Mentre in diversi siti le bonifiche dall’amianto tardano a partire, a Cava de’ Tirreni, in provincia di Sassari, si va avanti con costanza. Finora sono stati rimosse 700 tonnellate di materiali in asbesto contenuti per lo più nei container dei campi costruiti nel post terremoto del 1980.
Cava de’ Tirreni, bonifica partita nel 2015
Tante famiglie si sono rifugiate in quegli alloggi, tanti bambini sono cresciuti nella zona. Nel 2015, però, l’amministrazione ha disposto l’abbattimento dei prefabbricati e la riqualificazione dell’area. Tutti i container, oggi, sono stati rimossi. Si è partiti dal campo Sant’Arcangelo, poi Santa Lucia e le Ginestre di San Pietro.
Un lavoro importante che dura da anni e che è stato rallentato anche dall’occupazione abusiva di alcuni alloggi. Qualcuno che, pur di avere un tetto sulla testa ha sorvolato (o magari non conosceva), il rischio legato a quella che viene definita la fibra killer. L’amianto è stato utilizzato moltissimo tra gli anni ’60 e ’70 in edilizia. Il cemento amianto è flessibile e resistente, ignifugo e fonoassorbente. Purtroppo però anche altamente nocivo per la salute.
Il cemento amainto e i rischi per la salute
Causa il mesotelioma e altri tipi di tumore, come spiega bene l’avvocato Ezio Bonanni nel libro: “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022”. Il presidente dell’Osservatorio nazionale amianto propone un excursus storico dell’utilizzo di questo minerale in Italia, per poi soffermarsi sulle patologie asbesto correlate e l’importanza della prevenzione e delle bonifiche. Fornisce anche una stima delle vittime dell’amianto. L’Inail, infatti, fino a qualche anno fa ha raccolto soltanto i casi di mesotelioma, ora nel VII rapporto ReNaM, ma ci sono tanti altri decessi legati agli altri tumori asbesto correlati e alle altre malattie.
Ottima quindi la notizia della rimozione di tutti i prefabbricati a cui sono seguiti progetti ecosostenibili nella zona, tra cui un parco inclusivo.