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giovedì, Marzo 27, 2025

Censimento amianto, pubblicata la norma con i criteri da seguire

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Un piccolo passo avanti, per la realizzazione del censimento amianto, è stato fatto con la pubblicazione della norma Uni 11870:2022. “Materiali contenenti amianto – Criteri e metodi per l’individuazione e il censimento nelle strutture edilizie, nelle macchine e negli impianti”. Questo il titolo del regolamento che illustra un corretto percorso di riconoscimento e di classificazione di questi materiali.

Secondo la legislazione vigente, in vigore dal 1994, spetta al datore di lavoro o al proprietario di un edificio individuare i materiali contenenti amianto. Questo per mettere in atto le misure di prevenzione e protezione più adeguate.

Censimento amianto: cosa prevede la norma

La norma prevede ora un percorso completo per le attività di censimento. Partendo dal piano di campionamento fino ad arrivare alla relazione finale. Individua gli addetti al censimento e dalle attività preliminari, definisce il piano di campionamento, spiega come realizzare il censimento ed elaborare i dati.

Molto utile l’elenco non esaustivo di prodotti contenenti amianto con la possibile ubicazione e l’attività produttiva coinvolta. Indica la dotazione di strumentazioni e dispositivi utili, nonché la classificazione dei Mca in base alle condizioni di integrità o degrado degli stessi. La lista si trova in appendice alla norma ed è un aiuto concreto per individuare possibili oggetti o parti degli edifici e dei macchinari contenenti il terribile asbesto.

Censimento amianto: la richiesta arrivò dall’Ona

La richiesta del censimento amianto proviene dall’Ona e dal suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, ed è stata inserita nel testo normativo elaborato dalla commissione amianto del ministero dell’Ambiente di cui faceva parte sia Bonanni che il generale Giampiero Cardillo, presieduta da Raffaele Guariniello.

“Finalmente le istituzioni si stanno muovendo nel senso voluto dall’Ona – ha commentato l’avvocato Bonanni – Quello che manca infatti è proprio il censimento. Proprio per questo abbiamo realizzato la App amianto, per individuare i siti a rischio e quindi per evitarli e poi bonificarli”.

Il censimento non basta, il caso Ilva

Non è sufficiente il censimento, però, come sostiene sempre il presidente Ona. le fibre killer, infatti, si disperdono nell’ambiente circostante e arrivano ben oltre il sito dove è stato utilizzato l’amianto. Ne è un esempio palese l’Ilva di Taranto.

Tutta la zona che si trova vicino alla fabbrica è inquinata, come lo sono pure le abitazioni degli operai che ancora ogni giorno tornano a casa portando con loro fibre di amianto. E allora è necessario che il censimento sia elastico e riguardi l’intera comunità.

L’Inail ha lavorato per la stesura del testo normativo

L’Inail ha coordinato il gruppo di lavoro tecnico di stesura della norma. Nell’ambito dell’Uni, l’Inail ha fortemente sollecitato l’esigenza di una normazione tecnica in materia. All’elaborazione della norma hanno partecipato i professionisti della Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione (Contarp) dell’Istituto, che ha coordinato il gruppo tecnico di lavoro, con i ricercatori del Dipartimento innovazioni tecnologiche (Dit).

A distanza di 30 anni esatti dalla Legge 257 del 1992 che ha messo al bando il minerale killer, questa norma sembra quasi assurda. Eppure le bonifiche sono in forte ritardo perché la legge non ha imposto alle aziende che hanno utilizzato amianto di rimuoverlo. In più questo materiale è in tantissimi edifici costruiti prima del 1993 e negli oggetti più disparati.

Oltre 3mila sono stati i suoi utilizzi in tantissimi settori, primo l’edilizia.
Purtroppo, nonostante già dai primi del ‘900 si conoscesse la pericolosità del materiale, della polvere e delle fibre, le aziende hanno minimizzato i rischi. In più finchè le vittime erano soltanto tra gli operai non era facile anche creare una giusta consapevolezza con il rischio di perdere il posto di lavoro.

I rischi legati all’amianto

In tanti, per questioni di profitto, hanno negato la sua cancerogenicità anche quando sono arrivati studi scientifici negli anni ’40 a dimostrarlo. Era ormai chiaro che l’amianto provocasse il mesotelioma, l’asbestosi e tutta una serie di tumori la cui lista si è allungata nel corso degli anni.

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