L’unico modo per combattere definitivamente l’amianto è bonificare. Purtroppo, nonostante la messa al bando di questo materiale, in Italia sono ancora molti i siti contaminati. La Legge 257 del 1992 ha vietato l’utilizzo, la produzione e la commercializzazione di questo minerale, senza regolamentare però l’eliminazione e lo smaltimento. Dunque, il problema amianto è ancora molto presente e protagonista di una strage silenziosa. Ecco perché cittadini e istituzioni devono collaborare insieme per fermarla. Cosa successa in un paese in provincia di Lucca, Borgo a Mozzano.
A Borgo a Mozzano arrivano i contributi comunali per smaltire l’amianto
Borgo a Mozzano è un paese in provincia di Lucca, in Toscana, che conta circa 7 mila abitanti. Proprio qui, l’Amministrazione Comunale, ha scelto di sensibilizzare i privati cittadini sull’importanza dello smaltimento dell’amianto e di quanto possano essere gravi le conseguenze da esposizione. Dunque, per aiutare i cittadini a smaltire l’amianto, è possibile chiedere il contributo comunale a seguito dei lavori di bonifica e di smaltimento eseguiti a norma di legge e documentati da regolare fattura. Una volta terminato l’iter, in sicurezza e legalità, il privato cittadino, potrà presentare la documentazione e ottenere un rimborso che può arrivare a coprire il 60% della spesa sostenuto, per un tetto massimo di 700 euro.
Come richiedere il contributo comunale
Per chi volesse avere maggiori informazioni e richiedere il rimborso, troverà tutto sul sito del comune di Borgo a Mozzano. Basterà scaricare i documenti e compilarli. Come si legge nella regolamentazione “In particolare sono ammessi al contributo lo smaltimento di pannelli e lastre piane o ondulate fino a un massimo di 30 metri quadri di superficie strutturalmente continua, con copertura omogenea, appartenente a un solo proprietario; serbatoi per acqua di massimo 500 litri; manufatti come canne fumarie e cappe fino a 300 chili; pavimenti in piastrelle viniliche fino a 30 metri quadri se non è presente amianto nella colla“.
Perchè è così difficile bonificare
Le risposte a questa domanda possono essere molte, dalla carenza di discariche adibite allo smaltimento dell’amianto agli elevati costi e lunghi iter legati alla sua estrazione. Ma, la presenza di amianto e un errato smaltimento non farà altro che continuare a provocare seri danni alla salute umana, ambientale e animale.
Problema amianto in Toscana
Purtroppo il problema amianto in Toscana è ben noto, e, già in passato l’Osservatorio Nazionale Amianto e il suo presidente, l’Avvocato Ezio Bonanni, si sono schierati a favore delle vittime. Basta pensare al triste e combattuto caso della scuola Da Vinci di Firenze e alla multinazionale Solvay di Rosignano.
Dal 1993 al 2018 sono 1901 le vittime dell’amianto in Toscana
La Toscana, con 59.638 tonnellate, pari al 26,2%, è la seconda regione italiana per il maggior quantitativo di rifiuti di amianto. In Toscana i casi di mesotelioma, sono stati 1901 nel periodo che va dal 1993 al 2018, con 88 anni riscontrati solo in questo ultimo anno. I dati sono stati raccolti e resi noti dall’Osservatorio Nazionale Amianto. Grazie alla mappatura in Toscana del 2018, sono giunte oltre 7mila denunce arrivate e sono stati censiti 161 siti industriali contaminati, 806 edifici pubblici e 119 altri siti, tutti con presenza di amianto.