Un sopralluogo della Asl rileva la presenza di amianto nello stabilimento ex Sitoco di Orbetello, in provincia di Grosseto, in Toscana.
Il sindaco Andrea Casamenti ha quindi firmato un’ordinanza con la quale impone alla società Laguna Azzurra, proprietaria di ex Sitoco, di provvedere a “immediata chiusura dei due varchi che portano dentro la ex Sitoco. Immediata presentazione e attuazione del Piano di bonifica amianto”.
Le richieste del sindaco di Orbetello
I fabbricati dello stabile presentano preoccupanti condizioni di degrado e un pessimo stato di conservazione. Qui sono state riscontrate anche coperture in amianto.
L’esposizione alla fibra killer è pericolosa per la salute dei cittadini. Così il primo cittadino ha ordinato l’immediata chiusura dello stabile, in particolare delle entrate in via dello Stagnone e in piazza della Stazione, a Orbetello Scalo. Inoltre ha chiesto l’attuazione del Piano di bonifica amianto da parte della proprietà per far fronte ai materiali cementizi contenenti asbesto presenti nell’ex complesso industriale.
Un’altra richiesta giunta dal primo cittadino è quella di “immediata esecuzione delle opere di contenimento della vegetazione”. Infatti lo stato di abbandono dell’ex stabilimento ha comportato la crescita incontrollata dell’erba. La proprietà dovrà quindi provvedere a tagliare la vegetazione per recuperare la viabilità interna all’area e garantire la salvaguardia delle parti strutturali dei fabbricati, per scongiurare crolli e il pericolo di incendio.
Ex Sitoco di Orbetello, Sito d’Interesse Nazionale
L’area di Orbetello dell’ex Sitoco è considerata, dal 2002, un Sito d’Interesse Nazionale (SIN), data la quantità e la pericolosità degli inquinanti presenti. La zona si estende per circa 336 ettari lungo la laguna costiera e comprende lo stabilimento chimico per la produzione di fertilizzanti, colla e concimi, ex Sitoco, attivo dal 1906.
L’impianto, ora dismesso, era in precedenza di proprietà della Montecatini, per poi passare alla Montedison e quindi alla Sitoco (Federconsorzi). Dall’aprile 2004 è della società Laguna Azzurra S.r.l..
Non è, però, la sola industria che ha messo a rischio l’ambiente e la salute nell’area. A essa si aggiungono l’attività mineraria e una fabbrica di dinamite, esplosivi e munizioni.
Necessaria la bonifica su tutto il territorio
Nonostante l’amianto sia stato messo al bando con la legge 257/1992, questo pericoloso agente cancerogeno continua a essere presente su tutto il territorio nazionale, non solo in fabbriche e strutture private, ma anche in edifici pubblici, scuole e ospedali.
A denunciare il protrarsi di questa tragica situazione è l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, nella sua ultima pubblicazione “Il libro bianco delle morti di amianto- Ed. 2022”.
«Chiediamo la bonifica integrale e totale dei luoghi di lavoro e di vita – dichiara l’avvocato Bonanni -. Paghiamo ancora il caro prezzo in termini di vite umane per le vecchie esposizioni. Finché non ci sarà la bonifica, ci saranno nuove esposizioni e continueranno a verificarsi nuove malattie e nuovi decessi».
È quindi importante evitare ogni esposizione e segnalare i siti contaminati, anche grazie all’App Amianto istituita dall’ONA.