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lunedì, Novembre 4, 2024

Clavesana dice NO: la protesta delle Langhe contro rifiuti tossici

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Clavesana dice NO è un comitato cittadino che si è costituito in ottobre e che protesta contro lo stoccaggio dei rifiuti pericolosi nelle Langhe

Clavesana dice NO: chi sono

Il comitato cerca, con il consenso dei cittadini e delle realtà agro-vinicole di zona, di opporre resistenza al fianco del Comune, alla scelta di San Giovanni a Clavesana come sito di stoccaggio di rifiuti, anche pericolosi.

Clavesana dice NO è un comitato spontaneo che nasce per difendere il territorio da insidie che potrebbero compromettere identità ed economia del posto.

Contrastare il progetto configurandosi come comitato di protesta perché il luogo che sarebbe stato indicato è una fonte preziosa di acqua e rappresenta un geosito di interesse nazionale.

San Giovanni a Clavesana è attraversato, infatti, da circa venti sorgenti sotterranee e grazie all’acquedotto Langhe e Alpi Cuneesi fornisce acqua potabile a più di 200 mila persone.

Il luogo scelto è ricco di sorgenti sotterranee (circa venti), è attraversato dall’acquedotto Langhe e Alpi Cuneesi (che fornisce acqua potabile a 200 mila persone), ma anche da una grande galleria che raccoglie l’acqua del Tanaro a Clavesana e la convoglia alla centrale idroelettrica Edison, a Farigliano.

Meandro del fiume Tanaro, si caratterizza per l’andamento sinuoso e per i calanchi, ovvero caratteristiche formazioni geologiche che sono state inserite nell’elenco ISPRA.

Il sito indicato come luogo di stoccaggio è in stretto vicinato con ben 4 centri abitati: Cascina San Giovanni, frazione Pra, frazione Tetti di Clavesana, frazione Naviante di Farigliano.

Il rischio di contaminazione

Un sito di stoccaggio insidierebbe economia e patrimonio naturale della comunità piemontese.

I prodotti agricoli a rischio contaminazione, la svalutazione degli immobili a causa della vicinanza di un deposito rifiuti, in parte tossici sarebbero fonte di impoverimento per tutta la cittadina e i suoi abitanti.

Effetti negativi si prospetterebbero anche per il settore turistico una risorsa importante che ha risollevato le sorti della comunità dopo l’alluvione del 1994.

I numeri

Il comitato Clavesana dice NO conferma un diffuso timore anche in vista dell’ingente transito di rifiuti, si parla di circa 49 tonnellate, che è la quantità massima stoccabile, di rifiuti pericolosi quali amianto, cadmio, mercurio, gas in contenitori a pressione, liquidi antigelo, tubi fluorescenti e altri rifiuti contenenti mercurio, rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi, pitture e vernici di scarto.

In pratica a pieno regime si parlerebbe di 230 mila tonnellate di rifiuti non pericolosi e oltre 3.000 pericolosi.

La paura degli incendi

Così come si accennava il Comitato “Clavesana dice NO” mostra evidenti preoccupazioni per la salute delle persone che abitano il luogo.

Basti pensare alla frequenza con cui si verificano incidenti in stoccaggi, depositi e discariche (sversamenti, incendi).

Soltanto tra il 2017 e il 2019 si contano, così come riporta il giornale “Cuneo 24dai 50 ai 112 incendi l’anno; la maggioranza si è verificata nel Nord Italia.

Un incendio nel deposito avrebbe gravissime conseguenze per l’aria (per dispersione di fumi tossici) e per il suolo e le acque sottostanti. 

La quantità di rifiuti prevista, inoltre, determinerebbe un importante traffico di tir, con conseguenze negative su emissioni, traffico e rischio incidenti.

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