La silenziosa strage dell’asbesto in Italia
Si parla spesso di amianto, asbesto ed Eternit, ma raramente ci si sofferma sulla strage provocata da questo killer silenzioso.
La parola amianto, dal greco asbesto (“che non si spegne mai”) indica i minerali inosilicati (serie degli anfiboli) e fillosilicati (serie del serpentino) che, grazie alle qualità fisiche (fonoassorbenza e resistenza al calore) e al basso costo, sono stati ampiamente utilizzati in Italia. L’utilizzo di asbesto è continuato in Italia fino all’entrata in vigore della Legge 257 del 1992. Questo articolo intende far luce sui gravissimi problemi di salute che l’amianto arreca alle persone che vi sono state a contatto in maniera prolungata, delineando un vero e proprio ritratto del killer silenzioso.
In cosa si suddividono i minerali di asbesto?
Le fibre dei minerali di asbesto si suddividono in modo longitudinale in fibrille, lunghe, flessibili e sempre più sottili (più di un capello). Per questa ragione sono facilmente inalabili o ingeribili (per esempio attraverso l’acqua potabile). I minerali di asbesto sono classificabili in due principali gruppi: il serpentino (nel quale può essere annoverato il crisotilo) e gli anfiboli (dal greco αμφίβολος, e dal latino amphibolus = ambiguo). Fanno parte del gruppo degli anfiboli l’actinolite, l’amosite, la crocidolite, la tremolite e l’antofillite. Esistono anche altre forme di asbesto, la cui struttura chimica non è mai sovrapponibile e per la cui identificazione si impone l’analisi quantistica elementare. (Fonte: “La storia dell’amianto nel mondo del lavoro” di Ezio Bonanni).
Come è stato utilizzato l’amianto
L’amianto (sinonimo asbesto) è stato utilizzato fin dall’antichità per le sue caratteristiche ignifughe e fonoisolanti. In Italia, tra il 1959 e il 1975, si è verificato un vero e proprio boom dell’utilizzo di asbesto. Fino al 1992 (anno di entrata in vigore della legge n. 257), in Italia è stato impiegato in più di 3.000 applicazioni, con danni gravissimi per le persone che ne restano esposte. Essere a conoscenza degli impieghi dell’amianto può facilitare la sua individuazione e ridurre i rischi per la salute. Ancora a tutt’oggi l’asbesto è impiegato in molti paesi, visto che ne è stata bandita la commercializzazione e l’utilizzo solo in una sessantina di Paesi, tra cui quelli europei. Nonostante quest’ultima circostanza, l’amianto continua dunque a rappresentare un nemico per la salute dei cittadini e per l’intero ecosistema: un killer silenzioso.
L’impiego nel settore dell’Edilizia
L’asbesto è stato massicciamente utilizzato impastato insieme con il calcestruzzo per alleggerire e rendere più resistenti le tegole, gli intonaci e gli stucchi. L’impasto di cemento e asbesto (Eternit / Ethernit o cemento amianto) sotto forma di lastre ondulate è stato spesso utilizzato nelle coperture degli edifici industriali, civili e prefabbricati. Il cemento amianto sotto forma di lastre piane è stato impiegato per la costruzione di pareti divisorie e nella produzione di tubi di acquedotti dell’acqua potabile, fognature, serbatoi d’acqua e canne fumarie.
Industria: come è stato utilizzato l’amianto
L’asbesto è stato utilizzato nel settore industriale per la produzione di diversi manufatti e oggetti. Come isolante termico nei processi ad alte temperature (industrie chimiche, siderurgiche, vetrarie, ceramiche, distillerie, zuccherifici, centrali termiche e termoelettriche) e a basse temperature (in impianti di frigorifero o di condizionamento) o come antifiamma nelle condotte per impianti elettrici. Nel campo tessile ne sono state ricavate corde, nastri e guaine utilizzati per coprire cavi elettrici, tubazioni, così come tessuti per tute protettive antifuoco, tute per l’industria siderurgica e tute per piloti da corsa. Nell’industria chimica e alimentare alcuni filtri venivano costruiti con carte d’amianto o polvere compressa e poi venivano utilizzati per la filtrazione del vino e delle bibite. L’amianto è stato utilizzato anche nella produzione di oggetti di uso comune che si possono trovare in casa: asciuga capelli, forni, stufe, tendaggi, teli da stiro, filtri per sigarette e persino in alcuni giocattoli, come la sabbia artificiale dei giochi per bambini, nelle solette da scarpe e in alcuni preparati farmaceutici.
L’utilizzo nel settore dei trasporti
Nel settore dei trasporti, è stato utilizzato nella coibentazione delle carrozze ferroviarie, di navi e autobus, oltre che come materiale d’attrito, impastato con resine sintetiche nella realizzazione dei ferodi dei freni e delle frizioni degli autoveicoli.
Talco: pericolo di contaminazione amianto
In passato è stato utilizzato asbesto nel talco. Infatti, negli Stati Uniti è stata condannata la società Johnson & Johnson al pagamento di 4,7 miliardi di dollari a titolo di risarcimento danni subiti da 22 donne che si sono ammalate di cancro alle ovaie dopo aver utilizzato prodotti contenenti talco. Un’altra sentenza, sempre negli Stati Uniti, ha condannato una nota azienda produttrice di talco a risarcire per ben 72 milioni di dollari i parenti di una donna deceduta per cancro all’ovaia per non aver adeguatamente informato i consumatori sui danni derivanti dall’uso prolungato di prodotti per l’igiene a base di talco (in particolare se usato a livello inguinale o, come si faceva fino a qualche anno fa, per mantenere asciutti i diaframmi contraccettivi in lattice di gomma). Dal punto di vista scientifico, però, non si nota alcuna relazione tra uso di talco e aumento del rischio ed in nessuno studio è stata notata questa relazione.
La produzione dell’amianto in Italia
La produzione di asbesto (sinonimo amianto) ha superato i 2 milioni di tonnellate e la sua messa al bando è circoscritta a 62 Stati: quelli dell’Unione Europea e Arabia Saudita, Argentina, Australia, Cile, Croazia, Gabon, Giappone, Honduras, Kuwait, Seicelle ed Uruguay. In Italia, nel periodo dal 1946 fino al 1992, ne sono state lavorate 3.748.550 tonnellate di asbesto. La legge 257 del 1992 ne ha vietato l’estrazione, la lavorazione e la commercializzazione e dei prodotti che lo contengono, ma senza obbligo di bonifica.
La necessità di bonifica amianto
Ci sono ancora più di 40.000.000 di tonnellate di materiali di asbesto, in circa 1.000.000 di siti. La mappa del rischio: più di 2400 scuole, 800 biblioteche e centri di studio, 250 ospedali, 300.000 km di tubature di acqua potabile, contengono materiali di asbesto, con fibre che provocano malattie amianto.
Le malattie causate dall’esposizione ad amianto
Come confermato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità , i minerali di asbesto causano tumori e malattie: mesotelioma, tumore polmonare e di altri organi (laringe, ovaio, faringe, stomaco, colon, etc.), asbestosi e infiammazioni pleuriche.
Mortalità dovuta all’esposizione ad amianto
I decessi ogni anno, relativi solo alle tre principali malattie da amianto (asbestosi, tumore polmonare e mesotelioma) e solo per esposizione lavorativa, sono 107.000, con 125 milioni di lavoratori esposti e un trend in continuo aumento, causato dalla mancata bonifica dei siti contaminati.
Ai casi di mortalità  per queste tre patologie asbesto correlate vanno aggiunti gli altri casi per altre neoplasie e malattie asbesto correlate, anche quelle non ancora indicate nella monografia Iarc, i casi di esposizione ambientale e i casi di mesotelioma, tumore dei polmoni ed asbestosi non censiti come tali.
In Italia, nel 2017 ha causato più di 6.000 decessi (1.800 per mesotelioma, 3.600 per tumore ai polmoni e  circa 600 per asbestosi) senza contare le altre malattie.
I danni alla salute provocati dall’asbesto
L’asbesto provoca non solo una serie di malattie definite asbesto correlate (tumore amianto Eternit o Eternit tumore), di cui ne è l’unica causa, ma anche altre per le quali il minerale contribuisce alla loro insorgenza (multifattoriali). In particolare, secondo la classificazione INAIL, sono sempre riconducibili all’esposizione ad asbesto e perciò inserite nella Lista I:
- Asbestosi polmonare (I.4.03);Â
- Placche e ispessimenti della pleura (I.4.03);
- Mesotelioma pleurico (I.4.03);
- Mesotelioma pericardico (I.6.03);
- Mesotelioma peritoneale (I.6.03);
- Mesotelioma della tunica vaginale del testicolo (I.6.03);
- Tumore polmonare (I.4.03);
- Tumore della laringe (I.6.03);
- Tumore dell’ovaio (I.6.03);
Lista II
L’INAIL ha inoltre elaborato la tabella LISTA II , in cui rientrano le malattia la cui origine professionale è di limitata probabilità :Â
- Tumore alla faringe (c10-c13);
- Cancro dello stomaco  (c16);
- Cancro del colon retto (c18-c20);
Per queste neoplasie non sussiste la presunzione legale di origine, tuttavia per il lavoratore è possibile ottenere il riconoscimento della patologia e la rendita INAIL. In caso di decesso, tale prestazione viene liquidata in favore della vedova e/o del coniuge e dei figli, se minorenni e/o studenti (in particolare fino all’età di 26 anni). Nella LISTA III (origine professionale possibile) è inserita una sola patologia, il cancro all’esofago.
Malattie professionali non tabellate da INAIL
Le fibre di asbesto provocano diverse patologie (tumori amianto o tumore Eternit), tra cui:
- tumore al cervello (Robinson et al., 1999; Omura,2006; Graziano et al., 2009; Reid et al., 2012);
- Tumore alla colecisti (Moran, 1992);
- Tumore al Colon-retto (Bianchi et al., 2007; Manzini et al., 2010; Reid et al., 2012) e allo stomaco (Kanarek, 1989; Moran, 1992);
- Tumori Emolinfopoietici (Robinson et al., 1999; Omura, 2006; Bianchi et al., 2007; Graziano et al., 2009; Reid et al., 2012);
- Tumore all’esofago (Kanarek, 1989; Omura, 2006), alla laringe e lingua (Omura, 2006; Manzini et al., 2010);
- Tumore alla mammella (Selikoff, 1974; Feigelson et al., 1996; Fear et al., 1996; Robinson et al., 1999; Omura 2006 & 2010);
- Tumore all’ovaio (Heller et al., 1996; Heller et al., 1999) e alla vagina-Vulva (Pukkala & Saarni, 1996);
- Tumore della tiroide (Manzini et al., 2010);
- Cancro del pancreas (Moran, 1992; Kanarek, 1989):
- Mesotelioma al peritoneo (Moran, 1992; Heller et al., 1999; Pavone et al., 2012);
- Cancro della prostata (Moran, 1992; Feigelson et al., 1996; Stellman et al., 1998; Robinson et al., 1999; Koskinen et al., 2003; Bianchi et al., 2007; Reid et al., 2012);
- Cancro al rene (Bianchi et al., 2007);
- Tumore testicolare (Manzini et al., 2010) e alla vescica (Bianchi et al., 2007; Graziano et al., 2009; Manzini et al., 2010; Pavone et al., 2012).
A questi tumori amianto si aggiungono quelli del torace:
- Tumore alla pleura (Robinson et al., 1999; Koskinen et al., 2003; Graziano et al., 2009; Bayram et al., 2012; Reid et al., 2012);
- Tumore al polmone: Selikoff, 1974; Moran, 1992; Robinson et al., 1999; Koskinen et al., 2003; Graziano et al., 2009 (tumore amianto Eternit)
Tra le patologie degenerative, non tumorali, rientrano la miocardiopatia (Omura, 2006; Reid et al., 2012), il morbo di Alzheimer (Omura, 2006) e la Sclerosi Laterale Amiotrofica (Omura, 2006). Per ulteriori approfondimenti vi invitiamo a consultare la pagina del sito istituzionale dell’ONA: Tutte le patologie da asbesto.
Assistenza medica e legale gratuita
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