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martedì, Settembre 10, 2024

Amianto sui bus, Cotral dovrà risarcire i figli di un autista

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Il Tribunale di Roma ha condannato l’azienda di trasporti Cotral al risarcimento dei danni nei confronti dei figli dell’autista Vincenzo Cecchini, morto per un adenocarcinoma polmonare da amianto. Ai due uomini, Stefano e Claudio, andranno 78.714 euro ciascuno.

Risarcimento di 236.142 euro per vedova e figli

Stessa somma ottenuta dalla madre e moglie di Cecchini in una sentenza del 2018, nel dicembre scorso confermata in Appello, con un procedimento distinto. Si tratta ancora di una parte del risarcimento del danno (iure hereditario, vale a dire subito dalla vittima), per la malattia causata dall’esposizione all’asbesto presente sui mezzi guidati dal 59enne.

I tre proseguiranno il procedimento giudiziario per chiedere anche il risarcimento dei danni iure proprio (subiti direttamente dai familiari per la morte del congiunto). Sempre assistiti dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto.

Manovale e autista Cotral per oltre 10 anni

Cecchini ha lavorato dal 1981 prima come operaio manovale e poi come manovale d’officina per Cotral e, dal 1993, autista di linea di autobus. Ha svolto negli anni mansioni consistenti nella manutenzione delle scale mobili delle stazioni della metropolitana di Roma. Che presentavano molte componenti in amianto. Come autista di linea di autobus ha condotto mezzi pesanti, autobus e pullman ancora con vari parti in amianto. Con esposizione ai gas di scarico dei motori diesel e a polveri e fibre di amianto. È stato esposto, quindi, all’asbesto, così come a residui della combustione, benzene e altri cancerogeni per il sistema respiratorio. Sempre in assenza di strumenti di prevenzione e di protezione individuale.

L’Ona da anni ormai assiste le vittime amianto e i loro familiari. L’avvocato Bonanni è stato uno dei primi a denunciare le conseguenze dell’esposizione alla fibra killer, come dimostrano le sue numerose pubblicazioni sul tema. L’ultima: “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022” oltre a ripercorrere la storia dell’utilizzo indiscriminato di questo minerale considerato pericoloso già dai primi anni del Novecento, riporta anche i dati relativi ai decessi per patologie asbesto correlate. Tra queste la più grave è sicuramente il mesotelioma, seguito proprio dal tumore del polmone. Una strage silenziosa che va fermata. Per questo l’avvocato si batte per ottenere un piano di bonifica dei siti contaminati che vengono aggiornati anche grazie alla App Ona.

Confermato in Appello il risarcimento per vedova dell’autista

Il giudice del Lavoro, Valentina Cacace, si è attenuta alla sentenza del Tribunale di Roma del 2016 confermata in Appello, resa nel giudizio della madre dei due ricorrenti, Laura Cristofanelli, nei confronti di Cotral, che aveva ad oggetto lo stesso danno fatto valere dai figli.

Il consulente tecnico nominato nel procedimento aveva riconosciuto la sussistenza del nesso eziologico fra l’esposizione lavorativa realizzatasi tra il dicembre 1981 e il dicembre 1992 e l’insorgenza dell’adenocarcinoma polmonare diagnosticato” alla vittima. Il Dott. Cavalli in particolare scrisse: “… la letteratura scientifica … ha segnalato l’aumentata incidenza di carcinomi polmonari tra le persone esposte all’asbesto”.

E ancora, sostiene il ctu, in relazione a tutta una serie di normative richiamate che definiscono cancerogeno l’amianto e che dispongono tutta una serie di misure che il datore di lavoro deve attuare per preservare la salute dei suoi dipendenti, “… non può non dubitarsi della responsabilità della società resistente per l’omessa adozione di quelle cautele … che avrebbero ridotto il rischio…”.

Cotral, riconosciuto anche il danno di natura psichica

Il Tribunale di Roma riconosce anche per i figli, com’è stato per la madre, il danno biologico di natura psichica. Cecchini, infatti, ha percepito lucidamente l’approssimarsi della morte.

Dopo la diagnosi, poi, ha visto notevolmente compromessa la sua integrità psico-fisica. Intanto, ha percepito la gravità del quadro patologico. Ha dovuto poi subire innumerevoli controlli ed esami diagnostici.

La nota di Cotral: “Nessun lavoratore è esposto ad amianto”

Cotral ha risposto con una nota spiegando che si tratta di “fatti risalenti a vent’anni fa”. Purtroppo, com’è noto, il tempo di latenza tra l’esposizione all’amianto e la comparsa della malattia può essere anche di 40 – 50 anni e si tratta quindi di fatti comunque attuali. “Nel rispetto della normativa – ha aggiunto Cotral – nessun lavoratore impiegato presso gli impianti di Cotral Spa, è attualmente esposto al contatto con componenti che contengono polveri e fibre di amianto”.

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