Maxi risarcimento per la famiglia di un militare morto a causa della malattia contratta dopo l’esposizione ad amianto, uranio impoverito e altri cancerogeni nei teatri di guerra (Albania e Kosovo), come in Patria. Il Tribunale di Roma ha condannato il ministero della Difesa a pagare 600mila euro alla vedova e ai due figli del luogotenente Leopoldo Di Vico.
“È un’altra vittima della sindrome dei Balcani. Di Vico – ha spiegato l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto – è stato riconosciuto solo dopo il decesso. Successivamente, abbiamo attivato l’azione giudiziaria, e finalmente è arrivata la condanna anche al risarcimento del danno”.
Militare esposto a cancerogeni, anche in Kosovo
Leopoldo Di Vico ha prestato servizio nell’Esercito italiano come meccanico dei mezzi blindati e corazzati, anche del Battaglione Meccanizzato Granatieri di Sardegna. Ha partecipato a due missioni di pace, in Albania e in Kosovo.
È stato, così, esposto ai proiettili all’uranio impoverito e ai metalli pesanti presenti in quei teatri di guerra, e all’amianto. Si è così ammalato, la diagnosi è stata purtroppo carcinoma uroteliale del bacinetto renale.
Inizialmente il Ministero della Difesa aveva negato il riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere. Riconoscimenti ottenuti soltanto dopo la sua morte, nel marzo 2015. La famiglia ottenne solo parte delle prestazioni, quindi con l’Ona che la assiste ormai da anni, hanno incardinato un contenzioso giudiziario.
Bonanni: “Con la condanna giustizia è fatta”
“Quando fu sepolto Leopoldo – ha detto Bonanni – ricordiamo ancora il picchetto d’onore dell’Esercito, e poi il riconoscimento di causa di servizio. Ma a che cosa serve riconoscere, tanto più per il fatto che la malattia ha determinato la morte? È forse il sonno della morte più lieve, quello di Leopoldo, ucciso dalle nanoparticelle all’uranio impoverito, dalle radiazioni e dall’amianto? Ora arriva la giustizia con la condanna del Ministero”.
Kosovo e missioni di pace, rischio cancerogeni
L’associazione da anni denuncia i rischi legati all’uranio impoverito, alle radiazioni e alle nanoparticelle che ne conseguono, e che hanno provocato non meno di 400 decessi solo per tumori emolinfopoietici tra tutti coloro che sono stati impiegati nelle missioni all’estero.
Di Vico è morto a soli 58 anni nel marzo 2015, dopo aver combattuto la sua battaglia contro il cancro. Ora il Tribunale di Roma rende giustizia ai familiari.
Impegno Ona per le vittime del dovere, il convegno a Roma
L’Ona prosegue il suo impegno e la sua attività. Lo ha fatto anche nel recente convegno che si è svolto in Campidoglio, “Guerra e pace: vittime del dovere”. Alla presenza del Sottosegretario di Stato alla Difesa, Matteo Perego. L’ONA ha ribadito le istanze di tutela dei veterani e, comunque, di tutti i militari impiegati all’estero e in Patria. Il nuovo Governo, compresa la premier Meloni, ha manifestato vicinanza ai nostri uomini in divisa.
Anche la ricerca è fondamentale per l’Ona. Per questo cerca sempre di collaborare con i migliori medici che si occupano delle patologie asbesto correlate e quelle legate invece alle esposizioni sui teatri di guerra. Tra questi c’è anche il Dott. Pasquale Montilla, oncologo clinico, che ha elaborato un particolare protocollo, presentato nell’ultimo convegno a Roma.