L’amianto è un killer silenzioso, di cui ancora oggi non riusciamo a liberarci. Negli ultimi anni le denunce di malattie professionali sono notevolmente aumentate, soprattutto a causa degli elevati casi di esposizioni all’amianto. Fino alla messa al bando con la L. 257/92, infatti, questo materiale è stato largamente utilizzato, soprattutto nelle costruzioni industriali, ma anche in edifici pubblici e privati. Per effetto delle lunghe esposizioni oggi le malattie asbesto correlate hanno subito un notevole incremento. Tuttavia, coloro che sono stati esposti a questo materiale pericoloso possono trarre benefici attraverso il prepensionamento e altrettanti bonus per il grande rischio al quale sono stati esposti.
Prepensionamento a causa dell’amianto: chi ne ha diritto
L’amianto è un potente cancerogeno la quale pericolosità è stata accertata in diverse letterature scientifiche, attraverso lo studio degli effetti che questa fibra provoca prima di tutto sulla salute pubblica e allo stesso tempo anche sull’ambiente. Purtroppo, il suo esteso utilizzo ha causato non pochi problemi, soprattutto a chi ne è stato inconsapevolmente esposto, come spesso è accaduto negli ambienti lavorativi.
Oggi le cose sono cambiate, ma l’amianto non è ancora stato del tutto debellato, in quanto le bonifiche sono ancora in corso. Lo Stato ha però deciso di mettere a disposizione benefici per tutti coloro che sono stati esposti a questa sostanza cancerogena. Oltre a per chiunque abbia sviluppato, o potrebbe, patologie asbesto correlate.
Tutti coloro che sono stati esposti all’eternit, infatti, hanno diritto al prepensionamento. Anche nel caso in cui l’assicurato non si trovi nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere attività di lavoro. I lavoratori che hanno svolto le proprie mansioni in ambienti contaminati dall’amianto risultano beneficiari della pensione di inabilità INPS. Anche nel caso in cui questi ultimi non abbiano sviluppato patologie asbesto correlate, in via preventiva, evitando di sottoporli a ulteriori rischi per la loro salute.
Come richiedere il pensionamento anticipato
Come abbiamo già anticipato, chiunque sia stato esposto all’amianto in ambienti lavorativi ha diritto al prepensionamento. L’anticipazione della pensione non avviene solamente a fronte dell’insorgenza di patologie asbesto correlate, ma anche all’attestazione dell’avvenuta esposizione. Ciò, per prevenire ulteriori rischi alla salute del dipendente. Anche i lavoratori sprovvisti dei requisiti per il pensionamento al momento dell’insorgenza e del riconoscimento di asbestosi, tumore dei polmoni o mesotelioma, hanno diritto all’immeditato prepensionamento.
Solamente con la riforma del 2019/2020 è stata ampliata la platea degli aventi diritto alla pensione di inabilità amianto. Anche tutti coloro che abbiano contratto una malattia amianto correlata, indipendentemente dal tipo di patologia e dai requisiti di anzianità anagrafica e contributiva, hanno diritto alla pensione anticipata. Richiederla è molto semplice e consiste unicamente nel seguire pochi ed essenziali passaggi in completa autonomia sul sito INPS.
Pensione di reversibilità
Nel caso in cui il lavoratore esposto ad amianto sia deceduto a seguito di una patologia asbesto correlata anche i superstiti hanno diritto a ulteriori benefici. Gli eredi del defunto possono, infatti, fare richiesta della pensione di reversibilità, oltre al risarcimento dei danni alla società che ha causato l’esposizione all’amianto. Il trattamento pensionistico è accessibile anche nel caso in cui la vittima al decesso non avesse ancora maturato il diritto alla pensione. In quest’ultima circostanza, il trattamento viene definito pensione indiretta. Inoltre, spetta solo nel caso in cui il soggetto avesse già maturato 15 anni di anzianità contributiva e assicurativa o 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva di cui 3 anni, come minimo, nei 5 anni che precedono la data della morte.
Pensione privilegiata
A coloro che hanno contratto patologie asbesto correlate durante il servizio nelle Forze Armate o nel comparto di Sicurezza Nazionale spetta, invece, il diritto alla pensione privilegiata. Quest’ultima è slegata sia dal possesso di una determinata età anagrafica, sia dal possesso del requisito assicurativo e contributivo. A seguito della Legge Fornero i dipendenti civili sono stati esclusi però da questo beneficio. È possibile accedere al trattamento pensionistico solamente se si è svolto il servizio nelle Forze Armate, nelle Forze di Polizia a ordinamento civile e militare, oppure nel comparto dei Vigili del Fuoco e soccorso pubblico.