Editoriale a cura di Antonio Dal Cin. Pandemia (dal greco pan–demos, “tutto il popolo”), credo sia il termine giusto da associare alla parola amianto. Questo minerale dalle indiscusse proprietà tecnologiche è stato ampiamente utilizzato in tutto il mondo.
Ma la storia insegna che le pandemie non durano due secoli. L’uomo come sempre fa la sua parte, ma arriva anche a spingersi oltre. Nonostante ci sia quella consapevolezza che dovrebbe lasciare spazio alla coscienza, ma non conosce ragione, se non quella del dio denaro che in nome del progresso e del profitto calpesta il bene sacro della vita. Un mondo questo, presto destinato a finire, se l’uomo non riuscirà a comprendere che egli stesso è a rischio di estinzione. Non sarà in grado di adattarsi in un ambiente ostile, voluto e creato a sfregio della vita.
La terra sopravvivrà, ma non l’uomo. Nella sua mediocrità non è in grado di capire che la terra non gli appartiene. Gli è stata data in prestito, non senza quella responsabilità di preservarne le bellezze da tramandare ai figli e alle generazioni future. La vita è un miracolo che gli appartiene e si tramanda senza fine. Ma ciò non sarà più possibile se l’uomo non rimedierà presto ai propri errori. Dovrà comprendere che indipendentemente da tutto, è necessario amare la vita e tutto ciò che la compone e le appartiene.
Giornata mondiale delle vittime dell’amianto
Ma torniamo a questa pandemia, voluta dai signori dell’amianto, con la connivenza di alcuni governi del mondo. Forse, non ci sarà mai una giustizia terrena, ma non basterà tutto l’amianto prodotto a salvarli dal “fuoco dell’inferno”. Peraltro, mi sia consentito dire che non ho mai visto un funerale con la cassaforte al seguito. Mai come in questo caso trova giusto esempio “A livella” del Maestro Antonio De Curtis, in arte Totò, che tanto ci ha insegnato sul senso profondo della Vita.
Il prossimo 28 aprile si celebra la 12ª giornata mondiale delle vittime dell’amianto. La Situazione in Italia è sempre più drammatica. Ogni giorno si continua a morire nell’indifferenza delle Istituzioni che solo apparentemente sembrano comprendere l’entità di questa pandemia.
Colgo l’occasione per ribadire come Antonio Dal Cin che il “diritto alla Vita”, non ha bisogno di trovare fondamento nelle norme giuridiche. Il diritto a vivere, primordiale spetta a ogni essere umano che ha il diritto di vivere in condizioni ecologiche, sociali, psicologiche, tecnologiche, che ne consentano lo sviluppo di tutte le potenzialità, senza mai lederlo.
Danni alla salute provocati dall’amianto
Lo Stato italiano ben 25 anni fa ha messo al bando l’amianto, con la Legge 27 marzo 1992, n. 257, pubblicata sul Supplemento Ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 87 del 13 aprile 1992 ed aggiornata con le modifiche apportate dalla legge 24 aprile 1998, n. 128, della legge 9 dicembre 1998, n. 426, dal decreto-legge 5 giugno 1993, n. 169 e dal decreto-legge 1 ottobre 1996, n. 510. Essa vieta l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, di prodotti di amianto o di prodotti contenenti amianto. Appare del tutto evidente che l’unica fibra di amianto non pericolosa per la nostra salute è quella che noi non respiriamo.
La consistenza fibrosa e le caratteristiche tecnologiche dell’amianto sono le stesse che poi determinano l’insorgenza delle patologie asbesto correlate. La fibra di amianto è 1.300 volte più sottile di un capello umano. Riesce a permanere sospesa nell’aria anche per molte ore prima di posarsi al suolo. In Italia il rischio morbigeno legato all’esposizione all’amianto era già ben conosciuto agli inizi del 1900. Fu riconosciuto nel congresso di medicina del lavoro di Milano del 1906 e successivamente confermato dal Tribunale di Torino in una sentenza del 1908.
I governi, che si sono succeduti, si sono dimostrati conniventi con la lobby dell’amianto. Tant’è che, invece di rispettare le direttive comunitarie, hanno preferito pagare le sanzioni, ritardandone l’attuazione, così da continuare a favorire i signori dell’amianto che proprio in quegli anni hanno incentivato l’utilizzo del minerale killer in oltre 3.000 prodotti ad uso comune a diretto impatto con la popolazione. Questo il motivo per cui fabbriche, cantieri navali, distillerie, raffinerie, zuccherifici, cartiere, stazioni ferroviarie, tribunali, acquedotti, asili, scuole primarie e secondarie, atenei, abitazioni, ospedali, palestre, caserme, mezzi militari, cinematografi, teatri, sono risultati intrisi di amianto.
L’impiego di amianto o eternit in Italia
Nel nostro Paese, l’amianto è stato utilizzato in maniera indiscriminata. È entrato nella composizione di oltre 3.000 prodotti di uso molto comune e a diretto impatto con la popolazione, come: cartoni, mastici, sigillanti, corde e tessuti, ma anche per la costruzione di tramezzi, tetti, tubi, condutture e serbatoi di acqua potabile, pannelli e lastre per coperture, compound (masse) per la protezione antincendio e l’isolamento termico, intercapedini e stucchi per abitazioni e strutture pubbliche, quali asili, scuole, uffici, ospedali, caserme.
Ma ha trovato impiego anche nella cantieristica navale, in campo aeronautico, in ambito ferroviario, come nell’industria automobilistica, dove è stato utilizzato nelle vernici, nelle pastiglie dei freni, nelle frizioni e nelle guarnizioni, in virtù della sua elevata resistenza termica e chimica.
L’amianto sì è dimostrato essere un materiale estremamente versatile, a basso costo, con estese e svariate applicazioni industriali. Migliorava la resistenza degli elementi strutturali, assicurava l’isolamento termico ed acustico e proteggeva contro i rischi di incendio. E che dire del famigerato “eternit”, un impasto di amianto-cemento, venduto a prezzo concorrenziale, presente ovunque, nei centri abitati, nelle campagne e sui tetti dei capannoni delle zone industriali.
Appare del tutto evidente che in nome del progresso e del profitto, ovvero, di quel “dio denaro” che offusca le menti degli uomini, sono stati anteposti interessi pubblici e privati alla Sacralità della Vita. I signori dell’amianto hanno prodotto ricchezza a basso costo, senza porsi alcuno scrupolo su quelle che sarebbero state le conseguenze per la salute delle persone e le gravi ripercussioni sull’ambiente in cui esse vivono. Nulla è stato fatto per impedire una strage di innocenti che agli occhi del mondo è tuttora in corso.
Antonio Dal Cin: nessuna soglia limite
La legge 257/92 è stata emanata senza tener conto di quanto già dichiarato dalla scienza. Si presenta lacunosa, perché di fatto non impone le bonifiche e fissa un limite soglia delle 100 f./l. per uno dei cancerogeni più letali del pianeta. Durante il Primo Convegno internazionale “il diritto incontra la scienza”, eminenti personalità del mondo scientifico hanno ampiamente sconfessato la soglia limite delle 100 f./l. fissata per legge.
Le fibre di amianto, attraverso il torrente sanguigno, come la scienza ha dimostrato, raggiungono anche altri organi. Solo per fare un esempio, sono state riscontrate nel midollo osseo. Questo lascia chiaramente intendere che non si limita ai già devastanti danni all’apparato respiratorio. Per questo motivo, occorre rivedere le tabelle a cui si riferiscono le patologie asbesto-correlate. Bisogna fare in modo che tutti i tumori riconducibili ad amianto, dove sia “causa o concausa”, vengano tenuti in considerazione, anche sotto il profilo del risarcimento del danno.
L’importanza della sicurezza sul lavoro
Non dobbiamo dimenticare che i tumori cosiddetti “professionali” sono la prima causa di morte per malattia tra i lavoratori. Dunque, l’amianto non si limita all’insorgenza delle cosiddette patologie asbesto-correlate. Ma è certamente causa o concausa di altre gravi patologie che fino ad ora non si consideravano e non erano materia di studio.
Dobbiamo eliminare l’amianto, prima che sia lui ad eliminare noi. È per questo che io, Antonio Dal Cin, e le altre vittime non resteremo in silenzio ad aspettare che qualcosa cambi. Faremo tutto ciò che è giusto fare, non solo per Antonio Dal Cin e gli altri, ma per i nostri cari, per rendere giustizia a chi soffre e ai familiari delle vittime, ma per contribuire al cambiamento. Così i nostri figli e le generazioni che verranno possono esistere in un mondo migliore, senza amianto, senza cancerogeni, senza cancro.
Dunque, è indubbio che questo cancerogeno “principe” avrebbe determinato nel tempo gravissimi danni alla salute dell’uomo e un inquinamento significativo dell’ambiente dove esso vive. Ma nulla è stato fatto per impedire questa atroce pandemia. Le misure di sicurezza per i lavoratori, che per anni hanno manipolato l’amianto, sono state praticamente inesistenti. Così non hanno lasciato scampo a chiunque ha respirato una fibra assassina. L’abilità di questi “signori dell’amianto”, è stata quella di incentivarne l’uso, grazie alle sue proprietà tecnologiche di resistenza al calore, di insonorizzazione ed altro, le stesse proprietà capaci di uccidere nel tempo.
Antonio Dal Cin denuncia l’assenza di bonifica
Sono ancora 42.000 siti contaminati in Italia, che si aggiungono a più di 1.000.000 di micrositi e 40.000.000 di tonnellate contenenti amianto. Purtroppo il fenomeno epidemico ha raggiunto circa 6.000 morti l’anno per patologie asbesto correlate.
Occorre però precisare che la legge 27 marzo 1992, n. 257, che disciplina la realizzazione di misure di decontaminazione e di bonifica delle aree interessate dall’inquinamento da amianto. Pur avendo stabilito il divieto di estrazione, importazione, esportazione, commercializzazione e produzione di amianto, di prodotti di amianto o di prodotti contenenti amianto, non impone un obbligo indiscriminato di rimozione e smaltimento dei materiali già esistenti contenenti il cancerogeno. L’unica eccezione è che lo stato di manutenzione del medesimo ne renda evidente l’opportunità di rendere necessaria la rimozione, atteso che “l’obbligo di smaltimento dei materiali contenenti amianto deriva dal pericolo di dispersione delle relative fibre dovuto ad un cattivo stato di conservazione della sostanza o ad interventi di manutenzione” (sentenza n. 6722/2010 T.A.R. Toscana e sentenza T.A.R. Campania, Napoli, sez. V, 7 giugno 2006, n. 6786).
Questa legge vecchia di oltre vent’anni si presenta lacunosa. In piu, cosa non di poco conto, fissa una soglia di esposizione pari a 100 f. / l.. Io, Antonio Dal Cin, ho sempre sostenuto che il problema amianto necessita in tempi brevi di interventi mirati al raggiungimento delle doverose bonifiche, quale unico strumento utile a garantire una soglia di rischio pari a “Zero”.
Rischi alla salute provocati dall’amianto
In Italia, a causa dell’amianto, circa 6.000 persone ogni anno perdono la vita. Questi angeli invisibili restano numeri “da brivido” e documentano in modo inoppugnabile che di amianto si muore ogni giorno. E si continuerà a morire per i prossimi decenni. A mio avviso, non dovrebbe esservi alcun tipo di prescrizione per le morti da amianto, perché si susseguono da decenni e documentano in modo chiaro, inequivocabile ed incontrovertibile la portata di questa strage di innocenti. A questo punto, è legittimo interrogarsi su come tutto ciò sia stato possibile in un Paese democratico e garantista.
Le malattie principali che possono essere provocate dall’asbesto sono:
- asbestosi;
- mesotelioma;
- carcinomi polmonari;
- tumori del tratto gastro-intestinale, della laringe e di altre sedi.
Antonio Dal Cin: prevenzione primaria nelle scuole
Ma il dato più allarmante è che in Italia ci sono 2.400 scuole, stima per difetto, dove si riscontra la pericolosa presenza di amianto. Risultano quotidianamente esposti al cancerogeno circa 350.000 tra studenti, docenti e personale scolastico.
Sulla base delle conoscenze scientifiche, non possiamo non manifestare la legittima preoccupazione che quanto evidenziato, possa in realtà generare i nuovi “zombi”. I bambini sono degli esseri indifesi e spetta a noi adulti tutelarli, perché in questa drammatica realtà sono in assoluto i soggetti più fragili, che se esposti al cancerogeno nella fase dell’accrescimento, svilupperanno in un tempo che li vede in giovane età quelle malattie da amianto, quasi sempre ad esito infausto.
È necessario scongiurare il rischio morbigeno per esposizione all’amianto nelle scuole, attraverso la mappatura e le verifiche interne ed esterne degli edifici, così da escluderne la presenza. Qualora presente, in qualsiasi matrice, forma e quantità, è fondamentale attuare con urgenza le bonifiche, in modo da garantire la tutela della salute di alunni e docenti, oltre ad assicurare la salubrità dell’ambiente in cui si svolgono le lezioni e le attività quotidiane (prevenzione primaria).
L’intervento dell’Avvocato Bonanni
“Tra i nostri obiettivi principali vi è quello della prevenzione primaria, che si realizza con la diffusione della cultura del rischio zero, esteso a tutti gli agenti patogeni e cancerogeni, oltre che all’amianto, che è un killer silenzioso che non lascia scampo – dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, associazione rappresentativa dei lavoratori e cittadini esposti e vittime dell’amianto – la presenza di numerose vittime e familiari ci responsabilizza a dover proseguire e rende più efficace la nostra azione su tutto il territorio nazionale.
Proprio in questi giorni stiamo contattando i sindaci delle varie città per chiedere la realizzazione di uno sportello ONA che permetta di tutelare i cittadini e renderli consapevoli dei rischi provocati da questa sostanza killer. Siamo costretti giorno dopo giorno a registrare decine di nuovi casi di patologie asbesto-correlate. Purtroppo l’epidemia di queste malattie è ancora in corso, per i lunghi tempi di latenza perché possono arrivare fino a 40-50 anni. Ecco perché l’unico sistema per evitare nove malattie e quindi nuovi decessi è quello di evitare ogni forma di esposizione a queste fibre killer, e ciò attraverso la bonifica. Solo così sarà possibile vincere l’epidemia”.
Inoltre l’ONA ha ideato anche un’App Amianto per facilitare la segnalazione di siti contaminati da parte dei cittadini e così la loro bonifica.
Vittoria per Antonio Dal Cin: aggiornamenti 2022
Antonio Dal Cin è una delle tante vittime colpite dalla fibra killer. Dopo una lunga battaglia in tribunale, Dal Cin ha ottenuto finalmente il riconoscimento dei propri diritti.
Il Tribunale di Latina, accogliendo il ricorso, con sentenza del 25 novembre 2021, ha riconosciuto a Dal Cin una invalidità del 50%. Quindi ha condannato il ministero dell’Interno al pagamento di due assegni vitalizi, oltre alla già spettante speciale elargizione.
Tuttavia il processo giudiziario continua. Il risarcimento ottenuto dal Tar del Lazio è insufficiente rispetto alla richiesta dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti.
Anche un’altra vittima di amianto appartenente alla Guardia di Finanza ha recentemente ottenuto giustizia. La Corte di Appello di Firenze ha confermato, infatti, la condanna del Tribunale di Grosseto a carico del ministero dell’Economia e delle Finanze.
Riconosce così, ancora una volta, lo status di vittima del dovere per un maresciallo della Guardia di Finanza. All’uomo si riconosce un’invalidità del 25% per asbestosi, riceverà circa 50mila euro come speciale elargizione, assegni vitalizi per 1500 euro al mese e gli arretrati dal momento della domanda, per altri 120mila euro.