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venerdì, Novembre 8, 2024

Diritto alla pensione per chi ha lavorato con amianto

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L’ONA si batte per il diritto alla pensione dei lavoratori esposti

Mandare in pensione tutti i lavoratori che hanno contratto patologie asbesto correlate, la cui orgine professionale è stata riconosciuta dall’Inail.

Questa è una delle richieste avanzate dall’Osservatorio Nazionale Amianto. Infatti, l’associazione ha formulato varie richieste nell’interesse dei lavoratori malati di patologie asbesto correlate contemplate nelle tabelle.

Quando parliamo di malattie tabellate dall’INAIL particolarmente invalidanti, si fa riferimento al mesotelioma, al tumore polmonare e dell’asbestosi.

Ovvero, patologie mortali per le quali, in alcuni casi, per pastoie burocratiche si moltiplicano i disagi per le vittime e per le famiglie.

L’Onorevole Antonio Boccuzzi si è fatto portatore delle istanze dell’Osservatorio Nazionale sull’AmiantoONA Onlus.

Boccuzzi ha infatti presentato l’emendamento n. 4127-bis./XI/28. 02 che recita testualmente:

“Tutti i lavoratori affetti da mesotelioma pleurico (c45.0), mesotelioma pericardico (c45.2), mesotelioma peritoneale (c45.1), mesotelioma della tunica vaginale del testicolo (c45.7), carcinoma polmonare (c34) e asbestosi (j61), riconosciute dall’INAIL di origine professionale, ovvero quale causa di servizio, hanno diritto ad essere collocati in pensione secondo le disposizioni di cui alla L. 222/84, in assenza di qualsiasi limite, di grado di inabilità e di anzianità anagrafica e contributiva, e con effetto immediato, e con quantificazione degli importi della prestazione, nella misura dell’80% della media delle retribuzioni percepite per attività di lavoro, con rivalutazione in base agli indici ISTAT”.

Diritto alla pensione

Cosa accadrà in caso di approvazione?

In caso di approvazione della misura legislativa, tutti i lavoratori che ottenessero dall’INAIL il riconoscimento della patologia asbesto correlata potrebbero accedere al prepensionamento a prescindere dal grado di inabilità.

Quindi anche laddove operazioni chirurgiche e chemioterapia dovessero in qualche modo portare momentaneamente alla regressione della patologia, i lavoratori potrebbero accedere ugualmente alla prestazione pensionistica.

Il tutto senza correre il rischio di eventuali successive revoche, ovvero quello di dover continuare a lavorare pur con gravi patologie.

Questa misura legislativa si giustifica soprattutto alla luce della riforma Fornero, che ha elevato l’età pensionabile fino a far sfiorare i 70 anni.

È evidente che non sempre patologie come il mesotelioma, il tumore polmonare e l’asbestosi danno immediatamente un grado invalidante tale da dar diritto alla pensione INPS. Anche se accompagnate da periodi di malattia.

Proprio per evitare ogni ambiguità, nel caso di sussistenza di queste gravi malattie, è giusto che questi lavoratori siano messi in pensione di inabilità.

“Ringraziamo l’onorevole Boccuzzi e ci auguriamo che il parere favorevole della Commissione Lavoro venga accompagnato dalla definitiva approvazione del Parlamento”, dichiara l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto.

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