L’INAIL HA RICONOSCIUTO IL MESOTELIOMA PLEURICO COME MALATTIA PROFESSIONALE PER UN AUTOTRASPORTATORE DI 61 ANNI, L.M., DIPENDENTE DI UNA DITTA DI TRASPORTI DI GUBBIO, ESPOSTO PER ANNI ALL’AMIANTO DURANTE LE SUE MANSIONI LAVORATIVE. SUPPORTATO DALL’AVVOCATO EZIO BONANNI, PRESIDENTE DELL’OSSERVATORIO NAZIONALE AMIANTO, L’UOMO HA VISTO ACCOLTA LA SUA RICHIESTA DI GIUSTIZIA
Il caso di L.M.: una vita dietro al volante e l’esposizione invisibile

L.M., autotrasportatore di Gubbio, ha dedicato la sua vita alla guida di mezzi pesanti per una ditta di trasporti, senza mai immaginare che l’ambiente lavorativo potesse nascondere un rischio così subdolo e letale: l’amianto. Oggi, a 61 anni, l’uomo si trova a combattere contro il mesotelioma pleurico, una malattia che ha origine dall’esposizione prolungata al killer invisibile. Nel suo caso, le polveri e le fibre derivanti dal vano motore e dal sistema frenante penetravano costantemente nell’abitacolo di guida, esponendolo al contatto con l’asbesto.
Questo tipo di esposizione era comune tra gli autotrasportatori, soprattutto per coloro che lavoravano su mezzi prodotti entro il 20 aprile 1993, quando l’uso del pericoloso minerale era ancora diffuso. Si tratta di una realtà che ha colpito numerosi lavoratori della sua categoria, i quali, senza tutele adeguate, si sono trovati involontariamente esposti a questa sostanza letale.
Esposizione all’amianto: rischi e realtà per gli autotrasportatori
L’asbesto è stato ampiamente utilizzato in vari settori industriali e dei trasporti per le sue proprietà isolanti e ignifughe. Negli autocarri e nei mezzi pesanti, l’amianto veniva impiegato principalmente nei freni, nelle frizioni e in alcune parti del motore, ma con il passare degli anni, le fibre liberate dall’usura di questi componenti si disperdevano nell’ambiente di lavoro, finendo per contaminare gli abitacoli di guida. Gli autotrasportatori, trascorrendo ore all’interno dei veicoli, respiravano queste polveri, accumulando un’esposizione che, nel tempo, si è dimostrata letale per molti di loro.
L’iter giuridico: dal rifiuto dell’INAIL al riconoscimento della malattia professionale
Inizialmente, l’INAIL aveva respinto la richiesta di riconoscimento della malattia professionale di L.M., sostenendo l’assenza di un nesso causale certo tra il suo lavoro e il mesotelioma. Tuttavia, grazie all’intervento dell’avvocato Ezio Bonanni, specializzato nella difesa dei lavoratori esposti all’amianto, l’uomo ha visto riaperta la sua causa. Bonanni ha presentato una vasta documentazione tecnico-giuridica che ha dimostrato la correlazione tra l’attività di autotrasportatore e l’esposizione all’asbesto, ottenendo anche il certificato di esposizione per l’intero periodo lavorativo fino al 31 marzo 2024.
Grazie a questa documentazione, l’INAIL di Perugia ha accettato di concedere a L.M. il riconoscimento della malattia professionale. Tale riconoscimento consentirà all’autotrasportatore di ottenere una rendita diretta e un adeguamento dei contributi previdenziali dall’INPS, per un periodo di quarant’anni, con la possibilità di anticipare il trattamento pensionistico e beneficiare di una maggiorazione sulla pensione stessa.
Un riconoscimento storico per i lavoratori esposti all’amianto
La decisione di riconoscere il mesotelioma pleurico come malattia professionale per un autotrasportatore rappresenta un passo significativo nella tutela dei diritti dei lavoratori esposti all’asbesto.
Questo caso solleva inoltre l’importante questione della prevenzione e delle condizioni di sicurezza sul lavoro. Negli ultimi decenni, molti lavoratori esposti ad asbesto – autotrasportatori, ma anche artigiani e camionisti indipendenti – hanno contratto malattie gravi come il mesotelioma, il tumore polmonare e l’asbestosi, spesso senza sapere di essere a rischio. Tra gli autotrasportatori, infatti, il VII rapporto ReNaM ha censito 852 casi di mesotelioma, di cui 131 riguardavano camionisti e 59 autotrasportatori.
Il VII Rapporto ReNaM: un quadro sui rischi per gli autotrasportatori
Secondo il VII Rapporto del Registro Nazionale dei Mesoteliomi (ReNaM), i casi di mesotelioma tra gli autotrasportatori dimostrano una correlazione preoccupante tra questa categoria professionale e l’esposizione alle fibre di amianto. Questo rapporto ha permesso di fare luce sui numerosi casi di malattie asbesto-correlate, evidenziando l’urgenza di una protezione maggiore per tutti coloro che, in passato, hanno lavorato in condizioni a rischio senza adeguate misure di sicurezza.
L’Osservatorio Nazionale Amianto e il ruolo dell’avvocato Ezio Bonanni
L’Osservatorio Nazionale Amianto, guidato dall’avvocato Ezio Bonanni, è impegnato da anni nella difesa e nel supporto dei lavoratori esposti all’amianto, offrendo assistenza legale e informativa per garantire loro giustizia. Bonanni ha dedicato la sua carriera a sensibilizzare le istituzioni sui rischi correlati all’esposizione all’asbesto e a ottenere riconoscimenti legali per le vittime di malattie asbesto-correlate.
«Questo riconoscimento dà voce ai tanti lavoratori autotrasportatori e artigiani che sono deceduti per mesoteliomi, tumori polmonari, asbestosi e altre malattie asbesto correlate», ha dichiarato il presidente.L’ONA mette a disposizione un servizio di assistenza gratuita per le vittime e i loro familiari, accessibile tramite il numero verde 800 034294 o il sito web ufficiale dell’Osservatorio.