Sono 9 i morti accertati nel pomeriggio di oggi, 17 maggio, in seguito all’ondata di alluvioni che ha colpito da ieri l’Emilia Romagna. Ci sono, però, comunicano dalle amministrazioni locali, anche diversi dispersi. Tredicimila persone risultano sfollate.
Alluvioni, sono 21 i fiumi esondati
I fiumi esondati sono 21 e 22 corsi d’acqua hanno superato il livello 3, quello della massima allerta. I treni sono fermi e alcune strade e alcuni ponti sono stati letteralmente spazzati via. Si parla di un teatro di guerra e l’emergenza ora è salvare più vite possibile e limitare i disagi della popolazione. Gli appelli dicono di restare in casa, di raggiungere se possibile i piani alti e di non uscire per non correre pericoli e per non rallentare i soccorsi. Meravigliose, nella loro tragicità, le foto dei carabinieri che, con l’acqua che arriva loro al petto, portano via gli anziani da abitazioni ormai invase dall’aqua.
Fenomeni estremi dovuti alla crisi climatica
Un fenomeno estremo di cui da tempo parlano gli scienziati e che abbiamo cominciato a conoscere soltanto negli ultimi anni. Dovuto, tantissimi esperti non hanno dubbi, alla crisi climatica. Se da una parte si parla tanto di prevenzione, ma all’atto pratico non vengono – parlando in generale e non del caso specifico che sarà esaminato solo in seguito all’emergenza – effettuati controlli e manutenzione. Proprio come con l’amianto e con le altre sostanze cancerogene bisogna prevenire, lo stesso va fatto per queste situazioni. Evitare per quanto possibili criticità e ritardi nella pulizia degli argini, per esempio, o prevedere sistemi di drenaggio che lasciano defluire l’acqua. Dall’altra parte, sempre secondo gli scienziati, queti fenomeni saranno sempre più frequenti e dovremmo farci i conti.
Alluvioni, Violo: “Mai un cambio di rotta sulle politiche”
“Si parla tanto di prevenzione – ha detto chiaramente all’Ansa il presidente dell’Ordine dei geologi, Francesco Violo – ma non si ha mai un cambio di rotta sulle politiche. Si conosceva l’elevata pericolosità di quella parte di regione, i piani anti-alluvione certificano i rischi di quelle zone”.
“Va fatta una programmazione pluriennale degli interventi – ha aggiunto -. Spesso non mancano neppure i soldi, ma si perde moltissimo tempo per lungaggini burocratiche e ridondanze nei procedimenti. Bisogna agire stabilendo le priorità, scegliendo le aree a maggior rischio. Vanno fatti i monitoraggi e va aggiornata di frequente la pianificazione. In questo campo, i progetti diventano vecchi presto”.
Wwf: “Definire Piano adattamento al cambiamento climatico”
“È indispensabile definire il Piano di adattamento al cambiamento climatico – spiegano dal Wwf – dopo la consultazione chiusasi alcune settimane fa, e renderlo uno strumento efficace per operare le scelte necessarie”. La Commissione Vas (Valutazione ambientale strategica) “deve trasmettere gli esiti della consultazione quanto prima, il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica deve chiarire le scelte da compiere e stanziare i fondi necessari.
È soprattutto indifferibile l’abbattimento delle emissioni di CO2, metano e degli altri gas climalteranti, per evitare scenari e impatti ingestibili: abbiamo poco tempo e l’Italia dovrebbe essere alla testa degli Stati che vogliono le emissioni zero, non in retroguardia come è attualmente”.