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lunedì, Novembre 4, 2024

Amianto in Rai: Pasquale Russo, altra vittima del mesotelioma

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L’INAIL HA UFFICIALMENTE CONFERMATO L’ORIGINE PROFESSIONALE DELLA MALATTIA A PASQUALE RUSSO, DIPENDENTE DELLA SEDE RAI DI NAPOLI, DECEDUTO ALL’ETÀ DI 76 ANNI PER MESOTELIOMA PLEURICO IL 31 AGOSTO 2020. L’UOMO AVEVA PRESTATO SERVIZIO PER L’EMITTENTE RADIOTELEVISIVA DAL 1977 AL 2007, DATA DEL PENSIONAMENTO. COME SI LEGGE NELL’ESPOSTO DENUNCIA PRESENTATO DALLA VEDOVA, ASSUNTA ATARDO, “QUALE CAPO OPERAIO COSTRUTTORI, IN FALEGNAMERIA E IN PARTE NEGLI STUDI TELEVISIVI PER MONTAGGIO E SMONTAGGIO RELATIVE ALLA REALIZZAZIONE DI COSTRUZIONI SCENOGRAFICHE PER PRODUZIONI IN STUDIO ED ESTERNO”

Ancora morti in RAI

Dopo i decessi di Mariusz Marian Sodkiewicz, (lo scorso 13 maggio) e del giornalista Franco Di Mare (17 maggio) entrambi causati dal mesotelioma, la RAI Radiotelevisione italiana S.p.A è scossa da un altro tragico evento, che impone la presa d’atto di un rischio che deve essere affrontato e risolto. 

La figlia Lucia di Pasquale Russo ha deciso, così, di rivelare la storia del suo papà, che aveva lavorato per programmi come “Avanspettacolo”, “Domenica In”, “Sotto le stelle”, “Furore”, “Blu Notte”, “Un posto al Sole” e tanti altri.

Il fatto 

Durante il periodo in cui prestava servizio in RAI, Pasquale utilizzava l’amianto e materiali che contenevano questa sostanza nel corso delle sue mansioni, specificamente nell’allestimento delle scene. 

Tuttavia, non aveva ricevuto alcuna informazione preventiva riguardo la pericolosità di tali materiali e il loro potenziale rischio per la salute, compreso il rischio di sviluppare il cancro. «Quando chiedemmo a mio padre come fosse possibile che avesse dell’amianto nei polmoni, ci stupì dicendo che in RAI, oltre ad essere stato presente in parte della struttura, poi bonificata, l’amianto veniva utilizzato spesso dai costruttori, per degli anni, finché non fu smaltito completamente». Così commenta Lucia Russo. «Ci raccontò, ad esempio, che si usavano i fogli di amianto nella costruzione di camini da scena, oppure “per tagliare le vie di fuga”. Insomma per diverse costruzioni».

«Quanto ai controlli sanitari sui dipendenti RAI, – prosegue Lucia – avvenivano ogni sei mesi e comprendevano visite mediche tra cui radiografie al torace, esami del sangue e elettrocardiogrammi. Nonostante queste procedure, mio padre non ha mai avuto informazioni della pericolosità dell’amianto né di eventuali problemi di salute correlati».

I primi sintomi della malattia da amianto

A maggio 2020, Pasquale iniziava a mostrare i primi sintomi di spossatezza, fastidi allo stomaco e al fianco, e qualche colpo di tosse. A luglio 2020, dopo una serie di esami e una TAC, gli fu diagnosticato un mesotelioma.

Il 24 agosto 2020, consapevole del fatto che non gli restasse molto tempo da vivere, chiamò a sé i figli e la moglie, «ci ringraziò per tutto ciò che avevamo fatto e chiese di essere accompagnato con la terapia del dolore. Mio padre morì il 31 agosto 2020», conclude Lucia.

«È quantomai opportuno e doveroso che la RAI esegua e porti a termine la bonifica, così da smaltire l’amianto non ancora bonificato, e così da evitare ulteriori esposizioni professionali a polveri e fibre di amianto, oltre che risarcire le vittime, come il caso Russo Pasquale, senza ulteriori ritardi». A dichiararlo, l’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e legale dei familiari della vittima.

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto ha istituito il servizio di assistenza per le vittime di amianto e/o mesotelioma. Per poter accedere al servizio gratuito è sufficiente scrivere all’associazione attraverso il sito istituzionale, e/o telefonare al numero verde 800 034 294. L’associazione interverrà con una consulenza gratuita e con l’assistenza medica e legale, se richieste.

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