I ricercatori dell’Università di Anversa in Belgio stanno studiando ad un nuovo metodo di screening per il mesotelioma pleurico maligno (MPM): l’analisi del respiro (exhaled breath analysis).
Da un primo studio, infatti, hanno scoperto che l’analisi delle sostanze chimiche volatili contenute nel respiro dei pazienti che hanno ricevuto una diagnosi di mesotelioma pleurico maligno, può essere utilizzata come strumento di screening.
Il MPM è un tumore gravissimo, che è causato dall’esposizione all’amianto. Si tratta, come tutti i tipi di mesotelioma, di un tumore raro e ad insorgenza tardiva, con diagnosi difficile e spesso in fase avanzata, tale da comportare una prognosi infausta in molti casi.
Con l’immunoterapia, negli ultimi anni, si sono fatti passi da gigante per aumentare l’aspettativa di vita dei pazienti e per migliorare la qualità della vita dei malati. Tuttavia non è ancora sufficiente e non lo sarà finché non si procederà alla bonifica dei luoghi contaminati, eliminando così il rischio di esposizione. Perché non ci sono né limiti di soglia né di tempo per ammalarsi, ma soltanto rischi che aumentano in modo esponenziale in caso, per esempio, di persone con abitudini tabagiche.
Analisi del respiro nel mesotelioma pleurico maligno
Secondo i ricercatori dei marcatori predittivi possono essere rilevati nell’analisi del respiro dei pazienti affetti da MPM. Rilevarli potrebbe aiutare in modo significativo la scelta del trattamento e migliorarne i risultati grazie ad una maggiore personalizzazione delle cure.
Ad occuparsi della ricerca di questi biomarcatori predittivi, il gruppo di studiosi dell’Università di Anversa in Belgio guidati dal prof. Kevin Lamote. Il loro studio si è basato sull’analisi di 13 pazienti con MPM e il loro obiettivo era rilevare i biomarcatori con l’analisi del respiro per distinguere tra chi avesse risposto ai trattamenti e chi no (discriminative setup, configurazione discriminativa). E poi cercare di predire chi avrebbe o meno risposto al trattamento (predictive setup, configurazione predittiva).
Oltre all’analisi del respiro, i pazienti sono stati sottoposti a TC prima del trattamento e ogni tre mesi dopo il trattamento. L’analisi del respiro è risultata attendibile nell’89% dei casi. Inoltre, è emerso che le sostanze chimiche volatili contenute nel respiro dei pazienti potrebbero essere specifiche dell’ambiente tumorale e non del trattamento in sé.
Il futuro della ricerca per migliorare le cure
C’è ancora da studiare e capire, ma la strada intrapresa dai ricercatori sembra essere promettente, anche perché si tratta di una tecnica non invasiva. Anche quest’ultimo fattore molto importante per pazienti già fortemente provati come coloro che sono affetti da mesotelioma pleurico maligno.
Il prossimo studio potrebbe riguardare l’analisi del respiro e delle sostanze chimiche volatili per ciascun trattamento: ciò potrebbe aiutare a prevedere per quali pazienti uno specifico trattamento potrebbe dare maggiori benefici.
Amianto e mesotelioma, l’impegno quotidiano dell’ONA
Il mesotelioma pleurico maligno è una malattia estremamente invalidante per i pazienti, e dolorosissima anche per le loro famiglie. Vedono spegnersi i propri cari lentamente tra mille sofferenze, con grave impatto anche psicologico per tutti.
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, con il suo presidente avv. Ezio Bonanni, supporta tutte le vittime della fibra killer e i loro familiari nella prevenzione e le assistono nella lotta per la giustizia. Chiunque abbia bisogno di una consulenza gratuita, può chiamare il numero verde 800.034.294.