L’emergenza amianto continua. Ritorniamo in Calabria, una terra dove la presenza di manufatti e tetti in amianto è ancora massiccia e preoccupa per i rischi che potrebbe provocare alla salute. Secondo i dati diffusi dall’ONA, l’Osservatorio Nazionale Amianto, presieduto dall’avvocato Ezio Bonanni, nel 2020 in Calabria si sono verificati 100 decessi per tumore al polmone causato dall’amianto, 150 casi di mesotelioma e 30 casi di malattie correlate all’asbesto.
Numeri che fanno riflettere e attestano, oltre all’emergenza in atto, anche la scarsa attenzione e la lentezza delle istituzioni locali nel dare seguito alle norme nazionali. E, con la notizia che sta circolando, riportata anche sul sito del Consiglio regionale Calabria, ecco arrivare la conferma. La Regione non riceverà più i fondi concessi per fronteggiare l’emergenza amianto. I 43 milioni di euro destinati alla bonifica sono stati bloccati dal governo. Si parla di fondi già concessi alla Regione e destinati ai soli edifici pubblici.
La comunicazione sul sito del Consiglio regionale
Secondo quanto riportato sul sito ufficiale, questi fondi non arriveranno più a causa della “mancata comunicazione, nei termini, della volontà di utilizzare tali risorse“. Di seguito la comunicazione completa:
Considerato che:
“Recentemente è stata pubblicata su alcuni organi di stampa la notizia che il governo nazionale ha revocato alla Regione Calabria un finanziamento già concesso di 43milioni di euro. Questi fondi erano stati inizialmente destinati per il piano di bonifica dall’amianto dei soli edifici pubblici e successivamente, considerate le difficoltà riscontrate nell’utilizzo da parte di alcune Regioni, ne è stata rimodulata la destinazione per interventi generali di bonifica sempre dall’amianto;
la revoca da parte del ministero della Transizione Ecologica sembrerebbe sia dovuta alla mancata comunicazione nei termini da parte dell’amministrazione regionale della volontà di continuare a utilizzare tali risorse per la nuova destinazione. Nell’ultimo periodo, la rete di centraline per il controllo della qualità dell’aria della regione sembrerebbe non stia più trasmettendo i risultati alla rete nazionale;
tale interruzione di comunicazione di dati potrebbe essere stata determinata dal mancato rispetto di alcuni impegni contrattuali verso la società privata che gestisce il servizio. In particolare il mancato pagamento dei corrispettivi economici e il mancato rinnovo del contratto;
l’interruzione del flusso continuo di dati relativi alla qualità dell’aria comporta una carenza tale da rendere difficile, se non impossibile, monitorare in modo adeguato lo stato dell’ambiente, così determinando gravi conseguenze per la salute dei cittadini;
la gravità dell’interruzione del servizio di monitoraggio della qualità dell’aria potrebbe, inoltre, comportare l’apertura di una procedura di infrazione con notevoli ripercussioni nei confronti della Regione. Tutto ciò premesso e rilevato interrogano il presidente della Giunta regionale, anche nella qualità di titolare della delega all’Ambiente”.
L’amianto in Calabria
Quello dell’’amianto è uno dei tanti drammi del Paese e, quella della Calabria, è una delle più gravi situazioni italiane. Insomma, un accostamento rischioso per tutti, esseri viventi e ambiente. L’Osservatorio Nazionale Amianto, da anni ormai porta avanti una lunga battaglia a favore delle vittime. Tuttavia, nonostante l’impegno e il riconoscimento dei gravi danni provocati dall’amianto, ci sono Regioni che chiudono gli occhi e le orecchie di fronte alla questione.
L’ONA, attiva in tutto il territorio nazionale, grazie agli sportelli regionali, al fianco dei cittadini. E, grazie anche alle loro segnalazioni, sarà possibile realizzare una mappatura delle zone che richiedono urgente bonifica.