Le segnalazioni effettuate dopo il disastro EcoX
Sono oltre 600 le segnalazioni pervenute all’Osservatorio Nazionale Amianto, in seguito all’incendio dell’EcoX di Pomezia e alla gigantesca colonna di fumo nero che ha annebbiato il cielo, gettando nel panico i cittadini ignari di ciò che tale nube contenga e ancora in attesa che le autorità competenti chiariscano il dilemma amletico “amianto sì” (Procura della Repubblica di Velletri) e “amianto no” (Ministro Lorenzin). Perché non si provvede alle bonifiche? Perché c’è ancora tutto questo amianto disseminato nel territorio? Sono questi gli interrogativi dei cittadini, ora anche quelli di Pomezia, che si chiedono cosa faccia lo Stato e tutte le altre istituzioni.
L’ONA da tempo si batte per la bonifica di tutti i territori contaminati rispetto a tutti i cancerogeni, e non solo all’amianto, big killer che provoca mesotelioma e una serie di altre patologie, dai tumori al polmone alla laringe e all’ovaio e a quelli del tratto gastrointestinale, e poi ancora le patologie fibrotiche con le complicazioni cardiovascolari e cardiocircolatorie.
È questa la storia che ci ha raccontato il Sig. Silviano Sanguigni, che compone il Consiglio d’Istituto della scuola Istituto Comprensivo via della Tecnica di Pomezia ed è anche un genitore premuroso e allarmato dalla possibilità che la salute dei suoi figli possa venir messa in pericolo.
Le conseguenze della possibile esposizione ad amianto
“Sono indignato e amareggiato dalla superficialità con la quale le istituzioni stanno fronteggiando l’emergenza. Molti genitori sembrano non aver compreso le conseguenze di una possibile esposizione all’amianto e io non mi capacito di come non si stiano prendendo tutte le precauzioni possibili, anche qualora dovessero risultare ancor più di quelle necessarie. Ho assistito personalmente alla pulizia esterna dell’Istituto di ieri sera. Questa pulizia, che si è limitata al lavaggio dell’androne dell’entrata, è assolutamente inadeguata rispetto alla portata dell’evento che ha colpito la nostra città, lasciando la possibilità di reimmettere all’interno dell’edificio le polveri depositate su finestre, davanzali e tapparelle. Per questo motivo non esporrò i miei figli alla superficialità offensiva e potenzialmente lesiva mostrata dall’amministrazione comunale. Pertanto, esorto le istituzioni, in primis il nostro Sindaco, a manifestare buonsenso, inibire l’accesso ai locali sino a quando non si sia provveduto ad espletare i seri provvedimenti promessi in prima istanza. E’ necessario ultimare la pulizia di finestre e davanzali, affinché venga adeguatamente tutelata la salute di tutta la scuola: studenti, professori e personale ATA, esattamente come indicato nei precedenti messaggi telegram dallo stesso comune sino a ieri sera. E’ notizia di oggi il grande gesto di saggezza e coraggio del dirigente dell’IC Trilussa che ha disposto la chiusura, sino a venerdì compreso, per l’inadeguatezza delle pulizie effettuate, del recupero dei proprio figli di molti genitori del IC Orazio per aver accusato malore durante le lezioni e della disposizione di non usare le mense dell’ IC Via della Tecnica”.
Mai abbassare la guardia in materia di amianto
“Basta giocare con la vita umana”, commenta l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto. “L’ONA ritiene indispensabile non abbassare la guardia rispetto a tutti gli agenti patogeni e cancerogeni, anche e ben oltre la questione della nube nera sprigionata dal rogo di Pomezia. La maggior parte dei cancerogeni sono invisibili. Le fibre di amianto sfuggono all’occhio umano e a volte anche al microscopio, ecco perché chiedevamo quale era la tecnica utilizzata per le misurazione della presenza o meno di fibre di amianto nella città di Pomezia quando abbiamo sentito il Ministro essere così rassicurante.
Non bisogna mai abbassare la guardia. Certo, non intendiamo creare allarmismo, ma se è sempre tutto nei limiti di legge e tutto va bene, come mai ci sono tutti questi casi di patologie asbesto correlate?
Ci dovrebbero spiegare come è possibile che ci siano tutti questi casi di mesotelioma, almeno 1.900 ogni anno, tutti riconducibili all’esposizione all’amianto che, lo ripetiamo, è stato messo al bando nel 1992. Questi casi ci sono e ce ne sono tanti altre per altre patologie perché c’è una scarsa attenzione alla precauzione: nel dubbio, meglio preservare la salute che rischiarla. Noi la pensiamo diversamente dal Ministro della Salute proprio perché abbiamo una lunga esperienza sul campo di migliaia e migliaia di morti per amianto, e poi nessuna responsabilità, nessuno è in carcere per tutti i morti da amianto provocati in alcune fabbriche. Penso all’Eternit di Casale Monferrato, come alla Goodyear di Cisterna di Latina: tutto è nei limiti di legge!
L’Osservatorio Nazionale Amianto attiva una unità di crisi
Nel frattempo continua l’attività della unità di crisi ONA, gestita e coordinata dallo stesso Presidente, dalla Sig.ra Antonella Franchi (328 /4648451) e dal Sig. Antonio Dal Cin (0773/511463), che ormai ininterrottamente, da sabato mattina. Fin da subito l’unità di crisi si è attivata, con medici, tecnici e avvocati, per cercare di arginare le tremende conseguenze dello sprigionarsi degli agenti tossico-nocivi dal gigantesco rogo che dalla Pontinia Vecchia, in territorio di Pomezia, era percepibile anche a distanza di chilometri. L’ONA ha diffuso un decalogo (consultabile sul sito ONA Notiziario al link) per evitare il rischio di inalazione di polveri e fibre di amianto”.