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lunedì, Dicembre 2, 2024

Amianto e morte: il tributo di sangue dei lavoratori pontini

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Incontro pubblico organizzato dal Comune di Aprilia

Domani, sabato 17 giugno, ad Aprilia, a partire dalle ore 16, presso Culturaprilia (Via Pontina al km 46,600) si terrà l’incontro pubblico, promosso dal Comune, “Amianto e diossina, tesi a confronto. Come proteggersi?

L’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, sarà presente all’incontro dove fornirà informazioni utili per la tutela preventiva, diagnostica e terapeutica per tutti coloro che sono stati esposti ad amianto e altre sostanze cancerogene.

Vi parteciperanno, inoltre, il professor Roberto Ronchetti (Medici per l’Ambiente Lazio), rappresentanti di Arpa Lazio, l’architetto Lorenza Fiumi (CNR), l’ingegner Fabrizio Martinelli (Presidente dell’Ordine dei Chimici di Roma), il dottor Pasquale Milo (ISDE Latina) e il dottor Florindo Micarelli (Responsabile Asl Latina).

Sarà proprio l’Avv. Ezio Bonanni, durante l’incontro di domani, a rappresentare il punto di vista delle vittime da amianto e altri cancerogeni, denunciando ancora una volta l’incapacità delle istituzioni nazionali a porre fine a quella che è una vera e propria strage.

Tutte le vittime dell’amianto, morti ed ammalati, sono sacrificati sull’altare del profitto e chi soccombe è soprattutto da chi lucra sul lavoro altrui.

“Nella fabbrica, il lavoratore è solo. Di fronte al dilemma tragico e drammatico di lavorare per vivere e poi morire di amianto oppure direttamente morire di fame, in una condizione ricattatoria del lavoro, che si è aggravata dopo il Jobs Act del Governo Renzi, per cui l’Osservatorio Nazionale Amianto chiede al Capo dello Stato un immediato intervento per il ripristino dei diritti costituzionali”, dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente ONA.

Tutti i numeri della strage in Italia:

6000 decessi per patologie asbesto correlate. Infatti ai più 1500 decessi a causa del mesotelioma, vanno aggiunti almeno 3000 decessi in seguito a tumori polmonari causati dall’amianto, e a questa drammatica contabilità debbono essere poi aggiunte tutte le altre patologie, che portano l’Associazione a tale stima.

I numeri della strage nella regione Lazio:

Nel Lazio sono stati censiti fino al 2011 n. 811 casi di mesotelioma: un numero altissimo se si considera l’istituzione del registro da pochi anni, e che poi debbono essere aggiunte tutte le altre patologie asbesto-correlate (tumori polmonari, alla laringe, faringe, esofago, fegato, colon e perfino all’ovaio e per non parlare dell’asbestosi, placche pleuriche ed ispessimenti pleurici e le complicazioni cardio-vascolari).

I numeri della strage nella provincia di Latina:

Circa 100 casi di mesotelioma per esposizione al materiale dal 2001 al 2015. 19 i casi di mesotelioma accertati a Latina, tra il 2001 e il 2014 (Fonte Dep Lazio). 13 i casi di mesotelioma accertati a Gaeta, tra il 2001 e il 2014 (Fonte Dep Lazio). 12 i casi di mesotelioma accertati ad Aprilia, tra il 2001 e il 2014 (Fonte Dep Lazio). 8 i casi di mesotelioma accertati a Sezze, tra il 2001 e il 2014 (Fonte Dep Lazio). 7 i casi di mesotelioma accertati a Formia, tra il 2001 e il 2014 (Fonte Dep Lazio).

L’ONA continua lo stato di mobilitazione permanente, di tutti i suoi iscritti e simpatizzanti e l’impegno nella trincea della vita civile che si oppone ai cristalli del potere politico abbarbicato su se stesso e immemore delle tragedie delle popolazioni colpite dalle crisi sanitarie ambientali ed anche economiche.

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