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martedì, Settembre 10, 2024

Amianto nelle abitazioni, ecco cosa consiglia l’ONA!

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Bandisci l’amianto dalla tua abitazione!

Amianto: numero verde

Contatta l’Associazione al numero verde. Un nostro incaricato risolverà i tuoi problemi. 

L’ONA ti guida nei meandri della legislazione e dalla burocrazia per risolvere i tuoi problemi di amianto in casa.

Rischio amianto: prevenzione primaria

Le fibre di amianto, se inalate e/o ingerite, provocano l’insorgenza di diverse patologie, sia fibrotiche (asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici, con complicazioni cardiovascolari e cardiocircolatorie), che neoplastiche (mesotelioma, tumore polmonare, alla laringe e all’ovaio, e allo stato attuale delle conoscenze anche i tumori del tratto digerente – faringe, stomaco e colon), con tempi di latenza che possono raggiungere anche i 50 anni.

Prevenzione secondaria: l’ importanza della sorveglianza sanitaria

La prevenzione secondaria consiste nella sorveglianza sanitaria per tutti i cittadini e lavoratori che sono esposti ad amianto e ad altri cancerogeni. In questo modo è possibile ottenere la diagnosi precoce di eventuali malattie e quindi assicurare migliori terapie e cure e maggiori chance di guarigione e sopravvivenza.

Si manifesta per esposizioni medio-alte ed è, quindi, tipicamente una malattia professionale; la sua incidenza è drasticamente diminuita a seguito dell’emanazione della legge che proibisce l’utilizzo dell’amianto (legge 257 del 1992), anche se l’INAIL, ancora nel 2008 e negli anni successivi, ha ricevuto una media di 800 segnalazioni ogni anno di nuovi casi di asbestosi, che ai 5 anni sono risultate per circa il 90% con esito infausto.

È riconosciuto il fatto che ultimamente l’attenzione pubblica è leggermente più concentrata sulla problematica dell’amianto nelle abitazioni, tuttavia in molti mostrano ancora una profonda confusione in merito all’argomento. Soprattutto quando viene trovato amianto nelle abitazioni.
L’amianto è stato messo al bando in Italia nel 1992, tuttavia risultano ancora moltissimi, troppi, i siti italiani contaminati. Dagli edifici pubblici alle abitazioni private e le conseguenze delle tardive operazioni di bonifica si riversano purtroppo sulla salute degli italiani.

Il danno asbesto anche a bassi dosi

L’amianto continua a spaventare ed a mietere vittime. Le polveri e fibre se respirate e ingerite sono altamente tossiche da provocare il cancro. Per questo motivo va evitata ogni forma di esposizione,  ribadendo ciò che da anni sostiene il professor Mutti :“l’unica fibra non dannosa è quella che non si respira”. Alla luce dei gravi danni alla salute che crea l’amianto asbesto, è possibile anche obbligare il vicino a rimuovere l’amianto con una denuncia amianto.

Le fibre di asbesto vengono inalate con una facilità incredibile, questo accade grazie alla loro struttura piccola e sottile (più di quella di un capello), le patologie che insorgono sono: mesotelioma, cancro ai polmoni, asbestosi, placche pleuriche e altri tipi di tumore come alle ovaie, faringe e laringe. Non trascuriamo però un dettaglio fondamentale, che le fibre vengono sprigionate soprattutto nel caso in cui l’oggetto in amianto sia stato danneggiato e sia in stato di decomposizione.

Gli italiani purtroppo si trovano ad affrontare spesso casi di amianto nelle abitazioni, iniziano così a sorgere importanti dubbi sulle giuste procedure da attuare per accertarsi che il materiale sospetto sia effettivamente amianto e per effettuare poi delle operazioni di bonifica. L’Osservatorio Nazionale Amianto ha deciso di tracciare delle linee guida per aiutare tutti coloro che si ritrovano inaspettatamente in questa situazione.

Prima di dare inizio alle operazioni di bonifica ci sono tre punti fondamentali da tenere in mente:

  • Bisogna effettuare un’analisi visiva;
  • Bisogna effettuare un’analisi probabilistica;
  • Bisogna effettuare delle analisi di laboratorio.

Il primo punto è semplice, basta affidarsi all’intuito e alla propria capacità visiva, se può essere di aiuto ricordiamo che la maggior parte delle lastre e tettoie eternit presentano nella struttura le cosiddette onduline.

Legge 257 del 1992 e la messa a bando dell’amianto

Dopo di che occorre intuire se l’installazione del materiale è stata effettuata prima o dopo il 1992, questo aiuterà a capire il grado di pericolosità del materiale e in fine basterà effettuare dei prelievi e inviare i campioni in una struttura specializzata per ricevere la corretta valutazione.

Nel caso in cui venga accertata la composizione amianto del manufatto la normativa prevede che sia valutato lo stato di conservazione poiché in base alla Legge 257 del 1992 l’amianto è bandito dal Paese italiano tuttavia non esiste nessun provvedimento che obblighi la rimozione da parte del proprietario del sito contaminato o in linea generale.

È una materia delicata quanto controversa quella della legislazione amianto e siamo sicuri che nel corso del tempo qualcosa cambierà e riuscirà a chiarire le lacune presentate ad oggi. 

Il proprietario del sito contaminato è tenuto ad effettuare una segnalazione all’Azienda Sanitaria locale (ASL), che dovrà inviare una squadra di tecnici ad effettuare alcune analisi per determinare se effettivamente l’amianto presente può nuocere o meno all’ambiente circostante.

Ma ad occhio umano esistono dei dettagli sui quali puntare l’attenzione per capire se l’amianto presenta uno stato allarmante o meno? La risposta a questa domanda è positiva. 

Le superfici possono essere considerate deteriorate e quindi pericolose, quando sono presenti dei danni evidenti come: crepe, fessure e rotture sparse. Una volta accertato che la superficie risulta danneggiata e quindi pericolosa bisogna effettuare la bonifica, nel caso in cui risulta solo leggermente lesionata la normativa prevede comunque di segnalare e monitorare il sito.

Ma in che modo possiamo trovare l’amianto nelle abitazioni?

L’amianto presente nelle nostre abitazioni quasi sempre corrisponde a lastre ondulate chiamate anche onduline, che in gergo vengono chiamate lastre di eternit. Prima del 1992 venivano utilizzate moltissimo per realizzare tettoie e coperture per abitazioni, fabbricati destinati sia all’uso industriale che a quello civile.

Per bonificare le classiche tettoie ondulate la normativa vigente prevede: sovracopertura, incapsulamento oppure rimozione. Nel primo caso si sovrappone una copertura di materiale isolante, a quella già esistente, questa soluzione viene adoperata nei casi in cui la copertura eternit riesca ancora a sorreggere ulteriore peso su di essa.

Nel secondo caso la superficie viene trattata con prodotti coprenti, che bloccheranno la fuoriuscita delle fibrille di asbesto. In questo caso l’impresa chiamata per effettuare l’operazione sarà tenuta a rilasciare una certificazione.

Nell’ultimo caso si procede alla rimozione totale della tettoia e allo smaltimento del materiale amianto, che avverrà solo ed esclusivamente negli appositi centri autorizzati e per mano di ditte specializzate.

Come effettuare la procedura di bonifica?

Per effettuare una bonifica amianto occorre prima di tutto rivolgersi come già anticipato, ad una ditta specializzata. La ditta in questione dovrà essere iscritta alla categoria 10 dell’Albo delle imprese esercenti servizi di smaltimento dei rifiuti.

L’impresa prima di effettuare concretamente l’operazione dovrà presentare un “Piano di lavoro” all’ASL territorialmente competente, le operazioni di bonifica potranno cominciare solo trascorsi 30 giorni dalla presentazione del suddetto piano.

Alla fine delle operazioni di bonifica bisogna che l’impresa rilasci la copa del FIR (Formulario Identificazione Rifiuto), attestante l’avvenuto smaltimento del rifiuto contenente amianto in una discarica autorizzata.

L’Osservatorio Nazionale Amianto, per poter agevolare le bonifiche, ha elaborato una serie di iniziative:

mappatura in collaborazione con i cittadini, con la Guardia Nazionale Amianto in modo che siano segnalati i siti contaminati; bonus fiscali alle imprese e alle famiglie, senza limiti e con detrazione fiscale completa delle spese per la bonifica oltre alla decontaminazione dei luoghi di lavoro (per le imprese) e delle abitazioni (per i privati). Inoltre L’Osservatorio Nazionale Amianto, attraverso il suo Dipartimento “Bonifica e Decontaminazione, ha stipulato convenzioni per ridurre le spese di bonifica e decontaminazione.

Come comportarsi quando l’amianto è in proprietà altrui.

La presenza di materiale presumibilmente amianto in cattivo stato di conservazione può essere segnalata da chiunque abbia interesse nella salute della collettività, perché ricordiamo che le fibre di amianto disperse nell’aria possono rappresentare un pericolo per tutta la comunità.

Nel caso in cui ci sia amianto nelle abitazioni altrui bisogna effettuare una segnalazione presso il Comune, il Sindaco in quanto massima autorità sanitaria sul territorio è tenuto a gestire la segnalazione chiedendo supporto all’ASL che provvederà ad effettuare delle analisi per capirne lo stato.

Torniamo a sottolineare un aspetto importante, ovvero quello che dopo aver effettuato le analisi del materiale, l’ASL non è tenuta a bonificare il sito contaminato tanto meno può obbligare il proprietario a rimuovere l’asbesto.

Tuttavia la segnalazione dei siti contaminati spesso viene ritenuta un’operazione poco risolutiva mentre risulta l’azione più utile per riuscire a realizzare una mappatura completa dei siti contaminati di tutto il territorio.

Potete segnalare la presenza di amianto anche presso l’ONA, vi basterà compilare il formulario che troverete proprio a questo link. Segnalare un sito contaminato non è mai stato così semplice, vi basteranno giusto 2 minuti e qualche click.

I servizi di assistenza ONA

L’Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avv. Ezio Bonanni ti tutelano e assistono gratuitamente. Per accedere ai servizi gratuiti dell’associazione, basta consultare la pagina dei servizi di tutela legale e assistenza medica, oppure chiamare il numero gratuito 800 034 294.

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