Nel corso della Biennale d’arte internazionale svoltasi a Sharm El Sheikh, l’Italia si è distinta grazie al “Maestro di luce” Pietra Barrasso. Un trionfo meritato.
Biennale internazionale di pittura – IV edizione
Biennale di Sharm El Sheikh. Dall’ 11 al 18 dicembre 2022, si è svolta in Egitto la quarta edizione del prestigioso evento artistico.
Ideato nel 2013 dall’artista cairota Gamal Meleka, quest’anno l’organizzazione ha chiamato a raccolta oltre cinquanta artisti provenienti da diversi paesi europei.
Oltre a Italia, Romania e Inghilterra, hanno presenziato anche diversi giovani talenti egiziani.
Fra i presenti, molti rappresentanti delle Istituzioni egiziane.
Ad aprire le danze, il Governatore del Sud Sinai Khaled Fouda, che si è congratulato con gli artisti partecipanti, per la bravura nell’abbellire alcune piazze della città.
Leitmotiv della Biennale: la pace
Fouda ha espresso grande soddisfazione per il lavoro di Meleka, ricordando i numerosi riconoscimenti ottenuti dal “genio egiziano” anche in Italia.
L’artista ha ottenuto nove medaglie dai Presidenti della Repubblica Alessandro Pertini, Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi e tre Medaglie d’argento da Sua Santità Papa Paolo II, Karol Wojtyla.
Gli è stato altresì conferito un dottorato presso l’Università di Napoli.
Oltre a promuovere il turismo locale, Fouda ha spiegato che lo scopo principale della Biennale è trasmettere un messaggio di pace al mondo intero, dimostrando che nell’arte non esistono distinzioni, barriere e confini.
A conclusione della rassegna, il Governatore ha promesso che l’evento si terrà ogni anno, perché «è una buona occasione per ravvivare il confronto artistico e culturale tra artisti egiziani, paesi arabi ed europei».
Il nostro “orgoglio nazionale” Pietra Barrasso
Con una certa punta d’orgoglio nazionale, sottolineiamo la brillante affermazione dell’artista Irpina Pietra Barasso, premiata con un “Attestato di Onorificenza e Medaglia dal Comune di Sharm El Sheikh”.
Le tele esposte dal “Maestro di luce”, ci trasportano fuori da ogni dimensione spazio -temporale, ci investono, ci abbagliano, ci rimandano a una dimensione immateriale. Ogni pennellata, come il bagliore psichedelico di un lampo, ci ricorda che siamo vivi, dopo che l’oscurità ci ha inghiottiti, per ricomporci nell’unità del sacro.
L’arte di Pietra Barrasso diventa dunque veicolo di risveglio, una presa di coscienza che, grazie alla luce, può farci destare da ogni torpore che ci impedisce di avanzare.
E’ una specie di cantico poetico, che parte dalla materia viva per trascenderla. Per la sua pittura, vale quello che diceva Cèline per la lingua: «Sulla pagina la parlata popolare stanca subito. Bisogna fargli un lavoro di modifica, come quando metti una canna nell’acqua, quella illusione di rifrazione ottica che la rende più dritta, è il lavoro della scrittura».
Fieri della nostra ambasciatrice Pietra Barrasso, non ci resta che attendere il prossimo trofeo.