L’amianto, uccide anche i dipendenti delle Poste Italiane
Ne sa qualcosa il Sig. Luciano Giorgini, ex operaio specializzato del Gruppo Manutenzioni Immobili di Massa Carrara (G.M.I.), per cui ha prestato servizio fino agli anni 2000 nelle Poste Italiane in via Roma di Montignoso, nell’Ufficio Postale di Pontremoli e nel Centro Operativo Postale di Massa, ed ora con rischio di ammalarsi di mesotelioma, cancro polmonare, asbestosi, ispessimenti pleurici o placche pleuriche.
«Purtroppo le Poste Italiane recapitano amianto» la prende con ironia Luciano Giorgini, battagliero dirigente dell’ONA Toscana ed esponente nazionale dell’organizzazione, che si sta battendo per la bonifica degli uffici postali in tutto il territorio nazionale.
«L’allarme sulla presenza eternit e amianto nelle strutture di Poste Italiane nella provincia di Massa Carrara suona da anni. Si dice che il postino suona sempre due volte, ma in questo caso occorre suonare più volte, anzi, continuare a suonare per dirla con ironia» continua sconsolato Luciano Giorgini.
Gli fa eco G. C., ex dipendente dell’ente postale malato di mesotelioma, che combatte l’amianto da ormai 3 anni, che ora ha fatto causa all’ente per ottenere il risarcimento dei danni dopo che l’INAIL ha riconosciuto l’origine professionale della sua patologia: «ho lavorato presso la stazione di Milano e ho respirato l’amianto non solo delle carrozze ferroviarie, ma anche quello dei locali presso cui svolgevo le mie mansioni, appartenenti all’ente Poste Italiane».
L’impegno di Giorgini e dell’Avvocato Bonanni
L’impegno di Luciano Giorgini prosegue indefesso, a fianco dell’Avv. Ezio Bonanni, legale delle vittime dell’amianto e presidente dell’ONA, per ottenere la bonifica e il giusto riconoscimento dei diritti delle vittime e il prepensionamento per i dipendenti delle Poste Italiane S.p.A..
Luciano Giorgini si è affidato alla Procura della Repubblica di Massa Carrara il 24 Ottobre 2017, preceduto da uno del 2014, l’ex dipendente Giorgini ha denunciato la presenza di amianto nei pannelli divisori e perimetrali della struttura, oltre alla presenza di pavimentazione in cemento amianto.
Una bomba ad orologeria per la salute di tutti i dipendenti degli uffici postali, se non anche per quella del pubblico, che giornalmente è ancora sottoposta ai rischi derivanti dalla esposizione alle fibre di amianto, come il mesotelioma e altre patologie asbesto correlate.
In aiuto all’appello lanciato da Giorgini e dal suo legale Bonanni è giunta l’ARPAT (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana) che ha registrato, nero su bianco, la presenza di una mole impressionante di materiale di amianto friabile nel sito postale di Montignoso, posto in pieno centro urbano, per un quantitativo stimato dai 500 ai 10.000 kg.
A tutto ciò si somma la mancata attività di bonifica, che dovrebbe essere avviata congiuntamente dalle Poste Italiane e dall’amministrazione locale, e la mancata apposizione di cartelli informativi, sia all’interno che all’esterno dell’ufficio, sulla presenza di amianto e il derivante pericolo per la salute, nonostante i ripetuti solleciti presentati all’Arma dei Carabinieri di Montignoso da parte del Sign. Giorgini.
Si lamenta Giorgini. Ritiene che ci debba essere più attenzione per la salute pubblica e dei dipendenti, con particolare riferimento per gli Uffici Postali di Montignoso, e così anche la stessa amministrazione comunale.
La necessità di attività di bonifica
Nonostante la legge n. 257, entrata in vigore nel 1992, che ha imposto il divieto all’utilizzo dell’amianto e la conseguente rimozione dalle strutture pubbliche e private, poco è stato ancora fatto generando anche deplorevoli casi di connivenza da parte dei dirigenti di Poste Italiane e dalle amministrazioni locali. E’ quanto accaduto allo stesso sign. Giorgini che, nel comunicare la condizione degli Uffici postali al sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri, nonché ex magistrato della Procura della Repubblica di Massa, è venuto a conoscenza di come le situazione fosse già nota da anni alla Magistratura.
Proprio in merito al bando del Ministero dell’Ambiente, che prevede un finanziamento di un importo complessivo di 15.000 euro ai comuni italiani che vogliono progettare un’attività di bonifica dall’amianto dagli edifici pubblici, il sign. Giorgini ha riconosciuto l’insufficienza di una tale misura, sottolineando quanto ha già espresso duramente dall’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’ONA: “L’amianto è ancora presente negli Uffici Postali, che per la loro attività sono uffici aperti al pubblico. La presenza di fibre killer espone a rischio di patologie asbesto correlate non solo i dipendenti ma anche i cittadini. La fibra dell’amianto provoca ogni anno più di 6000 decessi per mesotelioma, asbestosi, cancro polmonare, e altre patologie asbesto correlate con ingenti costi per le spese sanitarie a carico delle vittime di amianto, oltre all’inaccettabile tributo in termini di vite umane e di sofferenze immani per i malati e i loro familiari. La prima forma di prevenzione per il mesotelioma e per le altre patologie asbesto correlate è evitare l’inalazione e il contatto con la fibra dell’amianto, attivando quindi immediatamente le bonifiche di tonnellate di materiali di amianto presenti nel territorio nazionale”.
L’Osservatorio Nazionale Amianto si pone al fianco delle amministrazioni dei comuni italiani per offrire assistenza legale nel percorso burocratico finalizzato all’ottenimento del fondo utile a un’attività di bonifica dall’amianto dagli edifici pubblici, oltre a garantire una consulenza a tutti gli ex lavoratori affetti da patologie asbesto correlate.
Per maggiori informazioni contattare il numero verde 800 034 294 o consultare il sito ufficiale dell’ONA.
Serena Console