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lunedì, Dicembre 2, 2024

Amianto nelle scuole, occorre bonificare

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L’ONA sollecita la bonifica amianto delle scuole

L’assenza di sorveglianza sanitaria e i ritardi di diagnosi di patologie asbesto correlate, hanno reso necessaria la costituzione dell’unità di crisi per l’assistenza medico legale per cittadini e lavoratori vittime dell’amianto e della malasanità.

L’associazione APS ha portato all’attenzione pubblica il problema dell’amianto ancora presente nelle scuole.

Amianto nelle scuole, news 2022

Nel 2021 è arrivata la prima sentenza di condanna del Ministero dell’Istruzione per il risarcimento degli eredi di una professoressa morta per amianto. L’insegnante aveva lavorato per anni a contatto con l’asbesto contenuto nella scuola media Farini di Bologna.

“Un provvedimento storico – ha commentato l’avvocato Bonanni che insieme ad un altro professionista ha assistito la famiglia della vittima – che sancisce un principio importante: anche i lavoratori delle scuole hanno diritto al risarcimento”.

L’amianto è un killer per l’uomo e per l’ambiente

L’esposizione a questa sostanza provoca patologie fibrotiche (asbestosi, placche pleuriche, ispessimenti pleurici con le complicazioni cardiocircolatorie) e cancerogene (tumore della laringe, dell’ovaio, della faringe, dello stomaco, del colon retto e dell’esofago), con una latenza che può raggiungere anche i 40/50 anni, senza che ci siano limiti di soglia al di sotto della quale si può ritenere che il rischio sia scongiurato (Fonte OMS).

Anche esposizioni piccole, straordinariamente piccole, possono provocare il mesotelioma e altre patologie asbesto correlate (Selikoff, Asbestos and Disease, Accademy Press 1978, Relationships – second criterion, p. 162). Anche dopo la fine dell’esposizione ad amianto, è necessario che ci sia la sorveglianza sanitaria.

La Ricerca della IARC, agenzia contro il cancro

La IARC (International Agency For Research On Cancer – Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (che fa parte dell’ONU), nella sua ultima monografia in materia di amianto (2012. Asbestos. Actinolite, amosite, anthophyllite, chrysotile, crocidolite, tremolite. IARC Monogr Evaluation Carcinog Risk Chem Man, Vol. 100C), ha ribadito, a pag. 294:

There is sufficient evidence in humans for the carcinogenicity of all forms of asbestos (chrysotile, crocidolite, amosite, tremolite, actinolite, and anthophyllite). Asbestos causes mesothelioma and cancer of the lung, larynx, and ovary. Also positive associations have been observed between exposure to all forms of asbestos and cancer of the pharynx, stomach, and colorectum”.

In buona sostanza, l’Agenzia internazionale per la lotta contro il cancro è giunta all’unanime conclusione scientifica che l’amianto provoca, oltre al mesotelioma e al cancro polmonare, anche il cancro alle ovaie e alla laringe e, con evidenza epidemiologica, alla faringe, allo stomaco, al fegato e al colon retto.

La questione amianto dimostra il fallimento dei programmi di sanità pubblica di tutela della salute. Tanto è vero che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, nel suo istituzionale, cita la stima di un’incidenza di 107.000 decessi ogni anno per le sole asbestosi, mesotelioma tumore polmonare di origine professionale, e un milione e mezzo di malati.

Una stima per difetto che non tiene conto di tutte le altre patologie di diversa origine, e del fatto che in alcuni Paesi c’è poca attenzione per le rilevazioni epidemiologiche e per la tutela della salute dei lavoratori.

È per queste ragioni che l’ONA continua la sua lotta per la bonifica amianto dalle scuole e dagli altri edifici pubblici. Per evitare così future esposizioni agli studenti si, ma anche al personale che ogni giorno rischia.

La storia di Olga Maria D’Emilio e la condanna del Ministero

La professoressa Olga Maria D’Emilio ha insegnato matematica per tanti anni nella scuola media Farini di Bologna. All’interno della struttura era presente amianto e questo le causato il mesotelioma plaurico che le è stato fatale. La terribile diagnosi è arrivata il 17  maggio 2002. Con dignità e coraggio ha lottato contro la malattia e nel frattempo è partito il procedimento penale che è durato anni.

L’ONA è sempre rimasto al suo fianco, così come gli avvocati Ezio Bonanni e Massimiliano Fabiani. Purtroppo nel 2017 è morta, prima di poter vedere la condanna del Ministero dell’Istruzione.

I suoi figli, però, riceveranno 930mila euro di risarcimento. Giustizia è stata fatta, anche se hanno dovuto salutare troppo presto la loro madre a causa della fibra killer.

Fu il medico legale dell’ONA Arturo Cenciosi ad identificare l’esposizione all’amianto, punto chiave per il riconoscimento della malattia professionale.

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