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mercoledì, Settembre 11, 2024

Balenottere comuni: avvistato un branco numeroso in Antartide

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Le balenottere comuni meridionali (Balaenoptera physalus quoyi) stanno aumentando grazie al divieto di caccia 

Balenottere comuni. Una popolazione in crescita 

Balenottere. La caccia commerciale alle balene, iniziata nel 1904, aveva quasi portato la specie sull’orlo dell’estinzione. In tutto, sarebbero stati uccisi circa settecentomila esemplari, per via dell’olio presente nel loro grasso corporeo.

Cosa che aveva ridotto la popolazione all’1 o al 2%.

Un dato davvero preoccupante!

Fortunatamente, da quando è stata vietata la caccia industriale nel 1976, le popolazioni del secondo animale più grande del mondo, stanno lentamente aumentando.

A testimoniarlo, le indagini dei cetacei condotte sotto l’egida della International Whaling Commission)(IWC) di Cambridgeshire (Inghilterra orientale), tra il 1978 e il 2004.

Un lento processo di ripresa

I giganti dell’oceano, (raggiungono una lunghezza di 20 metri e un peso di circa 70 tonnellate), sono secondi solo alle balenottere azzurre in lunghezza.

Hanno corpi snelli e lisci che li aiutano a scivolare nell’acqua ad alta velocità.

Possono vivere fino a circa 70 o 80 anni e partorire un solo esemplare alla volta.

Va da sé, che il recupero delle popolazioni è stato e sarà un processo lento.

Uno studio sulle balenottere 

Secondo gli scienziati, le misure di conservazione stanno funzionando e l’ottimismo pare giustificato, anche se non bisogna abbassare la guardia.

In ogni caso, gli avvistamenti di questi splendidi cetacei sono diventati sempre più frequenti in prossimità della penisola Antartica, l’estremo settentrionale dell‘Antartide.

A documentarlo, lo studio  “Return of large fin whale feeding aggregations to historical whaling grounds in the Southern Ocean”, pubblicato su Scientific Reports da un gruppo di ricercatori tedeschi e britannici.

Spedizioni per monitorare la salute dei cetacei 

Nel 2018 e il 2019, due coautrici dello studio, Bettina Meyer dell’Istituto per la ricerca marina e polare Alfred Wegener di Bremerhave (Germania) ed Helena Herr dell’Università di Amburgo, hanno coordinato alcune spedizioni per monitorare i cetacei. 

A bordo del rompighiaccio di ricerca Polarstern, hanno documentato la presenza di gruppi assai numerosi di balenottere comuni, nella regione della Penisola Antartica. Si parla di ben 150 esemplari!

In precedenza, se ne erano avvistate al massimo una dozzina.

Le riprese, effettuate con l’utilizzo di droni e girate dai registi della fauna selvatica della BBC, hanno immortalato le balenottere comuni intente a saltare nell’acqua, mentre fanno esplodere grandi raffiche d’aria.

Suggestive le immagini degli uccelli marini, intenti a volare sopra di loro, in una sorta di festa collettiva.

Il documentario della BBC “Seven Worlds, un pianeta”, narrato da Sir David Attenborough, offre una panoramica straordinaria sulle loro abitudini.

“I grandi gruppi avvistati, composti da circa 150 animali, sono unici ai nostri tempi: erano stati descritti l’ultima volta all’inizio del ‘900, quando iniziò la caccia alle balene in Antartide – ha dichiarato a La Stampa Helena Herr -. 

Anche se non conosciamo il numero totale delle balenottere comuni in Antartide, a causa della mancanza di osservazioni sincrone, potrebbe essere un buon segnale del fatto che la popolazione di queste balenottere in Antartide si stia recuperando. Sono trascorsi quasi cinquant’anni dopo il divieto della caccia commerciale alle balene. Un dato confortante!

Balenottere: come mai sono fondamentali per l’ecosistema

Le balenottere comuni sono fondamentali per l’ecosistema antartico, in particolare per il “riciclaggio dei nutrienti”, tanto da essere soprannominate “pompe dei nutrienti”.

Si nutrono di krill (ricco di ferro) e defecano anche nelle acque superficiali, fornendo nutrimento alle altre creature marine. 

In aggiunta, contribuiscono allo sviluppo di un fitoplancton (fondamento della rete alimentare marina), che assorbendo anidride carbonica dall’atmosfera attraverso la fotosintesi, è grado di ridurre la concentrazione di CO2. 

Insomma, in tempi di cambiamenti climatici, perdita di biodiversità e estinzione delle specie, il recupero di una grande popolazione di balene potrebbe rappresentare una speranza.

Azioni concrete per preservare le balenottere 

Nel 2018, l’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) ha modificato lo status delle balenottere, che sono passate da specie “in pericolo” a “vulnerabili” .

Secondo il loro censimento, attualmente la popolazione globale dovrebbe essere di circa 100.000 esemplari, concentrati prevalentemente nell’emisfero settentrionale.

Per preservare i cetacei, molto ancora si dovrà fare. La Commission for the Conservation of Antarctic Marine Living Resources (CCAMLR), punta ad esempio a creare una rete di aree marine protette nell’Oceano Antartico. 

Nel 2016, l’Unione europea aveva presentato, per la prima volta, la domanda per un’area marina protetta nel Mare di Weddell, il settore atlantico dell’Oceano Antartico.

Purtroppo siattende ancora l’approvazione da parte della Convenzione per la protezione delle risorse marine viventi in Antartide (fa parte del trattato Antartico).

Firmata a Canberra (Australia) il 20 maggio 1980, è entrata in vigore il 7 aprile 1982 ed ha quale obiettivo, quello di preservare la vita marina e l’integrità ambientale antartica. 

Ricerche future

Il team di ricerca tedesco sta già pianificando altre missioni, volte a studiare questi giganti oceanici “non sappiamo dove vadano”, ha detto Herr, aggiungendo che si sapeva molto di più sulle balenottere comuni dell’emisfero settentrionale.

Fonti 

Ricerche prese da: Centro per la ricerca del sistema di terra e la sostenibilità, dell’Università di Amburgo; 

Alfred Wegener Institute Helmholtz Center per ricerca polare e marina;

BBC Studios, Natural History Unit;

Institute per la chimica e la biologia dell’ambiente marino, Carl von Ossietzky University di Oldenburg, Germania;

www.nature.com/scientificareParts report scientifici | www.nature.com/scientificreports/ report scientifici | 

The Guardian

Scientific reports

Agence France-Presse

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