Nuove prospettive per una diagnosi precoce del tumore del polmone e del mesotelioma. La ricerca va avanti e nell’ultimo periodo ben due studi, uno già concluso e l’altro che partirà a breve, danno speranza per scoprire prima questi due tipi di cancro. Entrambi temibili proprio perché asintomatici fino a quando poi è difficile riuscire ad intervenire con successo.
Diagnosi precoce, verso nuovi test diagnostici
Le due ricerche stanno lavorando su nuovi test diagnostici che utilizzano il siero del sangue per identificare il mesotelioma nelle sue fasi iniziali. Il test sanguigno potrebbe rappresentare una vera svolta per la diagnosi della patologia.
In particolare gli scienziati di Ankara e Istanbul, in Turchia, hanno utilizzato il metodo della “spettroscopia a trasformata di Fourier” (Atr-Ftir). L’hanno poi abbinata a un’analisi multivariata dei componenti principali (Pca), alla macchina vettoriale di supporto (Svm) e in particolare all’analisi discriminante lineare (Lda) agli spettri infrarossi.
Lo studio sarà pubblicato nell’ottobre 2022 su Molecular Basis of Disease.
Sono strumenti di difficile comprensione per chi non è esperto della materia. Quello che è importante, però, in questa sede, è che le differenze strutturali tra i quattro campioni di siero hanno dimostrato che il versamento essudativo sano e benigno, il cancro ai polmoni e i gruppi MPM, possono effettivamente essere distinti con successo. I ricercatori hanno ottenuto risultati veritieri all’87,5%.
Sono 112 le persone che si sono sottoposte al prelievo, il cosiddetto gruppo di controllo. Di queste 25 hanno un mesotelioma maligno, 31 il tumore ai polmoni, 26 versamenti pleurici non maligni e 30 sono, invece, individui sani.
Diagnosi precoce vuol dire trattamento più efficace
Il test potrebbe quindi portare a una diagnosi precoce del mesotelioma o del tumore del polmone prima dei sintomi evidenti. Questo ovviamente consentirebbe di iniziare ogni trattamento quando la malattia è in ancora in fase iniziale.
Si tratta tra l’altro di un esame non invasivo e anche per questo potrebbe essere somministrato facilmente e con costi contenuti a soggetti esposti ad amianto.
Progetto Arrdia, alla ricerca del gruppo di volontari
Partirà a breve, invece, il progetto di ricerca europeo Arrdia – Asbestos related respiratory diseases in industrial areas – per la tutela della salute degli ex esposti all’asbesto. Anche in questo caso l’obiettivo è quello di individuare marcatori precoci di mesotelioma pleurico e interstiziopatie polmonari nel sangue e nel respiro.
Il dottor Roberto Cherchi, direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Toracica dell’Arnas Brotzu di Cagliari, coordinerà il progetto insieme all’Associazione italiana esposti amianto (Aiea). Con loro anche il professor Pierluigi Cocco, consulente di Medicina del lavoro dell’Università di Manchester (Regno Unito), il CRS4 e la fondazione “Centro servizi alla persona” di Villamar.
I ricercatori stanno ora raccogliendo il gruppo di volontari che si sottoporrà ai test per tre anni ogni 6 mesi.
Amianto, killer silenzioso e dimenticato (sul nostro territorio)
A causare il mesotelioma è soltanto l’amianto. Un minerale dalle tante caratteristiche positive, utilizzato per decenni dall’industria, ma cancerogeno. Causa infatti tutta una serie di patologie asbesto correlate, tra cui tanti tipi di tumore: al polmone, alla laringe, alla faringe, alle ovaie, solo per fare alcuni esempi.
Lo spiega perfettamente, ricostruendo tutta la storia dell’asbesto nella Penisola, il presidente dell’Ona – Osservatorio nazionale amianto, l’avvocato Ezio Bonanni, ne “Il libro bianco delle morti da amianto in Italia – ed. 2022“. L’amianto provoca circa 7mila vittime ogni anno. I casi di mesotelioma sono registrati nel VII Rapporto ReNaM dell’Inail. Nonostante questo le bonifiche dei siti contaminati sono ancora in forte ritardo.
Trenta anni dopo la Legge che lo ha messo al bando ci sono ancora oltre 2000 scuole con materiali in amianto e ospedali. Per non parlare degli edifici costruiti prima del 1993 e delle discariche abusive. Per una mappatura più accurata l’Ona ha realizzato una App apposita. Intanto continua a contribuire anche alla ricerca, percure più efficaci e, appunto, diagnosi precoci che possono salvare la vita.