Il comitato Amici di Papa Francesco lancia una campagna social internazionale. Si chiama Al(l)one, “tutti per uno”, e ricalca proprio l’idea di fare comunità davanti alle difficoltà e alle tragedie, come la guerra. In questo modo, spiegano gli organizzatori, si supera “quel senso di profonda solitudine che il mondo, impaurito, attraversa in questo tempo in cui la guerra segue la pandemia”.
Amici di Papa Francesco, la nascita del comitato
L’associazione Amici di Papa Francesco vive in diversi Paesi, grazie agli ideatori che hanno stimolato un composito gruppo di fondatori impegnati nel sociale. Tra questi Ezio Bonanni, Massimiliano Falcone, Grazia Francescato, Maura Gentile, Adriano Ieva, Massimo Lucidi, Roberto Pellegrini e Romano Lino Solai. L’obiettivo è la promozione della cultura della pace e della fratellanza tra i popoli.
La campagna Al(l)one è stata lanciata per ringraziare Papa Francesco, in vista del secondo anniversario della preghiera per il mondo, quando si era tutti fermi per la pandemia. #al(l)one, supera l’idea di solitudine (alone), la rafforza e la trasforma in un collettivo che guarda a Bergoglio, alla speranza di un mondo di pace.
Amici di Papa Francesco: “Il mondo trema, ha paura”
“A due anni dall’incubo della pandemia – si legge nel documento di nascita del comitato- ci ritroviamo in guerra. Ieri come oggi il mondo trema. Ha paura. Si scopre solo. Eppure la Voce che si leva e i gesti che si attendono da Francesco sono gli unici in grado di parlare a ciascuno, ai lontani, a tutte le parti in causa”.
“Abbiamo ideato Al(l)one assieme a Massimiliano Giuseppe Falcone (docente allo Iulm di Milano e consulente della Banca Mondiale) – ha spiegato il segretario dell’associazione, Massimo Lucidi – rendendolo così subito internazionale, per coinvolgere e rendere consapevole il popolo social rispetto al difficile momento che attraversiamo e tributare a Francesco quel sostegno, ringraziamento e preghiera che merita l’unico leader al mondo ascoltato da tutti”.
Papa Francesco chiede di fermare la guerra in Ucraina
Il Pontefice ha chiesto già all’inizio di fermare il conflitto: “La guerra è una pazzia. Fermatevi, per favore – ha detto durante l’Angelus del 6 marzo scorso – guardate questa crudeltà. In Ucraina scorrono fiumi di sangue e di lacrime, non si tratta solo di un’operazione militare ma di guerra che semina morte, distruzione e miseria”.
A distanza di 20 giorni nulla è cambiato. Anzi sono aumentati i morti, i profughi, la distruzione ed è sempre più grave la minaccia dell’utilizzo di armi chimiche o nucleari.
“Il popolo ucraino – ha detto il presidente Zelensky a Bergoglio durante l’ultima telefonata – sente il sostegno spirituale di Sua Santità”. Lo ha anche invitato in Ucraina e gli ha chiesto di intercedere per la pace. Il Papa dal canto suo ha risposto di fare tutto il possibile per ripristinare la pace e garantire i corridoi umanitari.
L’Ona e il suo presidente vicini al Pontefice
L’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Ona – Osservatorio nazionale amianto ha subito sposato l’idea di un comitato che sia al fianco di Papa Francesco. Che possa portare il suo messaggio, che lo sostenga nella sua missione di pace.
L’Osservatorio lotta da anni con le vittime dell’amianto, ma anche per la tutela della salute pure sui luoghi di lavoro e per la tutela dell’ambiente. Temi tutti cari al Sommo Pontefice. Per questo il suo presidente è convinto che Bergoglio sia l’esempio da seguire. Che sia necessario un leader come Lui per portare al mondo, con semplicità, ma nello stesso tempo con forza, messaggi di pace.
Prima durante la pandemia da Covid 19, che ha riportato davanti a tutti l’importanza della salute che deriva anche dalla tutela del nostro Pianeta. E ora ancora di più con la guerra in Europa.