Con il termine amianto si indicano diversi minerali della classe dei silicati, tutti pericolosi a causa delle fibre di cui sono composti. In questa pagina verranno affrontati i maggiori effetti amianto sulla salute umana. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) di Lione, in base alle prove ottenute in numerosi studi scientifici, ha incluso tutte le forme di amianto nella lista delle sostanze sicuramente cancerogene per gli esseri umani. Provoca, infatti, diverse patologie asbesto correlate. Il mesotelioma, in particolare è la malattia sentinella: è causato quasi sempre dall’amianto e dove si presenta è certa la presenza del minerale.
L’Osservatorio nazionale amianto lotta da anni al fianco delle vittime e insiste per le bonifiche dei luoghi ancora contaminati. Appoggia anche la ricerca per migliorare i metodi di diagnosi e le terapie delle patologie asbesto correlate, grazie anche a diversi medici e professori associati all’Ona.
Chi ha contratto una patologia legata a questo minerale purtroppo cancerogeno può rivolgersi all’associazione per avere una consulenza, sia medica che legale.
Indice Effetti amianto: malattie correlate Il mesotelioma pleurico Asbestosi come malattia da amianto Effetti amianto: il cancro ai polmoni Tempo di lettura: 11 minuti |
Effetti amianto: malattie correlate
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha confermato che le fibre di amianto causano una serie di patologie asbesto correlate. Queste colpiscono diversi organi del nostro organismo a seconda del posto in cui si fermano.
Oltre al mesotelioma – che si distingue in mesotelioma pleurico, mesotelioma peritoneale, mesotelioma pericardico e mesotelioma testicolare – ce ne sono molte altre. Tra queste l’asbestosi, l’ispessimento pleurico, le placche pleuriche, il tumore del polmone, alle ovaie e alla laringe. Si tratta delle malattie ricomprese nella lista I dell’Inail. Il lavoratore, se ha contratto malauguratamente una di queste patologie, dovrà soltanto dimostrare la presenza dell’amianto sul posto di lavoro per ottenere i benefici.
Liste II e III dell’Inail
Le malattie contenute nella lista II e III dell’Inail sono quelle che possono essere causate anche dall’amianto e, per queste, il lavoratore per ottenere benefici e risarcimenti dovrà dimostrare il nesso causale tra l’esposizione e la patologia. Sono il tumore alla faringe, al colon retto, allo stomaco, all’esofago e anche i danni cardiaci e respiratori.
Malattie amianto non riconosciute
Secondo alcuni recenti studi l’asbesto può provocare patologie tumorali anche in altri organi. Tra questi il cervello, colecisti, tessuti emolinfopoietici, esofago, mammella, pancreas, prostata, rene, testicolo, tiroide, vagina-vulva e vescica.
Così come anche patologie degenerative non tumorali (miocardiopatia, morbo di Alzheimer, fibromialgia), oltre alla sclerosi laterale amiotrofica e a complicazioni cardiache.
Effetti amianto: il mesotelioma pleurico
Il mesotelioma pleurico è anche detto malattia sentinella dell’amianto. È causato per la quasi totalità dei casi dall’amianto. Dove ci sono lavoratori o persone con mesotelioma, nei luoghi che hanno frequentato è sicura la presenza di amianto. Tra gli effetti amianto è sicuramente il più temuto. Gli operai dell’amianto hanno il 10% di rischio di sviluppare questa patologia. La latenza media rispetto all’esposizione è di 25-30 anni.
Tra i sintomi rientrano la dispnea (fatica a respirare), e dolore toracico. All’inizio il tumore è pressochè asintomatico. Quando poi si arriva all’invasione della parete toracica e delle altre strutture vicine il paziente può sentire dolore, raucedine, disfagia, sindrome di Horner, plessopatia brachiale o ascite.
La diagnosi del mesotelioma
Una volta effettuata la valutazione clinica e conosciuti gli stili di vita e la storia del paziente, sono necessari alcuni esami per la diagnosi corretta.
La radiografia del torace, prima di tutto, poi la Tac e la toracentesi. Quest’ultima si effettua con un sottile ago inserito nello spazio intercostale e permette di rimuovere una quantità di liquido presente nella pleura. Nello stesso tempo migliora la respirazione del paziente e permette il prelievo di un campione di liquido. L’analisi citologica determinerà l’eventuale presenza di cellule tumorali.
La diagnosi istologica è più approfondita e accerta il tipo di tumore, la sua estensione e l’aggressività biologica. Si ottiene con l’analisi istologica di un campione di tessuto prelevato con la toracoscopia videoassistita (VATS).
I medici utilizzano per questa un endoscopio (toracoscopio) introdotto attraverso una piccola incisione nel torace e dotato di una microtelecamera, per visualizzare la superficie pleurica e prelevare campioni di tessuto. Durante la procedura, in caso di versamento pleurico, è possibile aspirare completamente il liquido e promuovere l’adesione del mesotelio (pleurodesi o talcaggio) e prevenire così la formazione di nuovo liquido.
La biopsia TAC guidata
La biopsia TAC guidata, invece, è l’esame raccomandato in caso di malattia avanzata o in pazienti che hanno controindicazioni ad effettuare l’anestesia generale. Così da ottenere un campione per l’esame istologico avvalendosi della guida TAC, in anestesia locale.
Dopo la diagnosi il medico determina l’estensione (stadiazione) del tumore servendosi della Tac e della Pet con Fdg, che permettono di localizzare la sede e l’attività del tumore all’interno dell’organismo e selezionare il trattamento più efficace.
Prognosi del mesotelioma
Purtroppo il mesotelioma è ancora un tumore incurabile. È vero però che la sopravvivenza è aumentata rispetto a qualche anno fa, grazie alla ricerca. Ricevere questa diagnosi può essere destabilizzante per il paziente e per la sua famiglia. Per questo l’Ona consiglia di farsi assistere anche da uno psicologo che possa aiutare ad affrontare una nuova fase della vita.
Alcuni studi, ai quali ha partecipato anche il professor Marcello Migliore, hanno dimostrato sui pazienti un miglioramento dell’intervallo libero dalla malattia e in generale della sopravvivenza. La sopravvivenza, in particolare, è salita da 11 mesi in media a 75 mesi e un intervallo libero dalla malattia che è passato da 7,2 a 57 mesi. La ricerca sta facendo molti passi avanti, soprattutto in questi anni, accelerati anche dagli studi per il vaccino contro il Covid e Moderna ha annunciato un vaccino contro il cancro tra 5 anni.
Trattamento del mesotelioma
“La chirurgia da sola non funziona – ha spiegato in una recente intervista il Prof. Migliore – perché non riesce a guarire il paziente. Anche quando l’intervento sembra riuscito, è facile che dopo qualche mese la patologia si ripresenti. Bisogna attendere 5 anni per capire se abbia funzionato, ma nel mesotelioma questa attesa è ridotta, perchè sono pochissimi coloro che sopravvivono addirittura a 3 anni”.
“Per questo – ha spiegato ancora – noi abbiamo tentato, con ottimi risultati, confermati anche da studi inglesi, accanto alla chirurgia citoriduttiva eseguita con approccio mini-invasivo, la chemioterapia ipertermica intratoracica”.
Si stanno valutando anche la vaccinazione immunoterapeutica, la viroterapia oncolitica, la terapia genica, la terapia fotodinamica e la chemioterapia ipertermica intrapleurica.
Effetti amianto: asbestosi
L’asbestosi è una forma di fibrosi interstiziale polmonare causata dall’amianto. È molto più frequente rispetto al mesotelioma nei lavoratori esposti all’asbesto.
Effetti amianto, asbestosi: come si manifesta
Inizialmente è una malattia asintomatica. Più avanti nel tempo può provocare, invece, dispnea progressiva, tosse non produttiva e astenia. Anche dopo a fine dell’esposizione al minerale cancerogeno purtroppo la malattia progredisce in più del 10% dei pazienti. L’asbestosi, nelle fasi più avanzate, può causare ippocratismo digitale, crepitii secchi alle basi e, nei casi più gravi, sintomatologia di insufficienza ventricolare destra.
Diagnosi dell’asbestosi
Per diagnosticare l’asbestosi è necessario sottoporsi a un RX Torace (preferibilmente TC ad alta risoluzione del torace). In alcuni casi è necessario un lavaggio broncoalveolare o una biopsia polmonare. Il medico, però, si basa anche sulla storia dell’esposizione all’amianto del paziente.
Le prove di funzionalità respiratoria aiutano a caratterizzare le alterazioni della funzionalità polmonare nel tempo. Mostrano, infatti, la riduzione dei volumi polmonari e della capacità di diffusione per il monossido di carbonio. Anche la pulsosimmetria non è un esame specifico, ma aiuta a capire il danno causato.
Il lavaggio broncoalveolare o la biopsia polmonare sono indicati solo quando gli esami non invasivi non riescono a fornire una diagnosi conclusiva.
Come curare l’asbestosi
Una terapia specifica per questa patologia asbesto correlata non esiste. È chiaro che il medico cercherà la soluzione migliore per migliorare le capacità respiratorie del paziente. Tra queste broncodilatatori, e controllerà i frequenti eventi acuti bronchitici, con antibiotici ed eventualmente, se clinicamente utile, con cortisonici.
Prevenire l’asbestosi
Per prevenire l’asbestosi è necessario fermare l’esposizione all’amianto. Quindi è necessaria la bonifica dell’asbesto nelle zone lavorative e non lavorative, ma anche smettere di fumare e vaccinarsi con vaccino anti-pneumococco e vaccino antinfluenzale.
Smettere di fumare, in particolare, è importante per il maggior rischio di carcinoma polmonare nei pazienti che fumano tabacco e sono esposti all’amianto. Lo screening annuale del cancro del polmone deve essere preso in considerazione per i pazienti di età compresa tra 55 e 80 anni con una storia di esposizione all’amianto e una storia di fumatori di ≥ 30 pacchetti/anno che attualmente fumano o hanno smesso negli ultimi 15 anni, devono effettuare uno screening annuale del cancro del polmone.
Il tumore del polmone e in particolare il carcinoma polmonare non a piccole cellule si sviluppa nei pazienti affetti da asbestosi con una frequenza di 8-10 volte maggiore rispetto a quelli senza asbestosi ed è particolarmente diffuso tra i lavoratori esposti a fibre anfiboliche.
Effetti amianto: il cancro ai polmoni
Il cancro ai polmoni è una patologia che provoca una crescita incontrollata di cellule maligne ed è uno dei più importanti e gravi effetti amianto. Queste compromettono la funzione dei polmoni di trasferire l’ossigeno respirato al circolo sanguigno e di depurarlo dall’anidride carbonica prodotta dall’uomo. La massa di cellule tumorali può anche ostruire il flusso dell’aria e provocare emorragie.
Ci sono diversi tipi di cancro ai polmoni: tumori non a piccole cellule (adenocarcinoma e carcinoma spinocellulare/squamocellulare), e tumori a piccole cellule (microcitoma, meno comune e tipico dei grandi fumatori).
A causare il cancro ai polmoni è per la maggior parte dei casi il fumo di sigaretta. Anche l’amianto è, però, un fattore di rischio. Come pure il radon, l’arsenico, il nichel, il catrame e il cromo.
Prevenire il cancro ai polmoni
La prevenzione è fondamentale, secondo il presidente Ona, l’avvocato Ezio Bonanni, anche perché purtroppo, ancora oggi si tratta di una malattia molto grave, di difficile soluzione. Per questo è necessario eliminare il fumo di sigaretta ed evitare anche quello passivo. Il fumo di sigaretta attivo e passivo è, infatti, responsabile della stragrande maggioranza (85-90%) dei tumori polmonari in Italia.
Rispetto a chi non fuma, il rischio di un fumatore di sviluppare una neoplasia polmonare è 14 volte superiore e arriva ad essere fino a 20 volte superiore nei forti fumatori (oltre le 20 sigarette al giorno). Il rischio si riduce in chi smette di fumare per oltre 10 – 15 anni.
Sotto la lente di ingrandimento anche le sigarette elettroniche per le quali per ora le evidenze scientifiche sull’argomento restano carenti. È comunque nociva l’inalazione di vapori riscaldati generati da questi dispositivi elettronici, attualmente oggetto di approfondimento da parte della Food and drug administration americana.
Per quanto riguarda gli esposti ad amianto, che più ci riguarda in questa sede, è importante evitare ulteriori esposizioni, smettere di fumare e sottoporsi regolarmente a screening polmonari. Vivere, se possibile, in una zona non inquinata.
Cancro al polmone sintomi
I sintomi del tumore del polmone purtroppo si manifestano soltanto in fase avanzata. Per questo le diagnosi sono, molto spesso, tardive. Spesso quando già ci sono delle metastasi. Ci sono, però, alcuni sintomi precoci che non vanno sottovalutati. Tra questi una difficoltà respiratoria, tosse persistente, la sensazione di oppressione al torace. E ancora una improvvisa perdita di peso, la presenza di striature di sangue nell’espettorato (emottisi) e perdita di sangue con la tosse.
Diagnosi del tumore del polmone
Se ci sono sintomi che possano far pensare ad una situazione da approfondire la prima cosa da fare, ovviamente, è rivolgersi al proprio medico. Sarà quest’ultimo a prescrivere, eventualmente, esami quali per esempio una radiografia al torace. Altri esami possono essere TC e PET. La diagnosi certa arriverà, però, soltanto con una biopsia che consiste nel prelievo di tessuto tumorale e il successivo esame istologico.
Tipi di tumore del polmone
Sono due i tipi principali di tumore del polmone che rappresentano il 95% delle neoplasie che colpiscono questi organi. Si tratta del tumore polmonare a piccole cellule (microcitoma) e tumore polmonare non a piccole cellule (85% dei casi).
Il microcitoma è formato da cellule di piccole dimensioni e in genere colpisce i fumatori. È molto raro nei non fumatori. La prognosi è peggiore del secondo tipo di tumore del polmone perché si diffonde molto più rapidamente.
Il tumore non a piccole cellule si divide, poi, in tre tipi:
carcinoma spinocellulare, (25-30% dei casi), nasce nelle vie aeree di medio-grosso calibro dalla trasformazione dell’epitelio che riveste i bronchi. Ha una prognosi migliore rispetto agli altri tipi;
adenocarcinoma, (60% dei casi). Si localizza in sede più periferica, a livello dei bronchi di diametro minore. E’ più frequente in chi non ha mai fumato e qualche volta è dovuto alla presenza di cicatrici polmonari causate da vecchie infezioni tubercolari o pleuriti.
carcinoma a grandi cellule è il più raro (10% dei casi). Può manifestarsi in diverse aree del polmone e cresce e si diffonde rapidamente.
Il carcinoma del polmone
Il carcinoma del polmone è la principale causa di decesso per cancro in tutto il mondo. Circa l’85% dei casi è causato dal fumo di sigaretta. I sintomi più comuni sono tosse, oppressione toracica, dolore, perdita di peso, e, più raramente, emottisi (sangue dopo un colpo di tosse). Tanti pazienti, però, si presentano alla prima diagnosi con malattia metastatica anche senza sintomi. I risultati relativi alla sopravvivenza sono migliorati grazie all’identificazione di alcune mutazioni che possono essere mirate alla terapia e gli attuali tassi di sopravvivenza a 5 anni sono del 19% (23% per le donne e 16% per gli uomini).
Effetti amianto: richiedi l’assistenza
L’Osservatorio Nazionale Amianto fornisce un servizio di assistenza gratuita per le vittime amianto. Non vi è solo la tutela giuridica, con la consulenza legale gratuita, ma anche l’assistenza medica e tecnica.