiamo dati più solidi per quanto riguarda il ruolo dell’amianto nella genesi dei tumori delle vie biliari”. Questo ha detto Giovanni Brandi, Professore associato in Oncologia Medica all’Università di Bologna e responsabile del Programma “Tumori epato-biliari e pancreatici” al Policlinico S. Orsola-Malpighi. “Negli ultimi tempi si è, infatti, riusciti a trovare grandi quantità di fibre di amianto nel fegato. Sia dei pazienti con questo tumore, sia nelle persone sane che vivono in aree altamente esposte (come Casale Monferrato).

È stato concluso uno studio caso controllo prospettico, che si chiama CARA, che verrà pubblicato nei prossimi mesi. Ha un peso maggiore rispetto agli studi precedenti, perché conferma quanto già evidenziato.

C’è anche, a conferma ulteriore dei dati amianto relativi al colangiocarcinoma, uno studio che stiamo pubblicando. Questo dimostra come per una certa tipologia di colangiocarcinoma intraepatico l’amianto è un fattore di rischio più alto.

Per quanto riguarda le acque ci sono nel mondo pochi studi aggiuntivi rispetto a quelli degli anni ’90. Che sono stati anche sottaciuti. Riguardando tutti i dati ci si convince, comunque, sempre di più della non innocenza delle fibre di amianto ingerite con le acque”.

Bonanni: “C’è ancora chi nega il pericolo delle vecchie tubature”

“Dopo le scoperte degli ultimi anni – gli ha fatto eco Andrea Rossi, coordinatore Ona Carpi – che sia coinvolta l’acqua contaminata da fibre di amianto è una concreta possibilità. Quest perchè ancora molte condotte idriche sono in amianto”.

“Nonostante gli studi del professor Brandi che ha dimostrato il nesso causale – ha continuato Bonanni – c’è ancora chi nega questo pericolo. Le tubature ora vecchie e deteriorate e quindi ancora più pericolose, restano dove sono, provocando l’esposizione degli ignari cittadini”.

Il convegno è stato, infine, l’occasione per presentare la nuova mappatura delle coperture in eternit. Effettuata dalla AeroDron sul territorio.

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