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martedì, Settembre 10, 2024

Amianto, il programma elettorale ambientale

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Programma elettorale ambientale, editoriale a cura dell’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto

Si annunciano le elezioni del prossimo 25 settembre. Competenza, onestà ed esperienza sono fondamentali nel programma elettorale ambientale. Non solo amianto: transizione ecologica, transizione etica, transizione morale e sostenibilità sociale. Questi sono i temi dell’agenda dell’Ona – Osservatorio nazionale amianto.

Nel programma tecnico operativo e normativo che si fonda su solide basi scientifiche, ma anche sulle nostre radici etiche e morali. Quelle della tradizioni giudaico cristiana, ma anche quelle laiche: un tema su tutti la difesa della vita in tutte le sue forme. Quella animale, quella vegetale e quella umana e anche quella del nostro Pianeta, messe a dura prova.

La salute alla base delle scelte politiche

Incompetenza, disonestà, imprudenza, sete del profitto che si antepone alla salute e alla vita. Questo in tema di organizzazione del lavoro, delle politiche sociali ed economiche. Molto speso la concorrenza, quella senza limiti imposta dalla globalizzazione, ha scatenato una corsa al cosiddetto risparmio, di produzione al minor costo. Massimizzare i profitti sulla sicurezza, sulla salute, sperperando il territorio e dissanguando il Pianeta deve essere considerato un delitto.

Ma non mi riferisco al codice penale. Troppo si è demandato al giudice penale, qualsiasi questione, anche quella della selezione della classe politica. Un po’ perché i partiti hanno sempre candidato persone che non sono state sempre di specchiata moralità ed onestà, ma anche perché si è attesa la sentenza definitiva.

Allora non si può aspettare sempre la sentenza definitiva. Allo stesso modo, quando la magistratura notifica un avviso di garanzia, bisogna sempre ricordarsi e ricordare che è uno strumento di tutela dell’indagato e non certo preavviso di condanna e di gogna. Così anche la stessa classe dei giornalisti che in alcuni casi ha peccato di oggettività. La partigianeria non dovrebbe far parte del mondo del giornalismo. Questo chiaramente non vale per la quasi totalità dei nostri giornalisti che andrebbero tutelati e salvaguardati con strumenti che li garantiscano, anche nei confronti dell’editore.

Il licenziamento del politico per giusta causa

In sostanza le basi della democrazia risiedono in presupposti che debbono essere antecedenti dal punto di vista logico e temporale dall’inizio della consultazione elettorale che poi è il risultato di tante variabili. Poi c’è la questione del cambio di casacca: anche questo indegno mercato andrebbe corretto. Chi vuole cambiare collocazione si ripresenti al corpo elettorale. Poi ci dovrebbe essere una sorta di licenziamento del politico. Mi riferisco a chi supera il 70 o l’80 per cento delle assenze. Propongo quindi un licenziamento per giusta causa dei politici assenti.

Come presidente dell’Ona, ma soprattutto come avvocato non posso condividere anche le ultime derive relative alla alleggerimento del carcere nei confronti dei mafiosi. Condivido in pieno i commenti del magistrato Nino Di Matteo.

Dobbiamo continuare la lotta contro la mafia perché il sistema mafioso è all’origine anche del disastro ambientale. Mi riferisco ai rifiuti, compresi quelli dell’amianto. La mafia e la camorra sono la manovalanza del traffico dei rifiuti.

Programma elettorale ambientale, la guerra in Ucraina

Per questi motivi la transizione ecologica non può sostanziarsi solo nella modifica della produzione e dei sistemi di produzione. Gli ultimi sviluppi della guerra in Ucraina hanno determinato la riapertura delle centrali a carbone. Allora il tema non è soltanto guerra e pace. È il fatto che la transizione ecologica deve presupporre una rete che tenga conto di tutte le altre variabili. La transizione ecologica deve quindi tramutarsi in un connubio di intese internazionali ben oltre l’Unione Europea e l’Onu e i suoi organismi.

Il G20, le Conferenze internazionali sul clima (COP), non possono essere solo delle vetrine velleitarie. Occorre se mai un sistema forte che imponga il rispetto delle regole per salvare il pianeta e l’umanità.

L’amianto è la metafora della transizione ecologica, dell’ambiente e del modo di vedere e di intendere la missione anche della classe politica e delle istituzioni. Nazionali, europee ed internazionali.

Nel mondo, in questa torrida estate del 2022, sono davanti ai nostri occhi gli sguardi dei quei bambini in Ucraina, come in ogni altro luogo del mondo, che subiscono violenze immani. Molti bambini sono stati uccisi in questa feroce guerra Russo ucraina, molti altri in Africa, Asia e America Latina, muoiono di fame. Quando gli Stati sperperano miliardi nelle armi, centinaia di migliaia di essere umani muoiono di fame e di sete. E che dire delle multinazionali del Big Pharma?

Ilva di Taranto, l’industria che uccide

L’Ilva di Taranto è così la metafora del bancomat delle farmaceutiche. L’industria inquina ed uccide. Le case farmaceutiche incassano: farmaci chemioterapici, e altri presidi dai costi enormi, dopo che si è inquinato.

Che dire dei rifiuti? Continuano a disperdersi nell’acqua, nell’aria e nel suolo. Uccidono in campagna e in città. Intanto il numero dei tumori e delle malattie degenerative aumentano. Poi si cura, ma la vita sana è un’altra cosa da quella passata “sotto cura”.

Programma elettorale ambientale, cosa può fare la politica

Quindi la politica è un’altra cosa: dovrebbe prevenire questi disastri. Non di disastri ambientali si parla più, ma di disastro dell’umanità. Allora il programma della transizione ecologica non può essere la foglia di fico di qualche ministro con conflitto di interessi o di politici incompetenti ed incapaci.

Mi auguro che le prossime elezioni non siano il festival degli incapaci e degli incompetenti, che ci sia onestà e la possibilità di affrontare e risolvere tutti i problemi. Per una volta i partiti dovrebbero smettere di litigare al loro interno e poi con le altre forze e pensare all’Italia e al futuro degli italiani.

Invito tutti quanti ad andare a votare e a coinvolgere tutte le forze e tutti i singoli esponenti politici sul tema della lotta contro l’amianto. Possiamo fare di più tutti insieme. Insieme ce la faremo. Uniti si deve lottare e uniti si può vincere per il bene di tutti: dell’Italia, dell’Europa e del mondo.

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