Il Consiglio dell’Unione europea ha raggiunto un accordo con il Parlamento per rafforzare la protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione all’amianto. La direttiva UE sull’amianto sancisce, infatti, la riduzione del limite di soglia di esposizione da 0,1 fibre per centimetro cubo (f/cm³) a 0,01 f/cm³, perciò di dieci volte inferiore.
«Questo non basta, date le esposizioni del passato -dichiara l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto-. Il numero di vittime è in crescente aumento».
A preoccupare dell’accordo, oltre la soglia, sono i tempi
Sebbene le istituzioni europee abbiano abbandonato quella timidezza che assecondava le esigenze dell’industria delle lobby, lo sforzo sembra non bastare.
«Sono anni che ribadisco come la soglia minima sia soltanto una situazione di compromesso con l’industria –continua l’avvocato Bonanni –. È un’ancora di salvezza per l’industria dell’amianto, tenendo conto che in altri Paesi europei la messa al bando è arrivata in ritardo rispetto all’Italia. Per esempio, in Ucraina, l’amianto è stato messo al bando solo nel 2020. Tutti gli edifici sono stati costruiti con amianto. Ora le bombe li stanno sbriciolando. Quindi le soglie sono una foglia di fico per cercare di nascondere l’effettiva lesività dell’amianto, anche a bassissima dose. Con il Procuratore Guariniello e con scienziati e tecnici, riuniti nella Commissione dall’allora ministro dell’Ambiente Costa, abbiamo lavorato per un nuovo testo di legge qui in Italia, purtroppo senza esito».
A preoccupare maggiormente sono i tempi di realizzazione degli obiettivi perseguiti dall’accordo. Gli Stati membri dispongono di ben due anni per introdurre il nuovo livello massimo di esposizione di 0,01 f/cm³ e di addirittura sei anni per introdurre la microscopia elettronica, strumento di misurazione più sensibile utilizzato per rilevare i livelli di amianto sul luogo di lavoro.
L’esposizione ad amianto in Europa cresce
Eppure l’emergenza amianto in Europa continua a mietere vittime. L’Unione europea ha messo al bando l’uso dell’eternit nel 2005, tuttavia il minerale è ancora presente in diverse infrastrutture più vecchie. Perciò le esposizioni alla fibra killer continuano.
In Europa muoiono ancora 90mila persone a causa del mesotelioma, patologia neoplastica dovuta esclusivamente all’amianto. Le vittime sono in aumento anche in Italia, come testimonia il VII Rapporto ReNaM. In più tra i 4 e i 7 milioni sono i lavoratori esposti nell’Ue.
Dati i tempi previsti dall’attuazione della direttiva, l’esposizione aumenterà del 4% nel prossimo decennio a causa della ristrutturazione degli edifici per portare all’efficientamento energetico entro il 2030, nell’ambito del Green Deal.
La lotta dell’ONA per la prevenzione primaria
L’ONA da anni si batte per uscire dai tribunali perché la questione amianto sia finalmente affrontata e risolta dal Legislatore. Occorre un impegno comune di maggioranza e opposizione con tutte le istituzioni, perché vincere contro l’amianto si può e si deve.
Per farlo è necessario provvedere alla prevenzione primaria e alla bonifica dei siti contaminati da agenti cancerogeni, per tutelare la salute dei cittadini. Per questo l’ONA ha deciso di ideare anche l’App Amianto, al fine di facilitare la segnalazione.