Una trasfusione con sangue di topi anziani ha trasformato dei giovani ratti in vecchi. L’elisir della “vecchiaia” potrebbe portare a strategie terapeutiche di ringiovanimento
Elisir di lunga vita o di anzianità precoce?
Elisir. Dorian Grey nel romanzo di Oscar Wilde arrivò a stringere un patto con il diavolo per non invecchiare.
Un esperimento sui topi li ha fatti invece invecchiare prima del tempo.
L’interessante ricerca, condotta da Irina Conboy, professoressa dell’Università della California Berkeley, è stata pubblicata su Nature Metabolism.
Il singolare esperimento condotto su giovani topi
I ricercatori hanno somministrato a dei giovani topi (di tre mesi e tutti maschi), una trasfusione di sangue da un topo più anziano, di età compresa tra 22-24 mesi.
Obiettivo era quello di valutare la capacità del sangue vecchio di indurre la senescenza che causa l’invecchiamento dei tessuti.
I topi più giovani sono stati quindi testati per la loro forza muscolare e resistenza fisica su un tapis roulant, sette giorni dopo la trasfusione di sangue.
I topi che si rifiutavano di correre, venivano stimolati da un soffio d’aria che li spingeva a non cedere fino a quando non erano esausti.
L’elisir della vecchiaia ha funzionato sui giovani topi
Risultato? Effettivamente i giovani topi sottoposti all’esperimento avevano «diminuito la massima forza di contrazione e tassi significativamente più brevi di sviluppo della forza e rilassamento durante le contrazioni», hanno riferito i ricercatori.
Dopo 14 giorni, essi avevano anche biomarcatori per danni ai reni e prove di invecchiamento epatico, muscolare e dei tessuti in generale.
Tuttavia, un tale aumento dei livelli di marcatori di senescenza era assente nei polmoni, nel cuore e nel cervello.
L’esperimento opposto ricrea l’eterna giovinezza
Con un esperimento analogo e contrario, gli scienziati hanno somministrato ai topi anziani il sangue dei ratti più giovani per circa 4-6 settimane.
In questo caso, i lipidi, la fibrosi e l’affaticamento sono diminuiti e la resistenza muscolare è aumentata.
Lo studio ha dimostrato che la senescenza può verificarsi non solo a causa dell’invecchiamento fisiologico, ma anche di fattori ematici.
Quest’ultimo risultato rispecchia una ricerca precedente, condotta dall’Università della California nel 2005.
Essa dimostrava che la condivisione di sangue e organi, può invertire i segni dell’invecchiamento nei topi anziani.
«Utilizzando lo scambio sanguigno eterocronico, riportiamo un trasferimento di senescenza fisiologica da topi vecchi a giovani», dicono i ricercatori. «Questa risposta non è correlata all’età cronologica».
L’elisir di lunga vita è solo un miraggio?
«Entrambi gli esperimenti indicano che l’aggiustamento e la modulazione di vari fattori, incluso il fenotipo secretorio associato alla senescenza (SASP), potrebbe portare a nuove strategie terapeutiche e promettere una vita più lunga», concludono i ricercatori.
Gli effetti miracolosi dei senolitici
I ricercatori hanno poi studiato se l’eliminazione delle cellule senescenti nei topi anziani potesse fermare la senescenza nei topi giovani dopo lo scambio di sangue.
Per questo esperimento, i ricercatori hanno quindi trasfuso sangue da topi più anziani trattati con farmaci senolitici a topi giovani.
Risultato? Il trattamento con senolitici ha attenuato il declino della funzione epatica, muscolare e renale e ridotto il danno agli organi.
I topi giovani hanno anche mostrato livelli più bassi di proteine associate all’infiammazione, un segno distintivo della senescenza.
Da cosa dipende la senescenza cellulare?
In caso di lesioni, fattori intrinseci (es. cambiamenti nella struttura del DNA) o stress, le cellule possono morire o entrare in uno stato in cui smettono di crescere e moltiplicarsi. Questo fenomeno è noto come “senescenza cellulare”.
Dopo aver subito la senescenza, le cellule possono inviare segnali al sistema immunitario, il quale provvede a rimuoverle.
Un graduale declino della capacità del sistema immunitario di rimuovere queste cellule senescenti si verifica con l’invecchiamento, con conseguente accumulo di cellule senescenti.
Necessari altri studi per l’elisir di lunga vita
I risultati di questo studio sollevano diverse domande interessanti sull’invecchiamento e sui potenziali trattamenti per rallentare il processo di invecchiamento.
Sono tuttavia necessarie ulteriori ricerche per identificare quali siano i fattori responsabili dell’induzione della senescenza nei topi giovani.
Cosa che potrebbe aiutare a sviluppare terapie per ritardare il processo di invecchiamento.
Il parere dell’esperto
Interessante a tal riguardo il parere del dottor Stefan Tulius, direttore del Transplant Surgery Research Laboratory del Brigham and Women’s Hospital di Boston.
Egli ha osservato che «oltre a fornirci una migliore comprensione sui processi di invecchiamento, questo studio solleva molte domande aperte».
«Esse riguardano in particolare la rilevanza clinica dei risultati prevalentemente sperimentali. Quanto sangue dovrà essere trasferito per osservare gli effetti? Un’unica trasfusione di sangue umano farà la differenza o lo scambio di sangue dovrà andare significativamente oltre? Per quanto tempo dureranno gli effetti? Saranno reversibili e “solo” temporanei?»
“Come Ona lavoriamo da anni per la ricerca, che è fondamentale per ogni tipo di malattia di cui ancora non si conosce la cura. Progressi sono stati fatti, sempre lavorando sui topi, anche nella ricerca della terapia per il mesotelioma, patologia asbesto correlata”. Così ha commentato il presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, l’avvocato Ezio Bonanni che da sempre è al fianco delle vittime dell’amianto.
Fonti
Nature Metabolism