Il Wwf lancia l’allarme sui crimini contro la natura. Costituiscono, infatti, la quarta attività criminale più redditizia al mondo. Prima di questi il traffico di droga, la contraffazione e il contrabbando delle armi. Muovono 280 miliardi di dollari l’anno e non accennano a diminuire.
Crimini contro la natura, Wwf: “Fenomeno sottovalutato”
I numeri sono stati diffusi durante un workshop organizzato appositamente sul tema dal Wwf.
“C’è una diffusa sottovalutazione del fenomeno dei crimini contro la natura, che vanno derubricati da episodi isolati o locali. – ha detto Luciano Di Tizio, Presidente Wwf Italia – Bracconaggio e traffico di specie protette sono fenomeni criminali che hanno impatti gravi sulla biodiversità. Possono essere veicolo di diffusione di patologie e producono ingenti redditi. Wwf chiede banche dati efficienti e interconnesse, di potenziare il controllo sul territorio, indebolito negli ultimi anni con la dismissione delle polizie provinciali, e attività di formazione e sensibilizzazione, sia per il grande pubblico che per le forze di polizia e magistratura”.
Crimini contro la natura: le specie più a rischio
L’Italia è purtroppo un crocevia del traffico di specie protette e, in generale, dei crimini contro la fauna selvatica. I bracconieri catturano e uccidono passeriformi, aquile e falchi, ungulati, anatidi, uccelli limicoli, ghiri, anguille, lupi, orsi. In mare si pescano ricci di mare, datteri, pesce spada sotto taglia, squali, oloturie, coralli, bianchetti e tartarughe marine. Non si risparmiano nemmeno le specie vegetali protette, come le radici della genziana lutea, ricercata per farne liquori. Frequente è anche l’importazione di animali esotici o di loro parti come l’avorio, le corna di rinoceronte, la pelle di tigre o di leopardo.
Pochi processi terminano con una condanna
I carabinieri hanno comminato nel 2018 oltre 5 milioni e mezzo di euro di sanzioni (oltre 1 milione nel 2020). Tra il 2016 e il 2019 la Regione in cui sono stati denunciati più illeciti è la Lombardia con 5.256 denunce, seguita dal Veneto con 2.526 e dalla Toscana, con 2.247 denunce.
Il sistema di repressione di questi illeciti ha delle falle e incontra diversi ostacoli. In Italia tra il 41 e il 46% degli illeciti vengono archiviati prima del dibattimento, e fra il 38-50% vanno in prescrizione. Solo il 27% degli illeciti di natura arriva a condanna.
Non esiste una banca dati centralizzata sui crimini di natura. Chi uccide una specie protetta può cancellare dalla fedina penale il proprio crimine con soli 1.000 euro, e le sanzioni per i crimini contro gli animali selvatici sono bassissime. Anche sui controlli c’è ancora molto da fare, basti pensare che due terzi degli agenti di vigilanza sono volontari.