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martedì, Marzo 18, 2025

Bolivia, Casarabe: scoperti i resti dell’antica civiltà

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Scoperti antichi insediamenti urbani Casarabe nel bacino dell’Amazzonia boliviana

Casarabe: una civiltà misteriosa in Bolivia  

Bolivia, Casarabe. Prima dell’arrivo dei coloni europei, si riteneva che l’America meridionale fosse abitata da società evolute, organizzate, con usanze e culti molto solidi e praticati per millenni. Era stato descritto persino un paesaggio pieno di città e villaggi, ma gli esploratori successivi e i missionari spagnoli nel XVI secolo non erano mai stati in grado di trovare questi siti.

Si erano solo imbattuti in comunità isolate che vivevano lì.

Finalmente, grazie ai ricercatori dell’Istituto Archeologico Germanico di Bonn, si è appreso che l’Amazzonia occidentale non era così scarsamente popolata in epoca preispanica, come si pensava in precedenza.

Gli studiosi, sotto la direzione del dott. Heiko Prümers hanno esaminato sei aree all’interno di una regione di 4.500 chilometri quadrati di Llanos de Mojos, una savana tropicale nell’Amazzonia boliviana.

Qui hanno identificato i resti di undici insediamenti, precedentemente sconosciuti, della cultura Casarabe (insediatisi tra il 500 d.C. e il 1400 d.C. circa).

In particolare sono stati scoperti due grandi nuovi insediamenti preispanici, chiamati Cotoca e Landívar e 24 siti più piccoli (di cui 15 erano precedentemente noti).

I risultati, pubblicati il 25 Maggio sulla prestigiosa rivista Nature, modificano tutte le attuali conoscenze della storia preispanica dell’Amazzonia.

Cosa si sapeva della civiltà Casarabe

Le informazioni sulla misteriosa civiltà Casarabe, si limitavano fino a qualche tempo fa, a sparute evidenze provenienti da pochi siti isolati, poiché la fitta vegetazione rendeva difficile la mappatura delle foreste tropicali. Oggi però qualcosa è cambiato. E il merito si deve alla moderna tecnologia.

Bolivia, un aiuto dalla tecnologia Lidar

Senza i nuovi mezzi tecnologici, gli archeologi avrebbero impiegato 400 anni per giungere agli stessi risultati (lo studio è iniziato nel 2010). 

La tecnica utilizzata dagli addetti ai lavori si chiama Lidar (light Detection and Ranging, cioè telerilevamento tramite luce laser).

In pratica, alcuni elicotteri si sono alzati in volo a 200 metri di altezza sopra la fitta vegetazione dell’Amazzonia

Poi, hanno fatto rimbalzare dal terreno migliaia di impulsi laser a infrarossi ogni secondo.

Risultato? Sotto una fitta vegetazione sono emersi diversi insediamenti sconosciuti. 

I laser hanno scansionato immagini sorprendenti, tra cui: una rete di strade rialzate, bacini idrici e canali incentrati sui due insediamenti Casarabe di Cotoca e Landíva.

La classificazione dei siti Casarabe mostra una civiltà avanzata

I ricercatori hanno identificato terrazze o colline artificiali alte cinque metri e fino a 22 ettari (come 30 campi da calcio), su cui c’erano strutture civico-ceremoniali a forma di U e piramidi coniche alte fino a 21 metri.

I grandi insediamenti erano circondati da strutture poligonali concentriche, collegate a quelli di rango inferiore da strade rialzate, dritte ed elevate, che si estendevano per diversi chilometri. Le grandi infrastrutture di gestione dell’acqua, costituite da canali e bacini idrici, completavano il sistema di insediamento in un paesaggio antropogenicamente modificato.

Gli abitanti avrebbero utilizzato un vasto sistema di drenaggio del fiume, (all’incirca della dimensione degli Stati Uniti continentali) – per circa 10.000 anni. 

Cosa che suggerisce la presenza di società complesse e non solo di piccoli agglomerati di capanne.

«I nostri risultati mettono a tacere le argomentazioni secondo cui l’Amazzonia occidentale era scarsamente popolata in epoca preispanica», sostengono gli autori dello studio.

Perché i siti Casarabe furono abbandonati?

Perché questi insediamenti furono abbandonati dopo 900 anni è ancora un mistero. 

Certo è che:

1) Gli esami al carbonio hanno rivelato che la cultura Casarabe è scomparsa intorno al 1400

2) La presenza di serbatoi negli insediamenti, potrebbe indicare che in questa zona del mondo l’acqua scarseggiava. Forse gli abitanti si sono spostati per questo motivo?

3) Sicuramente la civiltà Casarabe ha coltivato il mais per migliaia di anni, utilizzando pratiche agricole sostenibili. 

Bolivia, una corsa contro il tempo 

Oggi le nuove tecnologie consentono di superare nuove frontiere dell’esplorazione.

Purtroppo però la crisi climatica, la deforestazione e gli incendi stanno danneggiando, non solo gli ecosistemi, ma anche le risorse culturali, anche in Bolivia. Rientrano in questo triste scenario anche gli importanti siti archeologici che devono ancora essere scoperti.

Solo un crescente interesse per l’archeologia amazzonica potrebbe portare alla protezione dei luoghi vulnerabili.

«Purtroppo, il tempo sta finendo» chiosano i ricercatori.

Ona attenta al patrimonio culturale

L’Ona (Osservatorio Nazionale Amianto), attraverso il suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, da anni lotta a fianco delle vittime di amianto ed ha realizzato anche una App per le segnalazioni.
Pone altresì grande attenzione al patrimonio culturale di ogni angolo del Pianeta e alla tutela dell’ambiente e della salute.

Fonti

DOI: https://doi.org/10.1038/

Riferimenti. Prümers, H., Betancourt, C. J., Iriarte, J., Robinson, M. & Schaich, M. Natura https://doi.org/10.1038/s41586-022-04780-4 (2022). 

Articolo Google Scholar Neves, E. G. & Heckenberger, M. J. Annu. Rev. Anthropol. 48, 371-388 (2019). 

Articolo Google Scholar de Souza, J. G. et al. Comune della natura. 9, 1125 (2018). 

Articolo Google Scholar Carson, J. F. et al. Holocene 25, 1285-1300 (2015). 

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