LA CORTE DI APPELLO DI FIRENZE CONDANNA IL MINISTERO DELLA DIFESA A ELARGIRE LO SPECIALE VITALIZIO AD ANNALIA VOLTERRANI, ORFANA DI FRANCESCO, EX MILITARE DELLA MARINA, RICONOSCIUTO “VITTIMA DEL DOVERE”
A uccidere l’uomo, all’età di 52 anni, nel 2000, un microcitoma (tumore che colpisce le piccole cellule del polmone) causato dall’esposizione all’amianto. Francesco Volterrani lasciò la moglie e i due figli. In primo grado, Annalia (oggi 38 anni), era stata esclusa dai benefici previsti per i figli maggiorenni superstiti e per i figli a carico. La giovane aveva 14 anni. Per la morte del papà, alla donna sarà elargito un assegno mensile di 2mila euro più 360mila euro di arretrati A difenderla, l’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.
Ricostruiamo la vicenda: amianto nelle navi
Francesco Volterrani aveva prestato servizio per 32 anni (dal 1965 al 1997), nella Marina Militare italiana, inizialmente come graduato di truppa e poi quale sottufficiale fino al grado di aiutante. Nello specifico, aveva svolto il corso di formazione alla Scuola del Corpo Equipaggi Marina Militare (C.E.M.M.) Mariscuola di La Maddalena in Sardegna dal 1965 al 1966, poi come tecnico di furiere, a bordo delle unità navali e basi a terra fino al congedo avvenuto nel 1997.
Quanto alle bonifiche, furono effettuate ben oltre l’entrata in vigore della legge 257/92. A confermalo, la “Relazione annuale relativa allo smaltimento e/o alla bonifica di materiali con amianto” redatta nel 2004 dall’Azienda TESECO S.p.A alla base di La Maddalena.
Nello svolgimento delle sue mansioni, Francesco aveva subito un’esposizione professionale a diversi cancerogeni, incluse le sottilissime fibre di amianto, nonché campi elettromagnetici e radiazioni inonizzanti, senza che ne fosse a conoscenza.
Inoltre, dopo il pensionamento era stato privato anche della sorveglianza sanitaria, morendo in giovane età (52 anni) per microcitoma, un tumore che colpisce i polmoni, riconducibile appunto all’inalazione di sostanze tossiche.
Nel 1999, Francesco aveva cominciato ad accusare i primi sintomi della malattia e nell’ottobre dello stesso anno, era arrivata l’infausta diagnosi.
Un lungo iter per ottenere giustizia
Nell’autunno del 2014, i familiari avevano avuto contezza che le mansioni svolte da Francesco avevano causato fenomeni epidemici di cancro fra altri lavoratori. Di conseguenza, avevano chiesto un parere tecnico-medico-legale. Il CTU (consulente tecnico d’ufficio) aveva effettivamente confermato il nesso tra l’esposizione agli agenti tossici e il decesso.
A seguito del responso, la famiglia Volterrani aveva richiesto alla Direzione per l’Impiego del Personale Militare della Marina il riconoscimento della dipendenza di causa di servizio, l’equo indennizzo, il riconoscimento dello status “vittima del dovere”, con le prestazioni dovute e con equiparazione a vittima del terrorismo e l’indennizzo una tantum per l’infermità denunciata.
Status riconosciuto nel 2017, con l’aggiunta del nominativo di Francesco nelle graduatorie delle vittime del dovere. Quanto al risarcimento previsto per la figlia a carico, all’epoca 14enne, questo era stato inspiegabilmente negato.
La meritata vittoria
Annalia, aveva contattato pertanto l’avv. Ezio Bonanni. In primo grado, il tribunale aveva confermato l’esclusione della donna dai benefici di previsti per i figli delle vittime. La sentenza di oggi le rende finalmente giustizia.
«È il primo caso nel quale viene negato il diritto a un orfano minorenne e che costringe una persona che ha già subito una importante perdita ad adire le vie giudiziarie per il riconoscimento dei propri diritti». Così commenta Bonanni. «Viste le alterne pronunce dei tribunali abbiamo istituito uno specifico servizio di assistenza legale per gli orfani delle vittime del dovere».
Per poter accedere al servizio ONA di assistenza legale è sufficiente chiamare il numero verde 800 034 294, oppure scrivere attraverso il sito.