Confermate le tesi dell’ONA sulla presenza di amianto nell’acqua
Lo scorso 10 febbraio l’Osservatorio Nazionale Amianto ha organizzato un convegno a Soliera (MO), nel quale si è discusso dell’ipotetica presenza di amianto nell’acqua potabile.
Alla luce dei risultati delle analisi svolte dall’Aimag, ente gestore dell’acquedotto, e dall’Ausl, quelle avanzate dall’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’ONA, non sarebbero state solo semplici ipotesi.
I risultati delle analisi dell’ Ausl, contrariamente invece a quelle svolte dall’Aimag, infatti dimostrano chiaramente una massiccia presenza di fibre di amianto nell’acqua potabile della città.
Una tragedia annunciata visto che l’acqua è un bene primario, da tale viene utilizzata ogni giorno nelle normali attività antropiche; le fibre di amianto, disperdendosi così negli ambienti, diventano nocive per la salute di chi le assume.
Come si legge nella nota del Comune emiliano, l’AIMAG svolge un monitoraggio su tutta la rete acquedottistica per la ricerca delle fibre di amianto: nel territorio di Soliera ad oggi tutte le analisi hanno dato esito negativo.
È stata rilevata una limitata presenza di fibre di amianto solo dalle analisi condotte dall’Ausl, che hanno infatti individuato in un caso di 1017 fibre per litro e nel secondo di 3052 fibre per litro.
Sia le analisi richieste da AIMAG sia quelle richieste dalla AUSL vengono inviate allo stesso laboratorio ARPAE di Reggio Emilia, perché dotato della necessaria tecnologia e della più efficace metodologia analitica quindi le analisi sono svolte da un soggetto terzo e sono assolutamente coerenti e confrontabili.
Il Comune modenese tranquillizza i cittadini sulla potabilità delle acque locali.
La problematica dell’amianto nell’acqua sarebbe solo una conseguenza all’invecchiamento delle tubature dell’acquedotto locale, frutto anche di mancata attenzione al risanamento degli acquedotti.
Nel corso del dibattito del 10 febbraio, il presidente dell’ONA Bonanni ha inoltre precisato che l’ammodernamento degli acquedotti e la sostituzione delle tubature vetuste, permetterebbe anche di evitare le dispersioni di acqua potabile causate dalle condutture danneggiate e, quindi, di proteggere due beni fondamentali: la salute umana e l’acqua pubblica.
Danno amianto nelle acque potabili (06.06.2020)
Prosegue l’impegno dell’Avv. Ezio Bonanni e dell’Osservatorio Nazionale Amianto per la tutela dei cittadini e della loro salute rispetto al rischio amianto.
Lo IARC ha confermato che l’amianto è dannoso anche se ingerito. Infatti, le acque potabili utilizzate per fini antropici, evaporano e, quindi, ciò determina l’aerodispersione di polveri e fibre e la conseguente loro inalazione. In più, come chiarito nell’intervista rilasciata al nostro giornale dall’Avv. Ezio Bonanni, le fibre di amianto inalate con l’acqua, attaccano gli organi gastro-intestinali e perfino il fegato, e provocano anche il colangiocarcinoma.
- Approfondimento con l’intervista dell’Avv. Ezio Bonanni: danno amianto nelle acque potabili.
L’ONA ha proseguito le azioni legali a tutela di coloro che hanno subito danni per la presenza di amianto negli acquedotti e nelle tubazioni. Come risulta dal VI Rapporto Mesoteliomi, edito nell’autunno 2018 e con dati fino al 2015, ci sono n. 276 casi di mesotelioma tra coloro che sono stati operativi, e sono operativi, negli acquedotti con amianto.
Il VI RAPPORTO RENAM SULL’USO DI AMIANTO NEGLI ACQUEDOTTI
Come chiarito dal VI Rapporto Mesoteliomi (a pag. 204), l’amianto è stato ampiamente utilizzato negli acquedotti:
“Cemento-amianto è stato utilizzato per la costruzione di condotte a pressione per l’adduzione di acqua potabile di vari diametri. È stato utilizzato amianto intorno al 20% in peso sul cemento di cui 1/3 crisotilo a fibra corta, 1/3 crisotilo a fibra lunga ed 1/3 della varietà crocidolite. Anche alcune condotte per il gas di città sono state realizzate con lo stesso impasto di cemento-amianto. Alcune condotte di metallo per gas sono state rivestite di corda in amianto, solitamente crisotilo, e successivamente incatramate per proteggerle dall’ossidazione. Durante gli interventi di manutenzione e riparazione dei tubi della rete di distribuzione del gas (che non poteva essere sospesa) venivano utilizzati manufatti in amianto (feltri, cartoni) e protezioni personali contro le fiamme che potevano svilupparsi dalle saldature del metallo, per piccole fuoriuscite di gas. L’utilizzo di condotte in cemento-amianto per il trasporto dell’acqua potabile è ancora in essere in gran parte del territorio nazionale. Le aziende per la distribuzione dell’acqua di città hanno interrotto la posa delle condotte in cemento-amianto che avevano in magazzino soltanto nel 2004. È verosimile che l’impiego di guarnizioni e baderne sia stato interrotto dalla L. 257/1992.”
I dati aggiornati sono disponibili nel VII Rapporto ReNaM.
La tutela legale delle vittime amianto per il minerale nell’acqua, è affidata al pool di legali dell’ONA (risarcimento danni amianto acqua potabile tutela legale)