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martedì, Settembre 17, 2024

Amianto, Raffinerie Gela: rinviate a giudizio 20 persone

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Operai delle raffinerie Gela esposti ad amianto

Lesioni aggravate dalla violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Venti persone rinviate a giudizio per non aver rispettato le regole di prevenzione sui luoghi di lavoro.

In questo modo hanno causato l’insorgenza di malattie professionali legate all’esposizione all’amianto. Arriva davanti al Tribunale di Gela un’altro dei molteplici filoni legati alla maxi inchiesta sulle Raffinerie di Gela.

La prima udienza è stata fissata per il prossimo 26 gennaio 2017. Sul banco degli imputati direttori, legali rappresentanti, amministratori delegati, responsabili della sicurezza di diverse società che operavano presso gli stabilimenti della Raffineria di Gela, ovvero la Smin Impianti, la Anic spa, la Praoil spa, la Enichem spa.

Raffinerie Gela: le tesi della pubblica accusa

Secondo la tesi accusatoria sarebbero colpevoli di aver provocato l’insorgenza di malattie asbesto correlate in numerosi operai loro dipendenti. Colpa di una condotta negligente e imprudente.

Secondo la pubblica accusa, in qualità di rappresentanti legali, ciascuno rispetto al periodo e ruolo di competenza, gli imputati

“in cooperazione tra loro”, avrebbero

“omesso di esercitare i poteri di controllo circa il rispetto delle disposizioni sull’igiene degli ambienti di lavoro, disposizioni violate in modo grave e reiterato, non avendo attuato alcun piano o progetto efficace per la tutela della salute dei lavoratori esposti all’amianto”.

Gl imputati, ciascuno per la sua posizione, avrebbero poi violato una serie di normative in materia di amianto, in particolare, i reati di cui agli artt. 251 e 252 del D. Lgs. 81/08 e gli artt. 27 e 28 del D. Lgs. 277/91, e gli artt. 253 e 254 del D. Lgs. 81/08.

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L’ONA richiede un diverso approccio contro l’amianto

L’Osservatorio Nazionale Amianto, al di là di quelle che sono le decisioni della magistratura, che ha ritenuto di perseguire penalmente i titolari delle posizioni di garanzia, sostiene fin dal 2011 la necessità di un diverso approccio, prima di tutto da parte delle società titolari del sito, e poi da parte delle istituzioni per elaborare un progetto di ammodernamento strutturale del sito produttivo di Gela.

“A nostro avviso, il progetto dovrebbe prevedere la realizzazione di un impianto moderno e all’avanguardia rispetto a quello fatto realizzare da Mattei tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta.

Un’azione sinergica tra imprenditoria, Stato, Regione, Comune, fondi europei e le stesse associazioni com l’Ona, che permetterebbe di creare nuovo lavoro, nuovo indotto e quindi nuove risorse anche per l’Inps”,

spiega il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, l’avvocato Ezio Bonanni.

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