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mercoledì, Settembre 11, 2024

Antonio Dal Cin: la battaglia contro l’accusa di abusivismo edilizio

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ANTONIO DAL CIN, FINANZIERE IN CONGEDO, VITTIMA DEL DOVERE ED EQUIPARATO ALLE VITTIME DEL TERRORISMO, GRAVEMENTE MALATO, SI TROVA AL CENTRO DI UNA CONTROVERSIA LEGALE CON IL COMUNE DI SABAUDIA. LA VICENDA INIZIA CON LA DENUNCIA DA PARTE DELLA POLIZIA LOCALE DI SABAUDIA PER ABUSIVISMO EDILIZIO. UN PARADOSSO TUTTO ITALIANO.

«LO STATO MI HA TOLTO L’ARIA TRAMITE L’ASBESTOSI CHE È UNA MALATTIA MORTALE E ADESSO IL COMUNE DI SABAUDIA VUOLE TOGLIERMI L’OMBRA DI UN GAZEBO E DI UNA TETTOIA, DOVE MI RIPARO DAL SOLE, MENTRE NON SI CURA DI EMETTERE LE ORDINANZE PER RIMUOVERE LE TETTOIE CHE UCCIDONO, QUELLE IN AMIANTO»

Lo sfogo di Antonio Dal Cin

Questo lo sfogo di Antonio Dal Cin, finanziere in congedo, noto per il suo impegno a fianco dell’ONA nella lotta all’amianto.

«È dal 2011 che mi appello al sindaco pro tempore per la mappatura e rimozione dell’amianto, in particolare le fatiscenti tettoie in eternit che costituiscono un grave e serio pericolo per la salute dei cittadini. Le istituzioni non hanno fatto nulla, mentre di contro il sindaco emette un’ordinanza per la mia tettoia ed un gazebo entrambi amovibili, che non costituiscono aumento di cubatura, denunciandomi per abusivismo edilizio».

Una denuncia assurda

Quanto a questa denuncia, Dal Cin si difende «non ho mai aumentato la cubatura dellimmobile e non ho posto in essere alcun abusivismo edilizio». Tuttavia, sia la Polizia Locale sia l’Ufficio Tecnico del Comune di Sabaudia procedono senza preavviso, negando l’accesso agli atti al suo avvocato, il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, Ezio Bonanni, violando così le norme di base.

Dal Cin si trova pubblicamente «messo alla gogna all’albo pretorio del Comune di Sabaudia», con una delibera che lo condanna a spese legali. Nonostante il ricorso al TAR del Lazio, il Comune non si costituisce in udienza, sollevando interrogativi sulla trasparenza del processo. Dal Cin critica il trattamento ricevuto: «Mi hanno trattato come un suddito, colpito singolarmente senza giustificazione».

«Eppure, sarebbe bastato un confronto con l’Amministrazione Comunale per chiarire ogni cosa, sia attraverso una recente sentenza del Tribunale di Latina sia per il tramite di altre Sentenze, dove sussistono CTU (perizie del consulente tecnico d’ufficio), valide fino a querela di falso che documentano, provano e dimostrano in modo chiaro, inequivocabile ed incontrovertibile che mai e poi mai ho posto in essere abusivismo edilizio», continua l’ex finanziere.

«Sto vivendo un incubo, che mi toglie il sonno, quando dovrei vivere il tempo che mi resta in assoluta serenità».

Le richieste di Antonio Dal Cin riguardo agli abusi edilizi e alle emergenze sanitarie

Dal Cin, malato di asbestosi, si mostra profondamente sconcertato dal trattamento ingiusto che gli è stato riservato e richiama l’attenzione sulle tettoie in eternit, vecchie di oltre cinquant’anni, presenti sul territorio di Sabaudia, molte delle quali non conformi alle normative. 

«Sappiamo benissimo che esistono significativi abusi edilizi sul territorio e nessuno fa niente». 

Critica altresì l’inazione delle autorità competenti riguardo alle tettoie in amianto, affermando che «Sappiamo benissimo che esistono altre tettoie quelle che uccidono, perché non sono in legno, ma in amianto, così come i tetti delle abitazioni, dei capannoni, delle stalle, i fienili, e le stesse tettoie esistenti in città, ma nessuno le vede e nessuno fa niente e l’amianto continua ad agire indisturbato». 

L’appello al sindaco 

Dal Cin sottolinea l’importanza che il sindaco dedichi risorse e attenzione alla rimozione dell’amianto e alla priorità di proteggere la salute pubblica, anziché perseguire cittadini per presunti abusi edilizi.

«A questo punto, occorre ricordare che proprio Casale Monferrato fa storia in tal senso. Infatti, il 2 dicembre 1987 Riccardo Coppo, allora sindaco di Casale Monferrato emise unordinanza che, anticipando le leggi nazionali, vietava la fabbricazione, luso e il commercio del cemento-amianto. Il 24 settembre 1985 scrisse una lettera a Schimdheiny. Voleva incontrarlo per chiedergli conto di quanto accadeva a Casale, ma non ebbe mai risposta. Il 1 dicembre 2014, anche Riccardo Coppo è morto di cancro».

Clicca qui per leggere la sentenza

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