Ex Freddindustria. Sito dismesso all’interno del centro di Aprilia ancora nel 2023 carico di amianto, dopo una vicenda partita nel 2016 che ha visto diversi sgomberi e un incendio che ha preoccupato non poco la popolazione. Una storia infinita dove tutti o quasi gli attori coinvolti non sembrano essere esenti da colpe.
Amianto nella ex Freddindustria, commissione Trasparenza
È stato questo il tema della commissione Trasparenza del Comune di Aprilia, presieduta dal consigliere Vincenzo La Pegna, alla quale ha partecipato il presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, l’avvocato Ezio Bonanni.
Il legale, il 1 febbraio scorso, appena saputo dell’incendio all’interno della ex Freddindustria ha subito lanciato l’allarme amianto e diossine, consigliando ai cittadini di chiudere le finestre e di non uscire fino a che la pesante nube nera non si fosse dissolta. All’interno del sito dismesso, come più volte segnalato dai residenti, ma anche dalla Polizia locale, erano accatastati rifiuti di ogni tipo. Su 8 dei capannoni presenti, inoltre, la copertura è ancora in amianto.
Il sindaco Antonio Terra aveva tranquillizzato i suoi cittadini dicendo che l’incendio non aveva interessato le strutture contaminate dall’asbesto. È pur vero, però, che il rogo e le operazioni di spegnimento hanno comportato un movimento d’aria tale da provocare il pericolo della dispersione delle fibre.
Il presidente Ona: “Nessuna soglia minima riduce il rischio”
Il presidente Ona ha ricordato in aula come non esiste una soglia minima di fibre per cui si possa dire che il rischio sia nullo. E che l’amianto provoca purtroppo ancora oggi tutta una serie di malattie mortali come il mesotelioma e altri tumori. “Dove c’è l’amianto – ha detto – ci sono malattie e morte e, anche in questo caso deve valere il principio di precauzione”. Ha spiegato che anche l’esposto presentato alla Procura della Repubblica non vuole essere contro qualcuno, ma soltanto un invito alla bonifica.
Quello che i consiglieri di opposizione, tra i quali Marco Moroni di Unione Civica, hanno sottolineato, sono i ritardi nella messa in sicurezza della struttura da parte della società proprietaria, la Aprilia 2012. Come pure della stessa amministrazione che non ha denunciato quando le ordinanze che disponevano la bonifica non sono state eseguite.
Freddindustria, contestate le perizie presentate dalla società
La proprietà, da parte sua, nel settembre e nel novembre del 2020, ha presentato due perizie in cui si specifica che l’azienda ha rimosso l’amianto presente e messo in sicurezza l’area. Ma anche che le lastre di eternit rimaste a copertura di 8 capannoni sono integre e non pericolose per la salute. Inoltre le fibre aerodisperse di asbesto (comunque rilevate), sono inferiori ai limiti di legge.
Le perizie sono state al centro del dibattito. Il consigliere La Pegna, infatti, ha fatto presente che 20 giorni prima il sopralluogo per la perizia, l’Osservatorio nazionale amianto aveva presentato un esposto alla Procura della Repubblica. Con rilievi fotografici che attestano come l’eternit fosse a tratti rotto e deteriorato. Da allora sono passati altri 3 anni. Come ha sottolineato il presidente Ona le strutture sono state costruite prima del 1992, anno in cui l’amianto è stato messo al bando. Sono quindi passati oltre 30 anni. In questo lungo periodo il cemento amianto perde la sua forza aggrappante e le fibre di disperdono molto più facilmente mettendo a rischio la salute dei cittadini.
Inoltre, ha aggiunto, “le perizie sono lacunose, anche se probabilmente non dicono nulla di falso. Quando l’ingegnere dice che i materiali sono stati eliminati con una certa tempistica, non è vero: è evidente il ritardo. Anche nella bonifica delle tettoie in amianto. Meglio tardi che mai, mi sento di dire. Le sollecitazioni di Chiocca e dell’Ona hanno portato i loro frutti. Comunque se i proprietari non bonificano il Comune può farlo al loro posto rivalendosi poi e anche confiscando l’area”.
Secondo il sindaco di Aprilia Vincenzo Terra che ha raggiunto l’aula della commissione si dovrebbe “fare un ragionamento diverso chiedendo lumi alla Asl. Il confine molto marcato relativamente alle leggi richiamate è tra ambiente di lavoro e ambiente abbandonato”.
Ex Freddindustria, il lavoro della polizia locale
In commissione Trasparenza era presente anche il comandante della Polizia Locale, Massimo Giannantonio, che ha seguito tutta la vicenda e che ha spiegato come la società ora abbia chiamato una ditta specializzata per la rimozione dell’amianto e alla demolizione dei capannoni. Questa contatterà anche la Asl che, finora, dal 2016 quando tutta questa vicenda è iniziata, non è mai stata messa al corrente del sito contaminato, come invece è previsto per legge.
Per anni, nonostante diversi sgomberi della polizia locale e la recinzione realizzata dall’azienda, il sito è stato rifugio per senza tetto e pregiudicati di ogni genere. Questo e anche il Covid hanno rallentato la bonifica. “Adesso, però – ha concluso l’avvocato Bonanni – non è più il tempo di parlare, bisogna agire al più presto, per liberare il centro di Aprilia dal pericolo e dall’incuria”.