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martedì, Novembre 12, 2024

Il finanziere Antonio Dal Cin, da martire ad eroe nazionale

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Negli ultimi tempi abbiamo visto al centro di un ciclone mediatico la figura di Antonio Dal Cin, finanziere condannato a morte dallo Stato, che ha servito questo Paese pur avendo la consapevolezza di lavorare a contatto con l’amianto. Uno degli elementi maggiormente cancerogeni e dannosi per il nostro organismo.

Antonio ha con coraggio accettato il suo destino, un destino segnato da una delle patologie asbesto correlate più maligne, che si insidia nel proprio apparato respiratorio compromettendone le funzioni.

Antonio Dal Cin

Antonio Dal Cin agli occhi dell’Italia non è solo un valoroso finanziere che per una malaugurata sorte ha contratto l’asbestosi, dopo un’ardua battaglia legale, guidata dall’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto durata 70 lunghissimi mesi Antonio è riuscito ad ottenere il riconoscimento di “Vittima del Dovere”.

Abbiamo deciso infatti in seguito a questa importantissima notizia di incontrare Antonio e parlare proprio della sua esperienza e del riconoscimento tanto atteso.

  1. Quella del parere del Comitato di verifica delle cause di servizio sul riconoscimento dello status di vittima del dovere è una vittoria personale, morale oltre che giudiziaria. Aveva perso le speranze?

Antonio Dal Cin: E’ una vittoria per tutti i martiri dell’amianto (vittime di asbestosi, mesoteliomi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici contro i quali combatte l’ONA), per i loro figli, per le famiglie, per le persone che soffrono, per chi non si arrende, per chi crede nella speranza, per chi invoca verità e giustizia, per chi è al servizio del prossimo, per chi lotta in difesa della vita, per chi spera in un mondo migliore, per chi fa il proprio dovere fino in fondo, per chi sa ascoltare la propria coscienza.

Per fortuna ho trovato sulla mia strada l’Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avv. Ezio Bonanni e centinaia di altri aderenti a questa organizzazione che mi hanno dato la forza di continuare a sperare nella vittoria finale contro l’amianto, che è quella della bonifica perché se si bonifica non ci sono più le fibre killer e quindi non ci saranno più le malattie da amianto, in modo particolare il terribile mesotelioma e l’altrettanto terribile asbestosi, quest’ultima mortale.

Importante trovare medici buoni e capaci, come è accaduto a me che, attraverso il dipartimento di cura del mesotelioma di ONA Onlus ho potuto prendere contatti con il Prof. Luciano Mutti.

Tutti possono accedere ai servizi gratuiti di assistenza ONA

Tutti possono beneficiare dell’attività volontaria dei medici dell’ona attraverso il numero verde (800 034 294): è sufficiente contattare l’associazione per avere subito la disponibilità dei medici volontari.

Si può scrivere anche attraverso l’apposita sezione del sito ONA.

Per coloro che hanno l’asbestosi e altre patologie importante non disperare, avere sempre fiducia nell’Osservatorio Nazionale Amianto e nell’aiuto di Dio.

Nel mio caso ci sono state strane dimenticanze ed errori incomprensibili, direi inaccettabili, ed un tempo estremamente improponibile per chi come me non ha tempo, ho temuto che il procedimento amministrativo potesse concludersi innanzi ad un giudice e ciò avrebbe ulteriormente allungato i tempi. Non dimentichiamo che la domanda di riconoscimento di Vittima del Dovere è stata presentata a luglio del 2013 ed il decreto presumibilmente verrà emesso ad agosto 2018, dopo ben 70 mesi di attesa. E’ un tempo intollerabile per chi è affetto da patologie che sono quasi sempre ad esito infausto, e questo impone una profonda riflessione da parte delle Istituzioni, affinchè questi riconoscimenti siano concessi in vita. Questa è una battaglia comune che quotidianamente vede in trincea i malati, le famiglie delle vittime e le associazioni, come l’ONA Onlus che da anni combatte in prima linea per rivendicare diritti sacrosanti e legittimi, fornendo assistenza sanitaria, medico legale, psicologica, e non in ultimo legale.

2. Anche se però il riconoscimento del 5% di invalidità sembra quasi ridicolo…

Antonio Dal Cin: Certamente. Ma il “Comitato di Verifica per le Cause di Servizio” riunitosi in adunanza, ha dovuto tener conto del Verbale mod. BL/G N. TS1415892 datato 27/04/2015, pronunciato dal Ministero della Difesa, Dipartimento di Medicina Legale di Roma, Commissione Medica Ospedaliera Speciale Vittime del Terrorismo e della Criminalità Organizzata di Roma, da me già impugnato e contestato in data 27.07.2015 per il tramite di una missiva, peraltro inoltrata per conoscenza al Dipartimento della Pubblica Sicurezza, Direzione Centrale per gli Affari Generali della Polizia di Stato Servizio Assistenza ed Attività Sociali Divisione I
Assistenza Vittime del Dovere. Nel predetto verbale non viene fatta menzione della patologia “asbestosi pleurica”, nonostante sia stata prima diagnosticata e poi riconosciuta “Sì dipendente da Causa di Servizio” dallo Stesso Ente della Sanità militare, che documenta in modo chiaro, inequivocabile ed incontrovertibile che le patologie di cui al Punto 10 del Verbale della C. M. O. mod. BL/B – N. A21403666 del 03.06.2014, hanno invece determinato il riconoscimento della patologia “asbestosi pleurica”, tabellata INAIL, come patologia asbesto correlata contratta in servizio e per causa di esso. Ciò ha reso possibile l’errore, ovvero, quell’inaccetabile pregiudizio che ha determinato una invalidità totale pari al 5% . Sono fermamente convinto che ancora una volta l’avv. Ezio Bonanni, patrocinante in Cassazione e presso le Magistrature Superiori, saprà fare piena chiarezza nelle sedi di giustizia.

In ogni caso l’associazione assiste tutte quante le vittime attraverso il dipartimento assistenza vittime del dovere.

  1. Una rapporto – con annessa bonifica – sulle condizioni insalubri della caserma dove ha lavorato per anni arrivato solo nel 2010, un primo diniego dal comitato arrivato nel 2016…Si è sentito abbandonato dallo Stato? Si sente un condannato a morte dallo Stato?

Antonio Dal Cin: Effettivamente, con i lavori di ristrutturazione della Caserma della Guardia di Finanza di Prosecco (TS), l’amministrazione ha dovuto provvedere alle bonifiche dell’amianto presente su alcuni beni di sua proprietà. Ma non dimentichiamo che nel 2008 la stessa Guardia di Finanza dichiarava in atti che nella caserma non c’era amianto, mentre nel 2010 confermava ne confermava la presenza richiedendo urgenti bonifiche.

Riguardo all’asbestosi di cui risulto affetto, debbo dire che c’è un errore macroscopico, direi lampante all’occhio del semplice uomo comune, perchè non è possibile che nel verbale di riconoscimento di dipendenza da “Causa di Servizio”, redatto dalla 2^ Commissione Esercito Italiano sia pronunciato un parere con giudizio medico legale espresso all’unanimità, la cui diagnosi è di “asbestosi pleurica”, poi però disatteso da altra Commissione dello stesso Ente dello Stato che non può  e non deve assolutamente ignorarne l’esistenza, o minimizzarne la gravità. Parliamo di una patologia che è quasi sempre mortale. Tengo anche a precisare che il primo parere negativo pronunciato dal “Comitato di Verifica per le Cause di Servizio” non ha tenuto conto della sussistenza della “Causa di Servizio” per “asbestosi pleurica”, ed è solo grazie alla caparbietà dell’avv. Ezio Bonanni se è stata fatta piena chiarezza, affinchè fossi riconosciuto “Vittima del Dovere”,  viste le osservazioni e produzioni documentali che il legale ha formulato ai sensi dell’art. 10-bis della Legge 241/90, in risposta alla ministeriale prot. n. 559/C/3/E/8/GdiF/392 del 11.11.2016, in merito a quanto notificatogli il 5 dicembre 2016 dalla Prefettura di Latina, Ufficio Territoriale del Governo – Area 1 Ordine e Sicurezza Pubblica.

Poi l’amianto corre sui binari di FF.SS. e fuor di metafora mi riferisco alle carrozze ferroviarie, con il loro carico di morte: ricordo che su ogni carrozza c’era quasi una tonnellata di amianto, tant’è vero che tra i dipendenti FF.SS. c’è un altissimo numero di casi di mesotelioma e asbestosi.

  1. Difficile mettersi nei suoi panni e comprendere come si possa affrontare una malattia del genere e convivere per anni con un senso di frustrazione per la mancata giustizia.

Antonio Dal Cin: Dobbiamo partire dal presupposto che non si può chiedere tempo a chi non ha tempo, come non si può aggiungere soffferenza alla sofferenza. Mi sono sentito ostaggio della burocrazia, che non si dimostra in linea con quanto previsto dalla Costituzione ed è per questo motivo che mi sono sentito in dovere di rivolgermi al Capo dello Stato, Comandante Supremo delle Forze Armate e garante della nostra Costituzione.

Importante mettersi subito in contatto con il dipartimetno di assistenza e cura dell’asbestosi dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che annovera importanti scienziati oltre alla collaborazione del Prof. Mutti. Ricordo che il protocollo Mutti nel mio caso ha permesso di ottenere eccellenti risultati e se sono ancora in vita lo debbo al buon Dio (sono ormai molti anni che ho ricevuto la diagnosi di patologia asbesto correlata e non sono ancora deceduto, un vero e proprio record dei record che spero di poter alimentare, sempre con l’aiuto di Dio).

  1. Da anni, con l’ONA, si prodiga in cause di risarcimento per le vittime dell’amianto? Com’è il quadro complessivo? Sono più i dinieghi o i riconoscimenti?

Antonio Dal Cin: Purtroppo la battaglia è dura. Come risulta pure dalla relazione finale della Commissione di Inchiesta Parlamentare sull’uranio impoverito, il cui contenuto è stato diffuso dall’ONA, per coloro che hanno operato in missioni e in stato di servizio nel comparto sicurezza vi è un’alta incidenza di patologie asbesto correlate, ma anche un silenzio assordante, tanto che gli atti sono stati rimessi alla procura di Roma e l’ONA si costituirà parte civile.

i dati sono agghiaccianti e per la prima volta sono certificati da una commissione di inchiesta ai cui lavori ha contribuito anche l’Avv. Ezio Bonanni, che è stato audito lo scorso 6 dicembre 2017 e ha potuto depositare atti e documenti a sostegno dell’inchiesta della commissione.

Più di 2.000 morti nel solo comparto militare, circa 1.000 nella sola Marina Militare, queste cifre sono state confermate quindi c’è una condizione di rischio e ci sono ritardi e alcune volte colpevoli rigetto.

Al momento le pratiche accolte sono quelle pubblicate dall’ONA nel dipartimento vittima del dovere, che riporta anche la graduatoria nazionale.

E’ evidente che i riconoscimenti sono una minima parte rispetto ai danneggiati ecco perché stiamo pensando a una protesta pacifica attraverso lo sciopero della fame oltre alle azioni giudiziarie.

Ma perché una vittima deve fare anche una causa per avere i suoi diritti al risarcimento?

  1. Il suo caso può aprire la strada a nuovi procedimenti per chi come lei ha avviato un percorso di richiesta di risarcimento come vittima del dovere?

Antonio Dal Cin: Certamente, perché è la prova provata che il rischio amianto c’è anche per i finanzieri.

Il riconoscimento nei miei confronti è un ammissione del rischio e quindi delle responsabilità. Spero che questa strage sia fermata al più presto con la bonifica.

  1. La relazione dell’ex pm della procura di Torino nonché consulente della commissione Uranio, Guariniello, parla di 946 morti o malati per asbestosi in Marina, su cu c’è stato il silenzio delle alte cariche. Le fa rabbia tutto questo?

Antonio Dal Cin: No non mi fa rabbia perché sono un uomo timorato di Dio e quindi non voglio fare peccato.

Occorre canalizzare la rabbia in forza, lottare per la vita e per la dignità della persona umana contro ogni forma di imbarbarimento in seguito al quale l’essere umano è trasformato in cavia oppure in un anello della catena di montaggio, come nell’eternit o in altre realtà.

Occorre più trasparenza anche da parte delle forze politiche, ricordo qualche anno quando il proprietario dell’ILVA aveva finanziato tutti i partiti. Si badi bene, tutti i finanziamenti erano a norma di legge perché i finanziamenti erano iscritti nei bilanci dei partiti, però così le cose non vanno bene perché quel signore, che da una parte finanziata i partiti, dall’altra padroneggiava la città di Taranto, che era quindi saccheggiata nel bene più prezioso, che è l’ambiente e la salute.

Mi risulta strano che il Capo dello Stato, come comandante supremo delle Forze Armate, non intervenga per imporre la bonifica e quindi la rimozione dell’amianto ancora presente per evitare che questa strage continui, anzi, utilizzo questa intervista per rivolgere un accorato appello affinché si dia corso alle bonifiche.

Si conclude così la vicenda di Antonio Dal Cin, un uomo semplice che ha dimostrato lealtà e pazienza nei confronti del paese che servito e che inaspettatamente sta dipingendo lo stesso Dal Cin come una sorta di eroe nazionale.

Per chi volesse sapere di più sul Sig. Antonio Dal Cin e la sua storia, è invitato a leggere anche un altro dei nostri interessantissimi articoli dedicato proprio all’appello che Antonio Dal Cin ha fatto al Presidente della Repubblica.

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