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martedì, Settembre 17, 2024

Benefici contributivi amianto, prepensionamento di 15 operai

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Che cos’è l’amianto? Cosa provoca nel corpo umano? Certamente danni. Quindi, con i benefici contributivi si ha diritto al prepensionamento amianto, e alla rivalutazione della pensione. In sostanza i ratei sono rivalutati e sono quindi maggiorati. Questi importanti risultati si ottengono con l’applicazione dell’art. 13 co. 8 L. 257/92.

L’INPS rigetta quasi sempre le domande. Per questo, già dal gennaio 2000, l’Avv. Ezio Bonanni, pioniere in Italia di queste azioni, ha conseguito importanti risultati. Migliaia sono le sentenze di condanna a carico dell’INPS. L’ente pubblico comunque continua a negare i diritti di questi lavoratori.

La Cassazione accoglie le richieste dei lavoratori

La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte di Appello di Salerno che aveva applicato criteri restrittivi per 15 lavoratori esposti all’amianto. “Si aprono nuovi spiragli – ha dichiarato l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Ona, che li assiste – per l’accredito dei benefici contributivi amianto”.

Il procedimento giudiziario riguarda 15 operai dello stabilimento Nexans Italia di Battipaglia, nel salernitano, ai quali non era stata riconosciuta dalla Corte di Appello la possibilità del prepensionamento. La Corte suprema non è dello stesso avviso.

Questi risultati sono stati ulteriormente rafforzati dalla più recente pronuncia della Corte di Cassazione, sezione lavoro, 2243 del 25.01.2023.

Benefici contributivi, il prepensionamento

I “giudici ermellini”, con sentenza n. 2007 del 24.01.2022, ha accolto il ricorso dei 15 lavoratori assistiti e difesi dall’Avvocato Ezio Bonanni, e ha stabilito il principio dell’applicazione del moltiplicatore del 50% utile al prepensionamento per i lavoratori esposti ad amianto, anche in assenza di malattia. In altri termini, ogni 10 anni di contribuzione equivalgono a 15.

Nel corso del I e del II grado di giudizio, i magistrati hanno accertato che gli operai erano stati esposti a concentrazioni di 100 ff/ll (fibre/litro) di amianto, nella media delle 8 ore lavorative giornaliere, e per oltre dieci anni. Molti dei loro colleghi sono, purtroppo, già deceduti per le malattie asbesto correlate, tra cui mesotelioma, tumore del polmone ed altre malattie causate dall’amianto. I dati relativi ai decessi per mesotelioma sono stati raccolti anche nel VII Rapporto ReNaM dell’Inail.

Amianto, killer silenzioso: danni alla salute

L’amianto è un minerale altamente cancerogeno, come confermato dalla monografia IARC. Gli scienziati ne riconobbero la pericolosità già negli anni ’40. Anche prima chi era dell’ambiente aveva notato l’alta mortalità negli operai che lo lavoravano e che erano esposti alla polvere di asbesto.

Nonostante questo le aziende continuarono ad utilizzarlo nelle costruzioni, con l’eternit (amianto misto a cemento), nelle tubature dell’acqua e nei cantieri navali per la costruzione dei natanti. È infatti un materiale economico e ha ottime caratteristiche. Le sue fibre però sono portatrici di morte.

Lo Stato italiano vietò il suo utilizzo soltanto nel 1992, con la Legge 257. Non rese però obbligatorie le bonifiche. Per questo il materiale è ancora presente in tanti edifici pubblici e privati e continua a mietere vittime.

Nel 2021 le vittime sono state oltre 7mila, come ha specificato l’avvocato Bonanni nella sua ultima pubblicazione : “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022“.

Benefici contributivi amianto: Cassazione, sent. 2243/2023

La Corte di Cassazione, sezione lavoro, con sentenza n. 2243/2023 del 25.01.2023, ha confermato che in molti casi non è necessaria la domanda all’INAIL. In ordine al termine di decadenza del 15.06.2005, è stato affermato il principio della non applicabilità di questa decadenza.

Secondo quanto insegna la Corte di Cassazione, nella sentenza, si confermano legittime le tesi dell’Avv. Ezio Bonanni. Infatti, “la norma … ha fatto salva l’applicazione delle previgenti disposizioni per i lavoratori che avessero già maturato il trattamento pensionistico alla data di entrata in vigore del decreto“.

Quanto riportato a pag. 4 della sentenza è molto importante. Infatti, sono citati degli altri precedenti. Tra questi Cassazione, sezione lavoro, 21862/2004, così Cassazione, sezione lavoro, 15008/2005. Inoltre, più recentemente, Cassazione, sezione lavoro, 4689/2012.

Questi principi fanno riferimento alla applicabilità della normativa in vigore al momento del pensionamento. In questo caso, si tratta di pensionati collocati in quiescenza prima dell’entrata in vigore della L. 326/2003.

Infatti, solo con l’art. 47 della L. 326/2003 era stata inserita la decadenza per coloro che non avessero presentato la domanda all’INAIL prima del 15.06.2005.

Gli errori della Corte di Appello e del Tribunale di Latina

Sempre a pag. 4 della sentenza depositata il 25.01.2023, si fa riferimento testualmente ad errori della Corte di Appello di Roma. Quest’ultima si adagia sulla sentenza del Tribunale di Latina, anch’essa errata, nonostante nei motivi di appello ciò fosse stato rimarcato.

La Corte di Cassazione, in questa sentenza, precisa che “alla luce delle considerazioni che precedono la Corte territoriale ha quindi errato nel ritenere che la mancata presentazione della domanda di certificazione all’INAIL … determinava la decadenza … dalla proposizione di istanza amministrativa all’INPS …“.

Conclude la Corte: “Consegue l’accoglimento di tali motivi 4° e 5° del ricorso … e la cassazione della decisione con rinvio, “.

Infine: “P.Q.M.accoglie cassa la sentenza impugnata … e rinvia la causa alla stessa Corte di appello in diversa composizione …“.

Esito del giudizio: liquidazione dei benefici contributivi

L’importanza di questa sentenza discende dal fatto che la Suprema Corte ha corretto errori sia della Corte di Appello di Roma, che del Tribunale di Latina. La funzione giurisdizionale, purtroppo, è caratterizzata dallo scadimento qualitativo di alcuni rappresentanti della Magistratura, che compiono errori.

Nel nostro caso, dopo l’errore del Tribunale di Latina, era stato proposto l’appello. Tuttavia, anche la Corte di Appello aveva sbagliato, ed è per questo motivo che l’Avv. Ezio Bonanni ha ricorso in cassazione. Questo dimostra l’importanza fondamentale della funzione dell’avvocato, e anche della necessità di superare qualsiasi timidezza, nell’esercizio della difesa.

Questo caso dimostra che, il sistema giurisdizionale spesso sbaglia in primo e in secondo grado, ed è per questo che bisogna arrivare fino in Cassazione.

Il caso di Latina simile al caso di Salerno

La presa di posizione del Tribunale di Salerno, sezione lavoro, con la sentenza n. 1028/13, era stata avallata dalla Corte di Appello di Salerno, duramente contestata dall’avvocato Bonanni. Il legale ha impugnato questa decisione innanzi alla Suprema Corte che ha accolto il ricorso. Secondo i giudici salernitani, i benefici amianto, e cioè le maggiorazioni contributive dovute a chi è stato esposto ad amianto, dovevano essere calcolate con il coefficiente 1,25, utile solo per l’entità della prestazione pensionistica e non per il prepensionamento.

La causa è ora in corso anche dinanzi la Corte di Appello di Salerno. L’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni si mobilitano per la tutela e rappresentanza legale per i benefici contributivi amianto per i lavoratori esposti.

Benefici contributivi e consulenza legale

L’Ona – Osservatorio nazionale amianto, anche attraverso il suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, assiste da anni i lavoratori e le famiglie delle vittime, fornendo assistenza legale e medica.

L’esposizione all’amianto dà diritto al risarcimento danni

Per la prima volta la Suprema Corte di Cassazione afferma anche un principio di risarcimento danni per i lavoratori esposti ad amianto anche oltre il c.d. beneficio contributivo.

Renato Annunziata è uno di loro. Ha lavorato per 37 anni nello stabilimento di Battipaglia (Salerno, Campania).

Anche per lui la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso e rinviato, per un nuovo esame, alla Corte di Appello di Salerno, in diversa composizione. Questa, nel decidere, dovrà tenere conto dei principi sottolineati dalla Corte Suprema.

Benefici contributivi amianto: chiedi la consulenza

Le diverse sentenze negative, che sono frutto di errori, debbono essere impugnate. Questo proseguire la tutela è fondamentale per dimostrare gli errori. Siccome la Cassazione ha una funzione nomofilattica, e cioè di unità del diritto, questo è molto importante. Questi precedenti sottolineano errori delle Corti di Appello, quella di Salerno come quella di Roma.

Nelle successive udienze questi errori saranno messi in evidenza dall’Avv. Ezio Bonanni, e quindi si otterrà che altri lavoratori non li subiscano. Se sei vittima dell’amianto, se ha subito delle esposizioni, e vuoi tutelare i tuoi diritti, rivolgiti all’Associazione. Saremo al tuo fianco.

Scrivi direttamente (sportello on-line) o chiama il numero verde 800 034 294.

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