Amianto dati mesotelioma Puglia. In questa regione è elevato il numero dei casi di mesotelioma e alcune condizioni di rischio specifiche. L’ILVA, piuttosto che la base della Marina Militare, costituiscono, per Taranto e per l’intera Puglia, l’epicentro delle patologie asbesto correlate.
Amianto mesotelioma Puglia: assistenza
L’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni hanno disposto un programma di assistenza per le vittime del mesotelioma e di altre malattie asbesto correlate in Puglia.
Amianto dati mesotelioma Puglia: aggiornamento 2020
L’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni aggiornano i dati relativi ai casi di mesotelioma in Puglia. Innanzitutto, occorre far riferimento al VI Rapporto Mesoteliomi, e poi, all’aumento dei casi che sono stati censiti in Puglia in aggiunta.
Infatti, l’ONA ha tutta una serie di rilevazioni, tra le quali, quelle delle segnalazioni.
Fiera del Levante: Avv. Ezio Bonanni e la prevenzione
I mesoteliomi ufficialmente registrati sono stati 935, nel periodo tra il 1993 e il 2012 (dal 2010 al 2012 i dati sono parziali). Un numero che corrisponde al 4,4% del casi registrati nel Paese. Nel 65,5% di questi, la patologia è stata causata da esposizione all’amianto di tipo professionale. Nello specifico, i decessi nella città di Taranto, tra il 2006 e il 2011, sono la metà di quelli censiti nell’intera Puglia dal Registro regionale.
121 morti, di cui 99 uomini e 22 donne. Nella sola città di Taranto si registrano 20 casi di mesotelioma all’anno, con un’incidenza 5 volte superiore all’attesa. L’insorgenza della malattia è solo la punta dell’iceberg. L’asbesto, infatti, è in grado di determinare patologie fibrotiche. Sono malattie asbesto correlate da infiammazione, l’asbestosi, le placche pleuriche, gli ispessimenti pleurici. In seguito, queste infiammazioni possono evolvere in cancro. Inoltre, in molti casi, anche le semplici infiammazioni provocano complicazioni cardiovascolari e cardiocircolatori.
“Sono infatti circa quattromila i decessi causati o concausati dall’esposizione all’amianto in Puglia, nel periodo 1993-2012, almeno 400 nella sola città di Bari, a causa della Fibronit“, spiega l’avv. Ezio Bonanni, durante l’incontro nella sede ONA Bari.
Molti gli associati, e non, che si sono presentati in via del Municipio 22/A a Ceglie del Campo per incontrare il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e chiedere assistenza per loro stessi e/o per i loro familiari, esposti ad amianto.
Bonanni ha continuato il tour della sicurezza alla Fiera del Levante
Durante il suo intervento, dal titolo “Rischio amianto: prevenzione primaria, secondaria e risarcimento danni”, l’avvocato ha illustrato uno degli obiettivi fondamentali dell’ONA, quello della prevenzione. Questa tutela parte da quella primaria, ovvero evitare ogni forma di esposizione.
Si realizza con la diffusione della cultura del rischio zero. Infatti, questo principio di precauzione, che è poi della massima tutela, deve essere esteso a tutti gli agenti patogeni e cancerogeni. Infatti, tra i cancerogeni, ce ne sono molti altri.
Certamente, l’amianto è il killer silenzioso più dannoso. Ma, la tutela deve essere applicata per tutti i cancerogeni.
Inoltre, c’è poi quella secondaria, che si materializza nella diagnosi precoce, assistenza medica, ricerca scientifica. Infine, quella terziaria, che consiste nell’epidemiologia, nel riconoscimento delle prestazioni previdenziali e risarcimento dei danni.
Malattie asbesto correlate: epidemia in Puglia
L’Osservatorio Nazionale Amianto svolge un servizio di assistenza delle vittime amianto Puglia. Infatti, questa regione, oltre all’epicentro di Taranto, che riguarda anche le vittime del dovere, ci sono anche altre situazioni.
Per esempio, a Bari città, c’è la questione della Fibronit, che ha provocato una vera e propria epidemia di mesotelioma (amianto dati mesotelioma Puglia). Ma non solo. Inoltre, quest’epidemia ha colpito anche coloro che hanno svolto altre attività, per esempio, il postino, che consegnava la posta.
Ancora, i dipendenti di AMIU, l’azienda che, a Bari, si occupa della rimozione dei rifiuti. In particolare, nella città di Taranto, vi è anche un’epidemia di leucemie amianto. Con riferimento a tale neoplasia, rileva anche l’esposizione a benzene e a nanoparticelle, dovute all’ILVA di Taranto.
L’ONA censisce tutti i casi in Puglia. Anche i tumori polmonari, alla laringe, faringe, esofago, fegato, colon e perfino all’ovaio. Infine, l’asbestosi, le placche pleuriche e gli ispessimenti pleurici.
L’ONA è un’associazione senza finalità di lucro che anche grazie a medici volontari, tecnici e legali, è in grado di fornire assistenza, anche in chiave preventiva. In più, occorrono politiche di ampio respiro, di sollecitazione degli enti pubblici e dei poteri dello Stato (primi fra tutti il parlamento, le Regioni, le ASL, etc), affinché vengano adottati strumenti tecnico normativi e finanziari, al fine di poter portare a termine le bonifiche ed evitare ulteriori esposizioni.
Si può risolvere il problema amianto solo con la bonifica cui si può giungere solo se si incentivano, anche fiscalmente con detrazioni, opere di risanamento, unitamente a misure punitive, per quelle imprese per le quali è riscontrata la presenza di amianto.
Tutela legale vittime amianto e mesotelioma Puglia
L’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni hanno istituito un servizio di assistenza legale in Puglia.
L’ONA chiede la bonifica dei siti contaminati in Puglia
L’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni, ancora, nella conferenza stampa dello scorso 13.10.2020 a Roma, ha chiesto la bonifica dei siti contaminati in Puglia.
Questa richiesta è stata formulata con riferimento a tutto il resto d’Italia, con un appello specifico, sia al Ministro del Lavoro che dell’Ambiente. Poi, nel secondo episodio di ONA TV, se ne è parlato in trasmissione.
Infatti, nella puntata “Amianto, emergenza ambientale e sanitaria e diritti negati”, si è ribadita la necessità della bonifica dei siti contaminati.