Le richieste dell’ONA per i dipendenti ACEGAS
L’ONA chiede che l’INPS applichi la misura del prepensionamento a tutti i dipendenti di queste società evitando dispendiose azioni giudiziarie
G.T e P.R, entrambi di Trieste, iscritti all’Osservatorio Nazionale Amianto – Friuli Venezia Giulia, che si erano visti negare dall’INPS il diritto al prepensionamento, hanno ottenuto questo riconoscimento dalla Corte dei Conti, Sezione Regionale per il Friuli Venezia Giulia, che ha accolto le richieste formulate dall’Avv. Ezio Bonanni e dall’Avv. Corrado Calacione.
Non sono le prime sentenze della Corte giuliana che è chiamata a esprimersi sui provvedimenti dell’INPS di Trieste, che continua a negare a questi lavoratori esposti ad amianto il diritto ad ottenere un pensionamento anticipato in seguito all’esposizione professionale a polveri e fibre di amianto.
L’associazione, attraverso il suo presidente Avv. Ezio Bonanni, chiede all’INPS di Trieste di prendere atto degli accertamenti disposti dalla Corte dei Conti e delle numerose sentenze già passate in giudicato e di disporre il pensionamento di tutti i dipendenti del comparto in forza dell’art. 13, comma 8, L. 257/1992.
“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, questo recita l’art. 1 della Costituzione, ma cosa succede quando il lavoro si mostra incompatibile con la vita?
La città di Trieste è ormai da decenni l’epicentro in Italia di un vero e proprio fenomeno epidemico di patologie asbesto correlate. Infatti, dal 1993 al 2011, il ReNaM ha censito 956 casi di mesotelioma (dati aggiornati nel VII Rapporto Mesoteliomi). È solo la punta dell’iceberg perché l’amianto provoca una serie di altre patologie, dai tumori al polmone alla laringe e all’ovaio e a quelli del tratto gastrointestinale, e poi ancora le patologie fibrotiche con le complicazioni cardiovascolari e cardiocircolatorie, un vero e proprio bollettino di guerra in questa martoriata città, crocevia dell’Europa.
Migliaia di lavoratori hanno negli anni ottenuto il riconoscimento dei benefici contributivi utili al prepensionamento non senza dover prima percorrere una lunga trafila burocratica e, in moltissimi casi, anche giudiziaria.
Così ancora per i dipendenti di ACEGAS
Eppure l’INPS continua a negare la sussistenza del rischio amianto per questi lavoratori, che quindi debbono percorrere l’azione giudiziaria.
È il caso dei Sigg.ri G.T e P.R, entrambi di Trieste: ma l’Osservatorio Nazionale Amianto ha ottenuto anche per loro il prepensionamento. Ora ci sono altre due sentenze della Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale per il Friuli Venezia Giulia, che hanno condannato l’INPS a porre in prepensionamento questi altri 2 lavoratori (sentenza emessa il 14 marzo 2017 e già posta in esecuzione).
Si è impegnato personalmente l’Avv. Ezio Bonanni, che si è avvalso della collaborazione autorevole e capace dell’Avv. Corrado Calacione, del Foro di Trieste, e ha potuto dimostrare attraverso la prova testimoniale e la CTU tecnico-ambientale che le particolari mansioni di questi due lavoratori comportavano esposizioni superiori alle 100 ff/ll e quindi il diritto a ottenere un prepensionamento pari al 50% del periodo di esposizione.
Presso ACEGAS, come dichiarato nelle 2 sentenze, le mansioni di “manutenzione della rete aerea e sotterranea di illuminazione pubblica e di contatori elettrici” hanno comportato la diretta manipolazione di amianto (così si legge sia nella sentenza n. 15 che nella sentenza n. 16 del 2017 della Corte dei Conti, Sez. Giur. per il Friuli Venezia Giulia).
Le richieste dell’Osservatorio Nazionale Amianto
L’Osservatorio Nazionale Amianto chiede quindi che l’INPS accrediti a tutti i dipendenti di ACEGAS che abbiano svolto le mansioni per cui si è accertato il superamento della soglia, le maggiorazioni contributive per esposizione ad amianto in modo da ottenere per loro un prepensionamento, evitando quindi altre azioni giudiziarie.
L’Osservatorio Nazionale Amianto, infatti, prima di proporre ulteriori azioni giudiziarie, intende istituire un tavolo interistituzionale con il Sindaco di Trieste, la Regione Friuli Venezia Giulia, l’INPS e l’INAIL al fine di ridurre il contenzioso e le spese giudiziarie, sia per gli Enti che per i cittadini.
Infatti, la Regione è a statuto speciale e contempla all’art. 3 della L. 22/2001 il “Registro Regionale degli Esposti”, lo strumento tecnico dell’iscrizione nell’elenco degli esposti ad amianto che, coniugato coi precedenti giurisprudenziali, potrebbe permettere una deflazione del contenzione.
L’Osservatorio Nazionale Amianto infatti tende una mano alle istituzioni, anche INPS e INAIL: per questi motivi è prevista l’istituzione di una sede nella città di Trieste, in collaborazione con USB Vigili del Fuoco, che diverrà operativa nell’arco dei prossimi mesi.
Le dichiarazioni del Presidente dell’ONA
«Infatti, perché l’INAIL e l’INPS non tengono conto del Registro Regionale degli Esposti? Non capisco il motivo per il quale un accertamento effettuato dai sanitari della ASL e un inserimento in un registro pubblico, come quello di cui all’art. 3 della legge regionale 22/2001, di una regione che è a statuto speciale, non valga niente per l’INPS e l’INAIL e si debba ricorrere sempre o quasi sempre al Giudice» dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.
«Questi i motivi per i quali la nostra azione dovrà continuare ad essere sempre più incisiva e collaborativa con le istituzioni in Friuli Venezia Giulia come per il resto d’Italia. Non serve fare le cause, serve applicare la legge e tutelare i diritti di questi lavoratori vittime, che quindi debbono andare in pensione al più presto perché l’amianto colpisce a distanza di 30/40 anni, e che senso ha applicare a questi lavoratori la Legge Fornero quando sappiamo fin da ora che la maggior parte verrà colpita dalle patologie asbesto correlate prima del raggiungimento dell’età pensionabile?» continua l’Avv. Ezio Bonanni, che fin dal 2007, intervenendo alla Conferenza Regionale di Monfalcone, sollevò questo problema alle istituzioni di questa regione.
«Un ringraziamento va alla Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale per il Friuli Venezia Giulia, che in modo puntuale e preciso nonostante la complessità della materia ha permesso l’accertamento tecnico del superamento della soglia delle 100 ff/ll utile per il prepensionamento dei lavoratori ACEGAS» dichiara la Sig.ra Antonella Franchi, del coordinamento nazionale ONA Onlus.
«Occorre tutelare la dignità della vita umana in tutte le sue forme e quindi preservarla dalle patologie dell’amianto con la prevenzione primaria: evitare tutte le esposizioni e nel territorio di Trieste anche i finanzieri sono stati esposti all’amianto, lo ricordo perfettamente, e quindi tale riconoscimento del prepensionamento deve essere oggetto di un provvedimento esteso anche ai finanzieri» aggiunge Antonio Dal Cin, del Dipartimento Guardia di Finanza dell’ONA.
“L’Osservatorio Nazionale Amianto, in Friuli Venezia Giulia, e a Trieste in particolare, ha sostenuto le istanze di giustizia di lavoratori e cittadini esposti e vittime dell’amianto e loro familiari, nella loro sete di legalità e giustizia. Anche a voler accogliere le stime dell’INAIL/RENAM, e circoscrivere i dati dell’epidemia ai soli casi di mesotelioma (più di 1.000 censiti tra il 2005 e il 2013), siamo di fronte ad una emergenza che non è soltanto sanitaria e giudiziaria, ma è prima di tutto sociale e oserei dire morale – dichiara il Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto -. Purtroppo i dati epidemiologici acquisiti dall’Associazione, testimoniano una più alta incidenza di casi di patologie asbesto correlate, che impongono quindi una maggiore attenzione per la prevenzione primaria (evitare ogni forma di esposizione), per la prevenzione secondaria (diagnosi precoce attraverso la sorveglianza sanitaria e potenziamento delle strutture, eccellenti, che ci sono sul territorio della regione) e poi non ultimo il prepensionamento e il risarcimento dei danni”.
Il capoluogo del Friuli Venezia Giulia è l’epicentro di una epidemia di patologie asbesto correlate: secondo il dipartimento di prevenzione dell’Azienda per l’assistenza sanitaria Triestina, nel 2014, sono state 107 le segnalazioni pervenute per patologie asbesto correlate. Un dato preoccupante, e in costate aumento, soprattutto se paragonato all’anno precedente in cui i casi segnalati sono stati 69.
I numeri della strage: 442 casi di patologie asbesto correlate in 5 anni a Trieste
- anno 2010 – 127 casi di patologie asbesto correlate (nel dettaglio: 27 casi di mesotelioma, 15 tumori polmonari e 85 placche, ispessimenti pleurici, fibrosi polmonare)
- anno 2011 – 82 casi di patologie asbesto correlate (nel dettaglio: 24 casi di mesotelioma, 17 tumori polmonari e 41 placche, ispessimenti pleurici, fibrosi polmonare)
- anno 2012 – 57 casi di patologie asbesto correlate (nel dettaglio: 23 casi di mesotelioma, 11 tumori polmonari e 23 placche, ispessimenti pleurici, fibrosi polmonare)
- anno 2013 – 69 casi di patologie asbesto correlate (nel dettaglio: 28 casi di mesotelioma, 11 tumori polmonari e 30 placche, ispessimenti pleurici, fibrosi polmonare)
- anno 2014 – 107 casi di patologie asbesto correlate (nel dettaglio: 23 casi di mesotelioma, 38 tumori polmonari e 46 placche, ispessimenti pleurici, fibrosi polmonare)
* Fonte: segnalazioni delle patologie da amianto pervenute a tutto il 2014 alla S.C.S.P.S.A.L. (Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro).