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sabato, Ottobre 5, 2024

Amianto naturale, come gestire piccoli e grandi cantieri

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Il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa) ha diffuso le linee guida per lo scavo, la movimentazione e il trasporto delle terre e rocce con amianto naturale. Nello stesso tempo ha indicato anche i relativi criteri di monitoraggio.

Amianto naturale, l’importanza di sapere cosa fare

Nella presentazione del testo scientifico l’Snpa premette che il tema dell’amianto rappresenta per l’ente uno dei più rilevanti ambiti di interesse e di azione. Questo sia per l’ampiezza delle problematiche connesse, che per le complesse implicazioni di natura sanitaria e l’elevato impatto socio-economico.

Questo è indicativo dell’importanza di evitare nuove esposizioni e del fatto che, anno dopo anno, si prenda sempre più coscienza degli effetti dell’amianto sulla salute umana. Le fibre di asbesto, come denuncia da tempo il presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, provocano il mesotelioma e tante altre patologie asbesto correlate. Tra queste il tumore del polmone, della laringe, della faringe, delle ovaie e del colon. Tutte le informazioni si possono trovare sull’ultima pubblicazione dell’avvocato Ezio Bonanni: “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022”.

Sono tanti i decessi causati purtroppo dall’amianto. Il VII rapporto ReNaM raccoglie quelli per mesotelioma, ma sono molti di più. Secondo una stima Ona nel 2022 sono stati in Italia circa 7mila.

Amianto naturale, evitare dispersione delle fibre

La Linea guida dell’Snpa è stata elaborata nell’ottica di assicurare l’armonizzazione, l’efficacia, l’efficienza e l’omogeneità dei sistemi di controllo. Così come la loro gestione nel territorio nazionale. Nonché il continuo aggiornamento, in coerenza con il quadro normativo nazionale e sovranazionale, delle modalità operative dello stesso SNPA e degli altri soggetti tecnici operanti nella materia ambientale.

L’obiettivo è quello di fornire indicazioni tecniche per la gestione degli interventi in zone interessate dalla presenza di formazioni ofiolitiche (c.d. “pietre verdi”) o comunque interessate dalla presenza di materiali fibrosi naturali. Tali indicazioni derivano dalle migliori pratiche a livello nazionale e internazionale e dalle esperienze delle agenzie di protezione ambientale più impegnate in tale ambito.

Necessario rimodulare tutta la filiera organizzativa

Più nello specifico e, in particolar modo per i grandi cantieri, la realizzazione di attività che comportino scavi e movimentazioni di materiali contenenti amianto naturale deve essere gestita tenendo conto del rischio amianto lungo tutta la filiera organizzativa. Dalla progettazione delle opere, all’esecuzione, all’utilizzo, alla manutenzione, fino al termine del ciclo vita.

L’obiettivo a cui devono mirare le tecniche, le modalità esecutive, le precauzioni e i dispositivi di protezione e monitoraggio adottati, deve essere la riduzione della liberazione di fibre dagli ammassi rocciosi o dai terreni. Nello stesso tempo il loro contenimento e la minimizzazione dell’esposizione dei lavoratori e della popolazione. Tutto questo “allo stato dell’arte delle conoscenze tecnico – scientifiche e delle migliori tecnologie disponibili”.

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