Un nuovo modo per scoprire l’amianto sulle coperture degli edifici sono i droni. L’amministrazione del Comune di Parma ha utilizzato la tecnologia per preservare l’ambiente e tutelare la salute dei cittadini.
Il Comune ha incaricato alla ditta AeroDron il lavoro di mappatura dei siti contaminati. Ieri la società ha illustrato gli esiti del censimento. Alla conferenza stampa erano presenti Tiziana Benassi, assessora alle Politiche di sostenibilità ambientale; Romeo Broglia, Chief Operating Officer di AeroDron; Fausto Ugozzoli, Chief R&D, Business Dev. di AeroDron, e i tecnici del settore Tutela ambientale del Comune.
I droni scoprono 2434 coperture in amianto
“Dopo aver investito, negli ultimi anni – ha scritto Benassi su Facebook – ingenti risorse per rimuovere l’amianto dalle scuole e dagli edifici pubblici, con questo censimento, iniziato nel dicembre 2021, ci siamo adoperati per definire lo stato di fatto del territorio, con mappe di restituzione dello stato di conservazione delle coperture e della vicinanza a siti sensibili”.
Su 34.750 coperture censite, sono 2434 quelle che contengono amianto, per buona parte di piccole dimensioni, per le quali è possibile attivare il nuovo servizio gratuito introdotto da Città di Parma in convenzione con Iren Ambiente (info 800212607).
Droni, Benassi: “Nuove tecnologie indispensabili”
“Sulla base dei dati rilevati – ha continuato l’assessora – è finalmente possibile definire in modo efficace un Piano Pluriennale di intervento per attivare i necessari interventi di monitoraggio o di bonifica, sulla base delle priorità.
L’ambiente si misura e le nuove tecnologie sono indispensabili per avere numeri e risultati attendibili, con investimenti limitati. Sono inoltre un ottimo strumento per formare e coinvolgere studenti su temi rilevanti come l’innovazione e la tutela ambientale, come è stato fatto in questo caso specifico con ITIS Leonardo Da Vinci”.
Interventi a carico dei proprietari, ma previste agevolazioni
Ora saranno informati i proprietari degli edifici sui quali i droni hanno scovato l’asbesto. Questi dovranno effettuare la valutazione del rischio da ripetere periodicamente. Grazie a questa valutazione è possibile, infatti, capire se l’eternit (miscela di cemento amianto di cui sono fatte le onduline di copertura), siano o meno deteriorate. Nel caso in cui fosse ancora in buone condizioni è sufficiente un intervento di messa in sicurezza, tramite confinamento e incapsulamento. Invece, se l’amianto fosse rovinato e avesse perso il potere aggregante lasciando le fibre aerodisperdersi nell’aria, l’unica soluzione è la completa rimozione e lo smaltimento.
Gli interventi di messa in sicurezza e la rimozione è, come previsto in Italia, a cura e spese dei proprietari. Questi ultimi potranno comunque beneficiare degli incentivi statali in tema di riqualificazione edilizia (superbonus e altre detrazioni).