Oltre 120 dipendenti pubblici avevano presentato ricorso al Tar del Lazio dopo la sospensione dal servizio e dello stipendio. Secondo i giudici amministrativi, però, hanno torto
Il Tar del Lazio ha ritenuto che siano pienamente legittimi i provvedimenti con i quali la pubblica amministrazione ha disposto la sospensione dal servizio e dalla retribuzione chi non ha proceduto ad assolvere all’obbligo vaccinale. La decisione è contenuta in una sentenza con la quale i giudici hanno respinto un maxi ricorso proposto da 127 dipendenti pubblici. La pubblica amministrazione aveva sospeso i dipendenti del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico, nonché personale della scuola, per mancato assolvimento dell’obbligo vaccinale.
Dipendenti pubblici, sospensione deriva dalla legge
I ricorrenti avevano sostenuto che le disposizioni non avrebbero garantito la salute pubblica e che, invece, avevano creato problemi nei Dicasteri a causa della mancanza di personale. Il Tar, ritenendo che i provvedimenti lesivi contestati sono esclusivamente quelli di sospensione dallo stipendio, li ha ritenuti “tutti legittimi”.
Il Tar ha spiegato che l’amministrazione “non ha alcun potere discrezionale, discendendo il contenuto dell’atto direttamente dalla legge”.
Green pass, cosa cambia dal 1 aprile
Dal primo aprile cambieranno varie regole Covid in base al nuovo decreto di Governo, con la fine dello stato di emergenza. Fino al 15 giugno resta, però, l’obbligo vaccinale per i settori scuola, sanità, difesa, sicurezza e soccorso pubblico.
Le cose cambieranno, invece, per i lavoratori over 50 che potranno tornare a lavoro con il Green Pass base, quello che si ottiene anche con il tampone. Per loro, di fatto, termina così la sospensione dal lavoro.
Dipendenti pubblici, altri casi in Italia
Finora, a parte rarissimi casi, i giudici amministrativi, in più parti d’Italia avevano sospeso il blocco degli stipendi, rimandando la questione ad un esame nel merito in sede collegiale. Qualche giorno fa il Tar del Lazio si è espresso però contro i lavoratori che dovranno vaccinarsi o attendere la fine dello stato di emergenza. La tutela della salute collettiva, infatti, è stata considerata un motivo valido per la sospensione da lavoro e dello stipendio.
In un caso il Giudice del Lavoro del Tribunale di Velletri, nel dicembre 2021, aveva riammesso un’operatrice sanitaria non vaccinata. Il Tar in quel caso le aveva dato ragione, prima con provvedimento cautelare e poi con sentenza, per “la rilevanza costituzionale dei diritti compromessi (dignità personale, dignità professionale, ruolo alimentare dello stipendio)”.
L’ONA e l’assistenza legale
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, attraverso il suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, fornisce assistenza legale alle vittime di amianto. Così come alle loro famiglie e alle vittime del dovere. Grazie anche al lavoro dell’Ona i medici che, nel primo anno della pandemia, hanno perso la vita a causa del Covid, sono stati riconosciuti vittime del dovere.
Ora gli esperti e i professionisti dell’associazione sono al fianco anche di chi scegliendo di non vaccinarsi è stato sospeso dal lavoro.
L’Osservatorio Nazionale Amianto ha realizzato in questo senso uno specifico strumento on-line di assistenza. Gli operatori risponderanno anche alle domande di quelle persone che ritengono di aver subito effetti collaterali a causa del vaccino Covid.
Per richiedere una consulenza gratuita i lavoratori e i cittadini possono anche contattare il numero verde 800 034 294.