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venerdì, Novembre 8, 2024

Sull’amianto ponti senza sponde

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Ecco, che dopo la visione di un impressionante servizio inchiesta RAI sullo stato di degrado delle migliaia di  ponti, viadotti e cavalcavia disseminati in tutto il sistema viario italiano, strutture perlopiù realizzate nel secolo scorso con materiali cementizi impastati con amianto e armate con ferro in molti casi mineralizzato, corrose e disgregate, ad evidente rischio di crollo, di implosione, abbiamo conferma che il disastro del Ponte Morandi sul Polcevera non è stato casuale, ma la conseguenza ovvia di un atteggiamento, di una filosofia gestionale, complessiva di chi tira a campare e la polvere con asbesto ha sinora preferito gettarla sotto il tappeto.

Un killer a memoria debita

Non è di certo rivendicando  un ruolo per il responsabile allarme sull’ipotesi di demolizione con esplosivi – che ha modificato le scelte per le operazioni in corso a Genova, peraltro dopo il grave precedente del 24 luglio del 2008 con l’abbattimento al tritolo  del Velodromo Olimpico a Roma – che ONA può pensare di aver assolto al compito che spetta ai difensori dei cittadini da rischi tossici:  quello appunto  da amianto è doppiamente perverso e subdolo, perché insito ovunque e killer a memoria debita. 

AmiantoDunque, per fare il punto su di una situazione esemplificativa come quella di Latina, di quanto complesso sia il problema,  di quanto sia difficile affrontare il combinato disposto tra economia del territorio,  sistema industriale, sicurezza del lavoro e della salute come bene primario non soltanto prioritario ma assoluto, l’Osservatorio Nazionale Amianto con il suo Presidente, lavvocato Ezio Bonanni, ha indetto per il prossimo sabato 13 aprile un appuntamento irrinunciabile per chi ha a cuore il futuro di una regione simbolo come quella pontina: storicamente terra di redenzione naturale e di rinascita sociale, ora è di nuovo a rischio, afflitta appunto da siti contaminati da amianto, da rifiuti tossici e dal nucleare delle centrali, non di certo sopito da cessazioni burocratiche.

Per questo, immaginiamo ONA alla stregua del grande Ponte sul Danubio, che Apollodoro di Damasco realizzò per Traiano diciannove secoli fa, opera straordinaria di oltre un chilometro, costruita anche con cemento romano,  malta priva dell’amianto,  che era comunque concepita per il  breve termine, per l’uso esclusivo di una azione, in quel caso militare. 

Conclusioni

Per questo vorremmo adottare simbolicamente non un sito istituzionalmente imponente, come il Tempio di Giove Anxur, che pure insiste in un punto nevralgico del panorama latino, ma più a nord quello assolutamente identificativo della necessaria compatibilità tra le opere dell’uomo e della natura in funzione di un giusto divenire, il Forum Appio.

Il cippo e il ponte, che lo segnalano, si trovano al quarantatreesimo miglio della Regina Viarum, suggestione lirica per Orazio, punto di riferimento per Strabone e Plinio il Vecchio, tappa per San Paolo in viaggio verso Roma,  quale ponte senza sponde né tempo, nodo di civiltà ponderata da ripristinare idealmente  in un contesto di salubrità.

A cura del Dott. Ruggero Alcanterini direttore “L’Eco Del Litorale” ed editorialista di “Il Giornale sull’amianto”.

I servizi di assistenza ONA

L’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA Onlus e l’Avv. Ezio Bonanni tutelano i diritti di tutti i cittadini e lavoratori esposti e vittime dell’amianto e altri cancerogeni. L’associazione con il pool di tecnici, assiste i cittadini per la bonifica e messa in sicurezza dei siti contaminati (prevenzione primaria). In caso di esposizioni ad asbesto ed altri cancerogeni, si può chiedere il servizio di assistenza medica gratuita (prevenzione secondaria). L’ONA guida la ricerca scientifica in materia di mesotelioma ed altre patologie asbesto-correlate. Fermo il ruolo della prevenzione primaria, la diagnosi precoce, e le terapie più tempestive, assicurano maggiori chance di guarigione, ovvero di maggiore sopravvivenza a migliori condizioni di salute. L’ONA guida anche il pool di legali, per la tutela di tutti i diritti delle vittime di malattia professionale, tra cui quelle asbesto correlate, per il prepensionamento e l’adeguamento dei ratei pensionistici, con i c.d. benefici contributivi per esposizione ad amianto. Anche i lavoratori che sono ancora privi di malattia, hanno diritto ai benefici contributivi per esposizione ad amianto.

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