La Regione Sicilia ha dato l’ok definitivo per destinare 10 milioni di euro alla rimozione e allo smaltimento dei materiali contenenti amianto nelle case private.
Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha diffuso con soddisfazione la notizia e ha spiegato come si tratti dei fondi Poc 2014-2020, recentemente riprogrammati.
Rimozione dell’amianto nelle case, Musumeci: “Aiuto concreto”
“Con questo provvedimento – ha dichiarato Musumeci – diamo finalmente attuazione ad una legge regionale mai applicata nel passato. E forniamo un aiuto concreto ai siciliani che vogliono liberare i luoghi in cui vivono da un pericolo serio e costante.
Diamo loro una mano a sostenere costi significativi e garantiamo uno smaltimento in linea con le normative e nel rispetto dell’ambiente. Più sicurezza, dunque, e meno discariche abusive”.
Per l’accesso e l’erogazione dei contributi, l’amministrazione regionale pubblicherà uno specifico Avviso che definisce i criteri e le procedure per usufruire dei benefici.
Una notizia positiva se si pensa che in Italia ci sono ancora, 30 anni dopo la messa al bando dell’amianto, un milione di siti contaminati, 500mila chilometri di tubature contenenti asbesto e 2400 scuole da bonificare. In queste ultime studiano 350mila studenti e lavorano altre 50mila persone.
L’amianto in Italia
Dopo la Seconda guerra mondiale le aziende hanno prodotto 3 milioni e 800mila tonnellate di amianto grezzo, con un’importazione di circa 1 milione e 900mila tonnellate. Il successo commerciale, in particolare per i minerali crisotilo, crocidolite ed amosite, è stato determinato dalle caratteristiche tecniche peculiari. L’amianto è considerato “perfetto”.
Resiste al fuoco e al calore, all’azione di agenti chimici e biologici, all’abrasione e all’usura. I minerali risultano facilmente filabili e possono essere tessuti. Sono, inoltre, fonoassorbenti e termoisolanti. Si legano facilmente con altre sostanze (calce, gesso, cemento) e con alcuni polimeri (gomma, Pvc, etc.). Per questo è ancora presente in tante case.
Asbesto, altamente pericoloso per la salute
Purtroppo però è risultato altamente pericoloso per la salute. Due studi lo hanno dimostrato già negli anni ’40 e altri negli anni ’60, quando anche l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) lo ha definito cancerogeno. Nonostante questo le aziende non hanno interrotto la produzione e l’utilizzo. Soltanto nel 1992 la Legge 257 lo ha messo al bando. E’ stato così riconosciuto che causa il mesotelioma, ma anche tutta una serie di tumori e patologie asbesto correlate.
L’Ona – Osservatorio nazionale amianto, da oltre 20 anni, è al fianco delle vittime dell’amianto e dei loro familiari. L’associazione stima ancora oggi 7000 decessi l’anno causati dal suo utilizzo e dal fatto che per decenni non furono utilizzati dispositivi di protezione. Il fenomeno è ben delineato nell’ultima pubblicazione del presidente dell’Ona, l’avvocato Ezio Bonanni: “Il libro bianco delle morti da amianto in Italia – Ed.2022”. I casi di mesotelioma sono disponibili nel VII Rapporto ReNaM dell’INAIL, pubblicato soltanto qualche mese fa.
L’Ona ha realizzato una App per la segnalazione dei siti contaminati. Il suo presidente continua a spiegare che senza bonifiche la strage non si fermerà perché ancora troppe persone sono a rischio esposizione.