L’amianto è decisamente un minerale pericoloso per la salute umana. Presenta una struttura fibrosa la cui inalazione può provocare danni irreversibili alla salute. Cosa accade oggi con la presenza di amianto nei comuni?
Gli effetti che provoca sulla salute, si manifestano anche a distanza di molti anni (fino a 40 anni).
L’asbesto è un minerale costituito da fibre filamentose, se inalate sono devastanti, visto che arrivano nella profondità degli alveoli polmonari.
Gli ambienti in cui si è più colpiti sono quello di lavoro e di vita; nelle case di vecchia costruzione, molte volte, è presente amianto, spruzzato o fogli di eternit.
Amianto nei comuni, dove trovarlo
L’amianto è stato utilizzato in moltissime situazioni, sia nell’edilizia che nell’industria, ma anche nella produzione di molti oggetti.
L’asbesto nell’edilizia si può trovare per lo più nelle coperture, nelle centrali elettriche, nelle canne fumarie in cemento, vista la sua nota resistenza.
Nell’industria è servito in particolar modo come isolante termico.
L’amianto è noto come eternit (cemento-amianto); oppure può non contenere cemento (amianto friabile). La friabilità c’è se il materiale, con la sola pressione delle dita, è ridotto in polvere.
Amianto in casa? Ecco cosa fare
Ogni materiale che contiene amianto deve essere censito, verificato e valutato da parte del proprietario dell’immobile.
Se il materiale con amianto si presenta in buone condizioni, è duro e compatto, non danneggiato, si deve solo fare un controllo periodico di manutenzione.
Invece, se il materiale risulta friabile, deteriorato o solo danneggiato, è necessario l’intervento di bonifica.
Il comune, deve adoperarsi nel chiedere informazioni in merito alla presenza o meno di amianto nelle abitazioni.
Nei piccoli comuni è fondamentale anche ristabilire le condutture idriche, composte da CA (cemento amianto). La presenza di questo materiale, a contatto con l’acqua potabile, rappresenta un rischio potenziale di diffusione ambientale. Quindi la necessita di sostituzione delle condutture è decisivo.
Con la legge n.257 del 27/03/1992, che detta le norme per la cessazione dell’impiego di amianto, è stato vietato l’utilizzo per le nuove strutture idrologiche.
Il DM 14/05/1996 richiama la necessità di valutare lo stato di conservazione dei manufatti in eternit, per capire se c’è il bisogno di una sostituzione.
Amianto nei comuni: progetto INAIL per la rimozione in sicurezza
Le tubazioni in cemento-amianto sono ancora presenti su tutto il territorio nazionale. Le tubazioni in amianto generano rischi quando ci sono interventi di rimozioni o manutenzione che causano una possibile aerodispersione delle fibre.
Lo ricorda bene l’Inail a seguito della presentazione del documento (2019), prodotto dal Dipartimento innovazioni tecnologiche (DIT).
Il documento si aggiunge a diversi documenti già prodotti, per la tutela dei lavoratori e degli ambienti di vita, sulla complessità dell’amianto.
L’obiettivo è quello di integrare le procedure di intervento e la sicurezza indicando alcuni criteri da osservare su tutto il territorio nazionale.
Si tratta di un vademecum relativo alla pianificabilità, alla riproducibilità e all’omogeneità di intervento, così da agevolare i lavori.
Tutto ciò serve a fornire contenuti utili agli addetti ai lavori per prevenire ogni tipologia di rischio.
Per approfondimenti: “Rimozione in sicurezza delle tubazioni idriche interrate in cemento amianto. Istruzioni operative Inail per la tutela dei lavoratori e degli ambienti di vita”
Esiste il piano comunale per le boniche, serve solo attivarlo
Presso i comuni italiani esiste un piano per la bonifica dell’amianto. È uno strumento di programmazione di una serie di azioni che hanno come obiettivo quello di controllare ed eliminare l’amianto entro il 2028.
Attraverso l’attuazione del piano comunale vengono definiti gli obiettivi, misurati e realizzati secondo le risorse economiche a disposizione.
Le azioni che un comune si prefissa hanno come obiettivo quello di annullare la presenza, in particolar modo di coperture in eternit.
Si cerca di minimizzare ed annullare il rischio ambientale e sanitario.
Decisamente avvincente se venisse fatto in modo metodico, ma oggi ci troviamo ad affrontare un monitoraggio fin troppo dormiente.
L’Osservatorio Nazionale Amianto lavoro ogni giorno per far scomparire questo maledetto serial killer. Una fibra che persiste, ma l’equipe dell’osservatorio è ogni giorno più determinata a trovare nuove metodologie di indagine.
Si parla di indagini ambientali, lavorare sul campo, attraverso delle osservazioni aree (droni), cercando di addentrarsi sempre di più in aree lontane.
Il lavoro si svolge sempre partendo da una zona centrale, per poi allargarsi su tutto il territorio.
Le ricognizioni eseguite per determinare la quantità di amianto presente ancora sul territorio è di vecchia data, servono oggi nuovi aggiornamenti.
I continui sviluppi tecnologici ci permettono anche di fare studi ambientali all’avanguardia.
Amianto nei comuni, segnalazioni tramite l’APPAmianto
Si contano all’incirca 370mila strutture in amianto presenti in Italia. Tra case e edifici la presenza di amianto risulta potenzialmente nociva per chi vive in quei luoghi.
Attraverso l’AppAmianto è possibile denunciare la presenza di amianto in una determinata area. L’ONA ha creato questo dispositivo, di facile utilizzo, grazie al quale si riesce ad avere un continuo aggiornamento sulla situazione amianto.
La segnalazione che viene fatta è in forma anonima, tramite essa parte una richiesta per il controllo e la rimozione del materiale nocivo.
Per legge, la denuncia, è un obbligo che aspetta al proprietario della struttura interessata.
Purtroppo, ancora oggi, ci troviamo a combattere con questo menefreghismo, e spetta quindi a chiunque evidenziare e segnalare tale presenza.
È senso civico, e segno di responsabilità, per sé stessi, per gli altri e per l’ambiente in cui si vive.
All’interno della segnalazione vanno inserite alcune informazioni del luogo ed eventuali fotografie (qualora fosse possibile farle).
Un metodo efficace e utile che aiuterà gli enti competenti a tracciare in maniere intelligente la mappatura dei siti contaminati.
Una tecnologia pubblica che mette a disposizione i propri dati a chiunque, come agli enti interessati: Ministero dell’Ambiente, Comuni, ARPA e SPISAL.