In onore del “Giorno della Memoria”. Ebrei e non solo: Eternit schiavi Terzo Reich. Anche gli internati italiani, dopo l’8 settembre, uccisi dall’amianto, per mesotelioma, tumore del polmone ed asbestosi.
Nella “Giornata della Memoria”, il Meditate che questo è stato (Primo Levi) impone di non dimenticare la Shoah. Lo sterminio nazista degli ebrei ripropone forte il tema di coloro che hanno collaborato e che sono stati complici colpevoli.
Shoah ed Eternit: schiavi del Terzo Reich
Commemorare la Shoah è nostro dovere, per respingere l’odio razziale. I cosiddetti “figli di un Dio minore”, perché non ariani, sono stati perseguitati ed uccisi. Questa storia che sembrava essere stata archiviata con la fine del Terzo Reich è, invece, riproposta nel cuore dell’Europa dalla Russia di Putin.
Guerra in Ucraina: ricorda le atrocità del Terzo Reich
La guerra folle di Vladimir Putin contro l’Ucraina e i massacri di questi ultimi mesi ci ricordano quelli del Terzo Reich.
Uomini e donne inermi, bambini, perfino donne incinte barbaramente massacrate. Non a caso, in Campidoglio, nell’iniziativa del Fair Play europeo, era presente anche un rappresentante del governo ucraino. Sono intervenuto per evidenziare come il Fair Play sia la cifra ideale, culturale, morale ed esistenziale, in ogni ambito.
Proprio in quel contesto, ho evidenziato come l’amianto sia il filo rosso che lega questi eventi. Infatti, la guerra in Ucraina determina, con le bombe e le distruzioni, la dispersione di decine di tonnellate di amianto.
Eternit amianto e Terzo Reich
Avevo già evidenziato come ci fosse un legame inquietante tra la Germania nazista e le famiglia Schmidheiny. Infatti, nel corso del processo Eternit, ho evidenziato come per costoro il profitto dovesse prevalere sulla dignità degli esseri umani. I nazisti sono, purtroppo, ancora intorno a noi. Sono tutti coloro che hanno il disprezzo per la dignità della persona umana.
Infatti, dopo l’8 settembre del 1943, fino ai primi di maggio del 1945, fu operativo lo stabilimento Eternit di Berlino. Nello Stalag III D di Berlino, nello stabilimento Eternit hanno lavorato gli italiani internati.
Furono circa 38mila i confinati italiani impiegati nelle fabbriche di Berlino, uccisi dagli stenti, dalla fame e dalle violenze. La capitale tedesca era sottoposta a continui bombardamenti anglo-americani. Oltre ad uccidere i berlinesi “ariani” le bombe uccidevano anche i prigionieri.
Eternit e amianto tutele solo per gli ariani
Quanto ebbi a precisare su questo singolare comportamento e sul sacrificio dei nostri soldati non è stato mai smentito dalla famiglia Schmidheiny.
Questi ultimi erano i proprietari dello stabilimento, titolari della multinazionale Eternit. Paradossalmente fu proprio la medicina del lavoro nazista, al pari di quella dell’Italia fascista, ad affermare la capacità lesiva dell’amianto. I nazisti furono ancora più catagorici. L’esigenza era quella di tutelare l’uomo come macchina perfetta da guerra e da lavoro.
Così già nel 1939 la medicina del lavoro tedesca affermava il legame tra l’amianto e il mesotelioma pleurico. E nel 1942, la Germania nazista indennizzava i casi di tumore del polmone a quanti erano stati esposti all’amianto.
Amianto ed eternit: punire gli italiani “traditori”
Non solo le deportazioni dall’Italia. Ignobili e infami furono nel nostro Paese le leggi razziste promulgate nel 1938. Ma, ancora di più, l’impegno nella Seconda Guerra Mondiale che ha distrutto la nazione. Lo scontro fratricida tra il Regno del Sud e la Repubblica Sociale Italiana ancora al fianco dei tedeschi.
Nazisti e repubblichini: schiavi del Terzo Reich
Nei rastrellamenti e nelle deportazioni, un ruolo decisivo fu quello dei cosiddetti repubblichini. Costoro erano gli appartenenti alla Repubblica Sociale Italiana, guidata da Benito Mussolini ridotto a fantoccio della Germania nazista.
Eppure, con la legge 455/43, in piena Seconda Guerra Mondiale, l’asbestosi era stata tabellata e quindi indennizzata. Lo Stato Fascista Repubblicano (stato fantoccio di Hitler) affermava a parole di voler tutelare la salute dei lavoratori contro l’amianto.
Intanto, però, migliaia e migliaia di prigionieri appartenenti al disciolto esercito, dopo l’armistizio (ignobile fu la fuga dei monarchi), sono stati uccisi con l’amianto.
Così nello stabilimento Eternit di Berlino.
Non possiamo e non dobbiamo dimenticare le vittime del Terzo Reich, prima di tutto quelle della Shoah e, allo stesso tempo, quelle dell’Eternit.
Eternit e Terzo Reich: per non dimenticare
Non si tratta soltanto di un impegno storico o revisionistico della storia. Bensì di un dovere morale, sociale e giuridico. I viaggi della morte, quelli dal “Binario 21” della Stazione di Milano e tutti gli altri, debbono essere un monito per il futuro.
La storia dell’amianto, del massacro provocato dall’Eternit, multinazionale della famiglia Schmidheiny, non può essere sottaciuto. In questo “Giorno della memoria”, non possiamo dimenticarcelo. Ce lo impone la storia, ce lo impone la nostra civiltà che è quella giudaico cristiana. Le nostre comuni radici religiose e culturali ci impegnano tutti insieme per la pace così con il messaggio di Papa Francesco che è il vero e unico leader.
Amianto eternit schavi del Terzo Reich: 27 gennaio 1945
Il 27 gennaio 1945 è stato scelto come il giorno simbolico per la “Giornata della memoria delle vittime dell’Olocausto”. Questa giornata della memoria la intendiamo onorare in pieno. Ricordiamo anche il treno che il 30 maggio 1944 trasportò 604 ebrei italiani ad Auschwitz. Ne tornarono solo 22. Manteniamo questa memoria. Viaggiamo verso la luce, contro l’oscurità delle tenebre.