Fermi i lavori di abbattimento del cavalcavia, parte dell’ecomostro sulla strada regionale 56, a Cormons. C’è il sospetto della presenza di amianto. In questi ultimi anni è sempre più diffusa la consapevolezza del pericolo che l’amianto possa rappresentare per la salute umana. E anche nei cantieri l’attenzione è, fortunatamente, sempre più alta.
Cormons, possibile amianto nel cavalcavia: esami di Asugi
L’asbesto presente potrebbe essere in minima quantità, ma l’amministrazione ha voluto comunque chiudere temporaneamente il cantiere per accertamenti. Gli esami sul materiale saranno effettuati dalla Asugi (Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina). Ci vorrà qualche giorno per avere i risultati. Non solo, gli operai della ditta che si sta occupando dei lavori hanno anche posizionato dei teli sul materiale già demolito e una speciale materiale colloso di colore rosa per evitare aerodispersione delle fibre.
Il sindaco, Roberto Felcaro, ha tranquillizzato i residenti. La quantità di amianto sarebbe minima, ma comunque sono state prese tutte le misure precauzionali per evitare esposizioni.
Cormons, lavori di demolizione già al 60%
L’amministrazione comunale di Cormons sta portando avanti i lavori di demolizione su delega della Regione Friuli Venezia Giulia. In sinergia con la Regione il Comune si occuperà di tutte le misure necessarie. La Direzione lavori formulerà un piano degli interventi per realizzare comunque la demolizione, considerando l’eventuale presenza di amianto.
I lavori sono, comunque, già a buon punto. Il cantiere è stato, infatti, aperto il 6 maggio scorso e già è stato realizzato il 60% della demolizione.
Principio di precauzione da seguire sempre
Il modus operandi trova il plauso anche dell’Osservatorio nazionale amianto e del suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni. È, infatti, fondamentale la massima precauzione quando si parla di asbesto e utilizzare il principio di precauzione. Bonanni, ne “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022”, ha ripercorso il fenomeno in Italia.
I decessi per mesotelioma (causati esclusivamente dall’amianto), sono registrati nel VII Rapporto ReNaM. Sono però numeri sottostimati. L’Ona stima, infatti, soltanto nel 2022, circa 7mila vittime. Le patologie asbesto correlate sono, infatti, diverse. Tra queste anche il tumore del polmone e tante altre neoplasie.